No ai domiciliari per l'ex sindaco di Capo d'Orlando Enzo Sindoni, indagato per corruzione in una vicenda di rifiuti e sponsorizzazioni dell'Orlandina Basket
Anche per la Corte di Cassazione non ci sono gli elementi per arrestare l’ex sindaco di Capo d’Orlando Enzo Sindoni e gli imprenditori Antonio e Andrea Paterniti Isabella, indagati per una vicenda legata al settore rifiuti e risalente al 2015.
La Suprema Corte ha annullato -senza rinvio – l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Messina che lo scorso anno aveva detto sì ai domiciliari. Precedentemente il giudice per le indagini preliminari aveva invece rigettato la richiesta della Procura di applicare la misura cautelare all’ex primo cittadino, ai due imprenditori ed all’ingegnere Michele Gatto, ex tecnico comunale.
Richiesta che la Procura di Patti ha avanzato alla fine dell’indagine su un presunto caso di corruzione, concretizzatosi nella sponsorizzazione dell’Orlandina Basket, che fa capo a Sindoni, da parte dell’azienda dei Paterniti, attiva nel settore rifiuti. Sotto la lente anche l’affidamento del servizio raccolta ad un’azienda di Antonio Paterniti, mentre Andrea Paterniti era assessore.
Per la Cassazione, quindi – che ha dato ragione ai difensori, gli avvocati Carmelo Occhiuto e Franco Pizzuto – non ci sono i gravi indizi di colpevolezza adombrati dalla PM Alice Parialò.