Chiesto il processo per la conducente della Fiat 600 che effettuò inversione ad U in un tratto vietato. Milena invece viaggiava in sicurezza
E’ omicidio stradale l’accusa per la 70enne alla guida della Fiat 600 che il 12 giugno dello scorso anno ha impattato contro la moto di Milena Visalli, causando la morte della trentaquattrenne.
La Procura di Messina ha chiuso gli accertamenti sull’incidente cristallizzando l’accusa a carico della donna che quel giorno compì inversione ad U sulla Consolare Pompea, malgrado la striscia longitudinale continua, tagliando la strada di fatto alla Honda di Milena, che non ha fatto in tempo ad evitarla, impattando prima contro la ruota dell’utilitaria, poi violentemente a terra. Impatto che non le ha lasciato scampo.
Decisive, nel ricostruire l’incidente, le immagini di alcune telecamere in zona, che hanno filmato Milena sopraggiungere, pochi istanti prima dell’impatto, con andatura regolare e col casco allacciato. Le testimonianze e gli accertamenti tecnici invece hanno stabilito che la Fiat aveva effettuato inversione ad U velocemente, in un punto vietato.
Il sostituto procuratore Annalisa Siliotti, titolare del caso, ha perciò chiesto il rinvio a giudizio della settantenne, che il prossimo 12 luglio comparirà davanti al GUP Tiziana Leanza per il vaglio preliminare. La donna è difesa dall’avvocato Vincenzo La Cava, mentre i familiari di Milena si sono affidati all’avvocata Luciana Intelisano.
“Nessuno potrà mai restituire Milena, nessuno potrà mai restituirci la gioia di vivere – commenta la mamma della ragazza – Milena era una ottima motociclista, attenta alle regole della strada, consapevole dei pericoli stradali ma altrettanto consapevole che sulla strada vanno rispettate le regole del codice, sapeva che ogni infrazione poteva comportare la morte. Purtroppo la violazione delle regole elementari del codice della strada comporta spesso gravissimi incidenti e, come per Milena, la morte. Vorremmo che nessuno debba più provare il dolore immane che stiamo provando noi della famiglia, chiediamo solo giustizia per Milena, perché sia monito per tutti. Confidiamo nella giustizia e nel fatto che arrivi nel più breve tempo possibile”.
vedi qui IL FUNERALE DI MILENA VISALLI
Mi auguro, di cuore, che la Famiglia della sfortunata Milena non debba subire nel tempo lo stesso oltraggio della Famiglia della povera Lorena Mangano. Quei reati non erano meno gravi, anzi, e con l’aggravante che un tutore della Legge fu la causa di quella disgrazia. Eppur giustizia non abbiamo visto, nessuno.
A prescindere dal personale ragionamento, resta la solidarietà per le Famiglie, due delle tante, troppe, costrette a pagare dazio per la sciagurata condotta altrui.