Cosa sta accadendo in questi giorni alla nostra terra? Perché questo proliferare di fronti di fuoco? L’Usb Reggio Calabria ha qualche idea in merito.
Interessi illeciti
«Incendi ricorrenti e chiaramente non figli del caso, ma di mani spinte da interessi illeciti e che agiscono nel più totale disprezzo delle intere comunità».
E tuttavia, afferma l’Unione sindacale di base, «non possiamo non riflettere sui fattori che invece impediscono di affrontare una piaga che si ripresenta puntualmente». Frutti di problematiche «diverse», però dalla matrice comune: «I continui tagli al sistema pubblico, in termini di risorse finanziarie, di uomini, di mezzi».
Dai forestali ai Vigili del fuoco, solo tagli
E i forestali? Per lunghi anni «sono stati sinonimo di nullafacenza, clientela, sperpero di denaro pubblico. Ci hanno quasi costretto a credere che fossero una figura inutile – punta l’indice l’Usb -, in una regione che però è prevalentemente montuosa e che necessita di un’intensa attività di manutenzione e tutela dei nostri boschi e di quelle aree interne sempre più abbandonate e spopolate. In questo, come in tanti altri settori, assistiamo purtroppo al mancato turnover del personale, gli operai forestali si riducono sempre più e diventa quasi impossibile solamente immaginare un efficace servizio anticendio boschivo».
Nell’analisi dell’Usb anche il corpo dei Vigili del fuoco è peraltro «afflitto da un’endemica carenza di organico e di mezzi, da cui deriva un inevitabile sovraccarico di lavoro e turni massacranti».
E questi eroici lavoratori «hanno ricevuto tanti complimenti, tante pacche sulle spalle, ma nessun miglioramento delle condizioni lavorative».
Lacrime di coccodrillo
«Infine non si può certo pensare che possano essere i Comuni, i cui bilanci risicati spesso impediscono di affrontare l’ordinaria amministrazione, ad abbozzare risposte» fa presente il sindacato di base.
Epperò «i vari amministratori non si possono ricordare della necessità delle manutenzioni solo dopo che avvengono i disastri, ma devono battersi tutto l’anno affinché il tema della tutela delle nostre montagne e del contrasto al dissesto idrogeologico diventino centrali nell’agenda politica regionale e nazionale».
Per riassumerla alla Usb, vicinanza alle vittime e a chi ha perso tutto, ma simultaneamente condanna per le «lacrime di coccodrillo istituzionali».
Prevenire
La proposta è dunque d’andare a definire «una seria programmazione affidata ad esperti e basata sulla prevenzione, in modo da non doversi ogni volta trovare a lavorare in “emergenza”, sempre più spesso affare per privati.