Numerose le voci della politica a proposito delle fiamme che continuano a divampare in Calabria e, purtroppo, anche a mietere vittime.
E ci s’interroga sugli errori commessi… sempre da altri, chiaramente.
Stefano Graziano
Mentre la Calabria brucia, riflette il commissario regionale del Pd Stefano Graziano, «il centrodestra di Spirlì e Occhiuto è concentrato esclusivamente su operazioni clientelari e di facciata. Nessun piano di prevenzione, nessun piano di intervento e nessun piano di emergenza. Zero. Governano la Regione Calabria da due anni e sembrano turisti fai da te, mentre il fumo avvolge i sacrifici di tanti calabresi e le tante bellezze ambientali», risuona la sua critica senza sconti a Nino Spirlì & C.
Irto “chiama” Roma
Altro esponente dèm di vaglia, per qualche settimana candidato alla Presidenza prima della sua rinuncia, il consigliere regionale Nicola Irto “chiama” Roma. Pur condividendo le critiche di Graziano ai vertici della Regione, che non può fungere da «mero osservatore» limitandosi a contare i danni e a sperare che faccia centro lo «sforzo, immane, degli uomini dei Vigili del Fuoco».
Urge un intervento «deciso», visto che «l’Aspromonte rischia davvero di trasformarsi in cenere». Ad avviso del vicepresidente di minoranza del Consiglio regionale, bisogna chiedere sùbito al governo Draghi «un aiuto immediato e concreto, in termini di mezzi, uomini e logistica, che possa aiutare la Calabria, in evidente difficoltà, a fronteggiare il momento più acuto della crisi».
Ci sarà tempo per verificare poi, in modo stringente, le gravi responsabilità. Perché «è evidente che chi doveva controllare e prevenire non lo ha fatto e che gli interventi di manutenzione per proteggere il patrimonio boschivo calabrese sono stati insufficienti». Mentre pure il ruolo dell’agenzia Calabria verde «va ripensato».
Gli interrogativi di Anastasi (Iric)
Il consigliere regionale di Io resto in Calabria Marcello Anastasi «aveva segnalato il pericolo imminente e le gravissime difficoltà che oggi si registrano e si denunciano quando ancora gli incendi in Calabria non erano divampati», osserva l’interessato.
Un pericolo palesemente «sottovalutato – argomenta lui –, atteso che la carenza di uomini e mezzi e la mancanza dei Canadair fosse di palmare evidenza e che la protezione civile negli ultimi mesi fosse stata esclusivamente assorbita dall’emergenza vaccinale. I fatti, purtroppo gli hanno dato ragione».
E fa sapere Marcello Anastasi d’essere in costante contatto con Leo Autelitano, presidente dell’Ente Parco nazionale d’Aspromonte, per mantenere un “filo diretto” sulle contromosse più opportune ai fronti di fuoco.
Osserva poi il capogruppo di Iric a Palazzo Campanella come certo non sia di conforto l’imbarazzato silenzio di quasi tutti i politici di centrodestra, in testa lo stesso Governatore facente funzioni Nino Spirlì.
E circa le «azioni che intendono intraprendere nell’immediatezza per contrastare il divampare e la recrudescenza degli incendi», gli assessori regionali secondo il politico di Rizziconi paiono colti da mutismo improvviso.
Esplode quindi la ridda delle domande che ogni reggino, ogni calabrese si sta ponendo in queste ore drammatiche. Per quale motivo manchino i velivoli e «altri mezzi idonei» per contrastare i roghi, per esempio. E per quale ragione al mondo pur essendo note le previsioni meteo su un caldo percepito sopra i 40° non si sia comunque «programmato un piano emergenziale».
La Granato: dopo anni di tagli…
Ma a proposito: quali sono i motivi dello scempio che sta accadendo in queste settimane nel Reggino, e nell’area grecofona in particolare? «Anni di tagli nei trasferimenti statali e nello stesso tempo di sprechi, l’attuazione di politiche di smantellamento dei sistemi di prevenzione nella tutela del territorio», è la risposta della senatrice Bianca Laura Granato di L’alternativa c’è.
Che punta l’indice contro la malagestione di uno spettacolare patrimonio forestale, «che doveva essere ricchezza e invece è speculazione, nelle mani di chi brucia per biechi interessi affaristici. Quell’odore acre che ci avvolge in una cappa d’impotenza».
Ma tra le responsabilità, quella delle Istituzioni competenti è fra le prime. Sarebbe «veramente incredibile e intollerabile», ad avviso della parolamentare, la circostanza che non sia stato ancòra attivato un “tavolo di crisi” regionale.
E la Granato auspica che vengano rigidamente rispettate le norme antispeculative in tema d’incendi. Molto probabile – evidenzia – che i roghi, dolosi, siano appiccati anche in vista delle ingentissime risorse del Pnrr in arrivo.