L'ex direttore amministrativo del Policlinico di Messina si era dimesso da commissario dell'Asp Catania allo scoppio del caso
Messina – Non è più sospeso Giuseppe Laganga Senzio, dimessosi da commissario straordinario dell’Asp di Catania dopo l’interdizione a esercitare decisa dal giudice di Messina nell’ambito dell’inchiesta sul centro riabilitativo Nemo Sud di Messina. E’ stata la stessa giudice Claudia Misale a revocare la misura da lei stessa emessa per “cessate esigenze cautelari”, facendo così cadere il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione ed esercitare attività per il manager pubblico, indagato per fatti relaviti a quando era direttore amministrativo del Policlinico di Messina.
Perché la sospensione è stata revocata
“Considerato che, nell’ottica di una complessiva valutazione sistematica delle emergenze procedimentali e, segnatamente, del contesto peculiare in cui le condotte contestate all’indagato si collocano del tempo trascorso dai fatti, del comportamento tenuto dal medesimo a seguito della sottoposizione alla misura cautelare, dell’efficacia deterrente che la misura in atto può ritenersi aver esercitato nei suoi confronti, specie ove si considerino la rappresentate conseguenze sul piano dell’attività lavorativa svolta, le esigenze cautelari possono ritenersi definitivamente cessate”, scrive la giudice per le indagini preliminari, accogliendo la richiesta degli avvocati Nino Favazzo e Carmelo Peluso, difensori di Laganga.
L’avvocato Favazzo: “Quadro indiziario da rivalutare”
“Ho motivo di ritenere che sulla valutazione del Gip, che revoca la misura per cessazione delle esigenze cautelari, abbiano comunque inciso le dichiarazioni a chiarimento della propria posizione rese dal dottor Laganga, nel corso del recente interrogatorio innanzi al Pm. Auspico che anche il quadro indiziano possa essere, a breve, favorevole rivalutato”, commenta l’avvocato Favazzo (nella foto).
L’inchiesta sul centro Nemo Sud di Messina
L’indagine sul merito dei fatti contestati agli indagati va avanti. In estrema sintesi l’accusa è di aver usufruito e avallato l’uso di fondi pubblici a favore del Centro in base ad una convenzione col Policlinico di Messina palesemente irregolare, nella prospettazione della Procura.
Sul piano cautelare invece altre posizioni sono state nel frattempo riviste. Qualche giorno fa il Tribunale del Riesame ha revocato il sequestro di 20 mila euro disposto a carico del professor Giuseppe Vita, figura centrale dell’inchiesta. Subito dopo l’interrogatorio, in precedenza, la stessa Gip Misale aveva annullato la sospensione dello stesso medico, difeso dall’avvocato Bonaventura Candido.