Anche la società potrebbe rispondere della morte dell'operaio rovinato nel torrente Pace mentre guidava la spazzatrice, nel 2014. Secondo la Procura avrebbe dovuto essere meglio istruito sull'uso del mezzo di servizio.
Si allungano i tempi dell'udienza preliminare sulla morte di Antonino Tomasello, l'operaio di Messinambiente spirato durante il turno, il 3 luglio 2014. Il GUP Daniela Urbani ha ammesso la chiamata in causa quale responsabili civili della societá che si occupa della raccolta rifiuti, e della compagnia assicurativa che la tutela. Il giudice ha quindi accolto la richiesta degli avvocati impegnati, e ora la stessa societá entra nella vicenda processuale. L'udienza è stata quindi aggiornata al prossimo 11 luglio.
Nove gli indagati individuati dalla Procura: Alessio Ciacci, allora commissario di MessinaAmbiente, il responsabile del Personale Natale Cucè, il responsabile dell’Autoparco Filiippo Marguccio, il direttore tecnico Antonino Miloro, l'ex liquidatore Armando Di Maria, Pietro Arrigo, Roberto Lisi e Cesare Sindoni quali responsabili dei servizi di prevenzione e protezione e il dirigente responsabile Claudio Sindoni.
L'ipotesi d'accusa è di omicidio colposo. La perizia medico legale ha infatti stabilito che l'operaio è morto per le complicanze seguite all'incidente, e non fu invece stroncato da un malore che poteva avergli fatto perdere il controllo del mezzo. In sostanza ai dirigenti e dipendenti di Messinambiente la Procura contesta la mancata vigilanza sulle norme di sicurezza poste a protezioen del personale che effettua i servizi in strada, in particolare la mancata formazione degli operai al corretto uso dei mezzi, in questo caso specifico la spazzatrice.
Alessandra Serio