Si tratta del direttore di sezione della ragioneria di Palazzo Zanca, nonché braccio destro del ragioniere generale Cama, che all’epoca dei fatti incriminati era in comando presso il Consorzio Autostrade
La bufera giudiziaria che ha travolto il Cas provoca conseguenze anche sul piano disciplinare per i sei dirigenti coinvolti. Gli investigatori della Direzione Distrettuale Antimafia, su input del pool di magistrati composto dal Sostituto Procuratore Sebastiano Ardita e dal Sostituto Stefania La Rosa, hanno passato a setaccio quasi 70 appalti riguardanti il biennio 2012-2013 e, secondo l’accusa, sarebbero stati sottratti circa 1milione e 300mila euro dalle casse del CAS.
I sei dirigenti Anna Sidoti, Antonio Lanteri, Stefano Magnisi, Angelo Puccia, Gaspare Sceusa e Alfonso Schipisi, già raggiunti dall’ordinanza della Magistratura che ha disposto nei loro confronti la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio o servizio per la durata di sei mesi, si sono visti recapitare anche il provvedimento di sospensione e decurtazione del 50% dello stipendio mensile da parte dell’ente di appartenenza.
Alle misure cautelari disposte dal gip si aggiungono infatti i provvedimenti disciplinari adottati sia dal Consorzio Autostrade siciliane che dal Comune di Messina, di cui è dipendente Stefano Magnisi.
Magnisi – che durante il periodo finito sotto la lente di ingrandimento della Procura e della Dia era in comando al Cas con funzioni di ragioniere capo, con qualifica di supporto al Rup in virtù di numerosi decreti e con ruoli di collaboratore tecnico a vario titolo – è direttore di sezione della ragioneria di Palazzo Zanca, nonché braccio destro del ragioniere generale Cama.
Nell’ordinanza emessa dal gip, sulla sua posizione si legge testualmente: « la circostanza per cui egli attualmente non presta più servizio per il Cas , presso cui era distaccato all’epoca dei fatti, in quanto rientrato al Comune di Messina, non vale escludere il paventato rischio di reiterazione criminosa… E’ di tutta evidenza che il Magnisi, in ragione della qualifica rivestita, bene potrebbe continuare a strumentalizzare per fin personali – anche in via indiretta – il ruolo di dipendente pubblico attualmente ricoperto presso un’altra pubblica amministrazione».
Il Comune ha dunque deciso di adottare nei confronti di Magnisi un provvedimento di sospensione cautelativa dal servizio e dagli emolumenti, attuando al contempo una decurtazione del 50% della retribuzione fissa mensile con esclusione di ogni compenso accessorio.
Stessa sorte è toccata a Sidoti, Lanteri, Puccia, Sceusa e Schipisi, per i quali il provvedimento disciplinare è stato emesso dal Cas, essendo loro interni al Consorzio che in Sicilia gestisce le autostrade Messina-Catania-Siracusa, Messina-Palermo e Siracusa-Gela.
Danila La Torre
I “Sei dirigenti” che se nella peggiore delle ipotesi saranno sospesi ma percepiranno comunque una pensione che i comuni mortali non percepiranno neanche lavorando 10 vite.
Tanto in Italia vige la legge del più furbo…
I “Sei dirigenti” che se nella peggiore delle ipotesi saranno sospesi ma percepiranno comunque una pensione che i comuni mortali non percepiranno neanche lavorando 10 vite.
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