Sono cinque gli indagati per l'incidente avvenuto nell'agosto dell'anno scorso sull'A20 all'altezza di Villafranca nel quale moririono una donna ed il figlio di 16 mesi e restarono ferite altre quattro persone. A questo incidente sarebbe legata una spedizione punitiva del febbraio scorso a SPadafora nel quale fu ucciso un messinese.
Il 12 agosto dell’anno scorso sull’autostrada Messina-Palermo, all’altezza di Villafranca Tirrena, una Renault Laguna SW volò dal viadotto Fiorentino dopo un urto contro un’altra auto. Nell’impatto morirono la trentenne Giovanna De Salvo ed il figlio di 16 mesi Andrea D’Arrigo che era seduto sulle sue gambe sul sedile posteriore.
Per questo tragico incidente adesso sono indagate cinque persone. Il sostituto procuratore Alessia Giorgianni ha chiuso le indagini ed ha inviato i relativi avvisi in cui si ipotizza il reato di omicidio colposo. Restano indagati, rispetto all’apertura dell’inchiesta, l’ingegner Gaetano Sciacca, all’epoca Commissario del CAS, l’ingegner Gaspare Sceusa, dirigente area tecnica di gestione del Consorzio, l’architetto Letterio Frisone, dirigente dei servizi di gestione ed il geometra Carmelo Cigno responsabile di zona. Nel registro degli indagati il magistrato ha inserito l’ex commissario straordinario del Cas Calogero Beringheli sempre con l’ipotesi di reato di omicidio colposo. Non sono emerse, invece, responsabilità ed esce dall’inchiesta, Davide Giorgianni, 26 anni di Spadafora, il conducente della Renault Clio che, durante un sorpasso, è entrata in contatto con la Laguna, poi volata dal viadotto.
Secondo quanto ricostruito dalla Polstrada i due nuclei familiari avevano deciso di trascorrere il pomeriggio a Milazzo. Superato lo svincolo di Villafranca la Renault Laguna, sulla quale viaggiavano le due famiglie, si è toccata con la Clio. Dopo un testa coda l’auto ha sfondato il guard rail ed è caduta nel vuoto. Sul viadotto Fiorentino, infatti, le barriere protettive non erano state sostituite per essere rimpiazzate con quelle più moderne e resistenti. Nell’incidente morirono la 30enne Giovanna De Salvo ed il figlio Andrea di 16 mesi. Rimasero feriti il marito della donna, Fortunato D’Arrigo, che guidava la Renault Laguna, la coppia di coniugi che era in auto con loro e il figlio di 11 mesi. A quella tragedia sarebbe legata la spedizione punitiva del 10 febbraio scorso a Spadafora nel corso della quale fu ucciso il messinese Domenico Santapaola. A sparare, per legittima difesa, fu l’ex guardia giurata Francesco Giorgianni fratello di Davide l’uomo che nell’incidente era alla guida della Clio. Secondo l’accusa Santapaola, con altri due complici poi arrestati dai Carabinieri, avrebbero organizzato un agguato per far pagare a Davide Giorgianni la morte di Giovanna De Salvo e del suo bambino.