Per Naxoslegge in viaggio con Tomasi l'ultimo appuntamento è stato a Capo d'Orlando a Villa Piccolo.
A Capo D’Orlando l’ultimo degli appuntamenti letterari di “Pomeriggi al Piccolo caffè” con “Conversazioni su Tomasi di Lampedusa”, promosso dalla Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella. L’incontro rientra nell’ambito del progetto itinerante di “Naxoslegge in viaggio con Tomasi”, curato da Fulvia Toscano e Maria Antonietta Ferraloro, per celebrare due importanti avvenimenti nel biennio 2017/8: i sessant’anni dalla morte dello scrittore e dalla prima pubblicazione del “ Gattopardo”. Introducendo i lavori, Alberto Samonà, scrittore e giornalista, ha sottolineato il legame imprescindibile tra l’autore e la dimora dei suoi adorati cugini. Villa Piccolo per Tomasi era “ oasi di luce”, luogo di riposo e svago, ed anche di duro lavoro infatti proprio nella sua stanza orlandina che gli consentiva di ammirare l’isola di Salina, presero vita numerose pagine della sua celebre opera d’arte. Fulvia Toscano, moderando il seminario, ha dato la parola a Salvatore Silvano Nigro, tra i più importanti studiosi di Giuseppe Tommasi, ad Emanuele Trevi, scrittore e critico letterario e a Maria Antonietta Ferraloro, saggista. I relatori partendo proprio dal
” Gattopardo” hanno dibattuto sul ruolo del libro che diventato un classico rischia di essere percepito come irraggiungibile. E’ necessaria una lettura propria, evitando in modo particolare per gli studenti, di cadere in banalizzazioni del pensiero degli autori. La riflessione sullo status di classico deve quindi prescindere dalle ovvie sedimentazioni critiche e dai luoghi comuni; l’approccio al fatto letterario quindi percepito come “ pressione del mondo sull’uomo.”
La critica non può prescindere da una visione empatica, iniziando da un grado zero del discorso, partendo dai testi sui testi. L’incontro che ha visto una copiosa presenza di pubblico, sfatando il mito metropolitano che vede sedie vuote ai convegni e strade gremite alle sagre enogastronomiche, potrebbe essere l’ultimo evento a Villa Piccolo. La Fondazione infatti veleggia a vista a causa di una imbarazzante mancanza di fondi da parte della Regione Sicilia che supera il milione di euro. Chiudere il cancello di una dimora così ricca di storia e di suggestione sarebbe un peccato mortale, si perderebbe un frammento della nostra isola, una visione reale ed onirica insieme, un pezzo di mondo che fa parte del nostro dna. Se “ la bellezza salverà il mondo” secondo quanto ci racconta Dostoevkij ne "L'idiota", Villa Piccolo deve essere salvata.
Marina Romeo