Inchiesta appalti Unime, primi dettagli

Inchiesta appalti Unime, primi dettagli

Alessandra Serio

Inchiesta appalti Unime, primi dettagli

venerdì 09 Febbraio 2024 - 07:30

Cosa emerge dagli accertamenti della Procura di Messina sugli appalti "sotto soglia" durante il rettorato Cuzzocrea

MESSINA – “L’Università degli Studi di Messina negli ultimi quattro mesi ha affidato lavori e forniture per un importo complessivo di quasi 40 milioni di euro”. Era il 20 gennaio 2022 e il gruppo Pd alla Camera apriva il “caso Cuzzocrea” con una interrogazione parlamentare, primo firmatario Umberto Del Basso De Caro, rivolta al ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile e al ministro dell’Università.

L’interrogazione parlamentare

Il gruppo chiede “se siano a conoscenza delle procedure adottate per gli affidamenti diretti plurimilionari da parte dell’Università di Messina, se intendano disporre ulteriori elementi conoscitivi e se, all’esito di una compiuta istruttoria, ritengano opportuno e doveroso adottare iniziative, per quanto di competenza, per far luce sull’intera vicenda che, ad avviso degli interroganti, integra profili di responsabilità amministrativa, contabile e penale”.

“Le delibere dell’Università si caratterizzano per la scelta diretta del contraente senza alcuna procedura ad evidenza pubblica, per il ribasso praticato da tutti gli aggiudicatari nella stessa misura e, soprattutto, per il riferimento improprio alla normativa introdotta dal DL 76/2020 (articolo 2, comma 4)”, sostennero i firmatari dell’interrogazione.

Parte da qui l‘inchiesta della Procura di Messina arrivata al capolinea qualche giorno fa con l’avviso di conclusione delle indagini siglata dal procuratore capo facente funzioni Rosa Raffa e la sostituta Francesca Bonanzinga. Otto gli indagati, a cominciare dall’allora rettore Salvatore Cuzzocrea ovviamente, il direttore generale Francesco Bonanno e altri sei imprenditori. Com’è noto il Magnifico si dimetterà ad ottobre 2023 dopo il caso rimborsi, ancora al vaglio della Procura di Messina. Anche questo secondo filone è stato al centro di un nuovo intervento parlamentare.

Carabinieri in Ateneo

Dopo l’interrogazione parlamentare gli accertamenti del Nucleo Investigativo dei Carabinieri non si sono fatti attendere. Nei primi mesi del 2022 gli investigatori hanno compiuto una massiccia acquisizione di atti in Ateneo, per poi passare al vaglio le carte.

I rilievi Anac

Parallelamente si era mossa anche l’Autorità anticorruzione, che con la delibera 184 del 2022 contestava a Unime “l’insussistenza dei presupposti per l’applicazione del regime derogatorio del Decreto semplificazioni, tenuto conto che tale deroga dovrebbe essere riferita ai casi di sussistenza di ragioni di estrema urgenza strettamente derivanti dall’emergenza sanitaria in corso. Tali presupposti non ricorrono negli affidamenti considerati e nei settori indicati: le situazioni di urgenza prospettate dall’Ateneo si possono ricondurre alle situazioni di incuria e carenze manutentive protrattesi nel corso degli anni, non strettamente collegate all’emergenza Covid, così come richiesto dalla citata normativa”.

L’esposto disconosciuto

Nel fascicolo offerto alla discovery delle parti c’è anche un esposto, firmato, presentato anche questo a ridosso dell’interrogazione parlamentare. Un esposto molto dettagliato, che riporta tutte le presunte irregolarità nell’affidamento dei lavori da parte della governance dell’Ateneo. Durante gli accertamenti gli investigatori messinesi hanno interrogato sia i parlamentari firmatari dell’esposto, che hanno confermato tutti i loro rilievi, sia il firmatario dell’esposto, che ha però disconosciuto la sigla in calce all’atto.

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