L’idea sembrava tramontata, visto che Enna stava per definire l’accordo con Palermo. Ad inizio della prossima settimana, invece, si terrà un incontro a Messina per valutare una possibile intesa. Confcommercio continua a perseguire questa strada e lunedì proporrà un sit in davanti alla sede di piazza Cavallotti
69mila imprese registrate a fronte di un minimo di 80mila per accedere al fondo perequativo da circa un milione di euro. Linfa vitale per un ente, la Camera di Commercio di Messina, che incassa 5 milioni all’anno di diritti camerali ma che spende 4 milioni per le pensioni e 1 milione e 600mila euro per gli stipendi. Senza contare che, da quest’anno, in tutta Italia, i tributi camerali saranno ridotti del 35 %, nel prossimo del 40 % e tra due anni del 50 %.
La Regione Sicilia è l’unica italiana che non permette agli enti camerali di destinare ad appositi fondi le pensioni dei dipendenti, con la conseguenza di dover sostenere costi che gravano pesantemente sui bilanci. Ecco perché, nei giorni scorsi, il presidente di Confindustria Messina, Alfredo Schipani, aveva invitato la politica ad intervenire per consentire di trasferire agli enti deputati l’onere e la gestione delle pensioni.
Nel frattempo, però, occorre subito fare cassa. E, su questo aspetto, l’unica soluzione, secondo Confindustria, è quella dell’accorpamento con le Camere della Sicilia Orientale. Un’ipotesi avversata da più parti, perché si finirebbe col dover “sottostare” a Catania, la provincia che conta il maggior numero di imprese.
L’unica alternativa che sembrava plausibile era stata avanzata dal presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Giovanni Ardizzone, nel corso del tavolo con tutta la deputazione regionale messinese organizzato dalla presidente del Consiglio comunale, Emilia Barrile. “L’accorpamento con Enna – aveva detto Ardizzone – permetterebbe di salvare sia l’autonomia, perché presidente e segretario resterebbero a Messina, sia il fondo perequativo. Certo, bisogna anche vedere se Enna è d’accordo, visto che aveva già espresso l’intenzione di essere accorpata a Palermo. A mio avviso ci può essere unità d’intenti considerata anche la vicinanza delle due province sui Nebrodi”.
In settimana, però, sembrava che la decisione di Enna verso Palermo fosse definitiva e che il progetto stesse sfumando. Adesso, invece, potrebbe esserci un nuovo cambiamento di fronte. Ad affermarlo è il presidente di Confcommercio, Carmelo Picciotto, che non si vuole dare per vinto. “Abbiamo raccolto il suggerimento del presidente Ardizzone – afferma – e abbiamo avviato un’interessante interlocuzione con i nostri amici di Enna. Sono disposti a fare un passo indietro rispetto all’accordo con Palermo, tant’è che ci hanno chiesto un incontro urgente da tenersi a Messina ad inizio della prossima settimana, alla presenza proprio di Ardizzone, che ha avuto la felice intuizione di proporre quest’unione per evitare ad entrambe le province di essere ‘cannibalizzate’ da altre realtà più grandi”.
Confcommercio aveva già preannunciato un sit-in proprio davanti alla Camera di Commercio per lunedì mattina, alle 10.30, anche per sollecitare l’assessorato regionale alle Attività Produttive a provvedere all’insediamento del Consiglio camerale, come da recente decisione del Tar. Adesso l’associazione dei commercianti sprona le istituzioni e la politica locale a partecipare, dopo aver già ottenuto il consenso della presidente Barrile.
L’ottimismo permane, non scalfito neppure da un’amara nota a margine, riguardo ad un tavolo organizzato da Uniti per Messina proprio in contemporanea col sit in di Confcommercio. “Dopo due anni di chiacchiere – conclude Picciotto – è giunto il tempo di agire per tentate di salvare senza infingimenti e giochi di parole il nostro Ente Camerale”.
(Marco Ipsale)