Il neo sindaco è stato prosciolto per l'accusa di associazione a delinquere. Ma rinviato a giudizio per evasione fiscale. Lo stesso gli altri 8 imputati
Assoluzione per il reato di associazione a delinquere, rinvio a giudizio, invece, per evasione fiscale. E' la decisione del giudice Simona Finocchiaro, in seguito all'udienza odierna sul caso Fenapi.
Il neo sindaco Cateno De Luca incassa così un periodo di tregua ma non può dirsi al riparo da sgradite sorprese. Stamani aveva esultato perché la Cassazione ha rigettato la richiesta di arresto avanzata dalla Procura, ma dovrà ancora fare i conti con la giustizia. Prima udienza a giugno del prossimo anno.
Le presunte fatture false ammontano a circa un milione e 700mila euro, stesso reato per il quale il sindaco era finito ai domiciliari dall'8 al 20 novembre scorsi.
Oltre a De Luca, stesso esito per altri otto imputati, vale a dire assoluzione per associazione a delinquere ma rinvio a giudizio per evasione fiscale.
Andranno a processo l'ex sindaco di Alì, Carmelo Satta, la segretaria della Fenapi, Cristina Triolo, la sorella Floretana Triolo, membro del Consiglio direttivo Fenapi, l'ex sindaco di Santa Teresa (dal 1994 al 2003), Antonino Bartolotta, il commercialista Giuseppe Ciatto, il responsabile dell'area fiscale Fenapi, Francesco Vito, l'ex consigliera comunale di Santa Teresa (dal 2012 al 2017), Carmelina Cassaniti, il vicepresidente del Cda di Fenapi, Fabio Nicita, mentre l'ex presidente del Collegio sindacale del Caf Fenapi (dal 2013 al 2015) ha chiesto il rito abbreviato e sarà processato a ottobre.
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Carlo Taormina, Tommaso Micalizzi, Giovanni Mannuccia, Emiliano Covino, Massimo Brigandì, Sebastiano Campanella e Maria Grazia Bertilone.
Una faccia per ogni circostanza. Forse Messina meritava qualcosa di più che diventare il teatrino piombato per un’orgia presenzialista, dove inscenare il reality show del virtuoso camerata superdodato. A Cateno piace indossare i panni del sindaco-vigilante che veglia sulla città e sui suoi abitanti, esibendo la grinta interventista del ferreo risolutore secondo un copione ormai collaudato. Peccato che le improvvise ritirate e le vorticose inversioni di marcia abbiano fatto guadagnare al neo-sindaco il soprannome di RetroLuca.