Anche l'ordine degli avvocati di Messina ha partecipato all'edizione di Taobuk con un'iniziativa di grande interesse.
“Da tempo abbiamo intrapreso un percorso di apertura del'Ordine alla cultura perché ogni Ordine professionale dovrebbe essere uno strumento di crescita del tessuto sociale nel quale opera. Da anni invitiamo gli autori a presentare i propri libri nelle nostre sedi istituzionali. Questo spazio all'interno di Taobuk ci rende orgogliosi perché ci fa comprendere che il percorso avviato è apprezzato e funziona".
Così il presidente dell'Ordine degli avvocati di Messina, Vincenzo Ciraolo, in apertura della sessione pomeridiana di Taobuk dedicata agli avvocati scrittori. Michele Salazar (Reggio Calabria), Ettore Randazzo (Siracusa), Guglielmo Pispisa (Messina), Fabio D'Anna (Marsala), Ennio Tinaglia (Palermo), Marco Martinez (Oristano) e Roberto Delogu (Cagliari): questi i sette avvocati scrittori seduti al tavolo dei relatori. Hanno raccontato la loro passione per la scrittura, la loro personale voglia, per dirla con le parole del professore Salazar, di "uscire fuori dalla gabbia dell'esistenza".
Una voglia che accomuna queste sette "penne" che hanno trovato ciascuna un personale percorso di originalità al quale l'esperienza professionale forense ha dato il proprio contributo, in alcuni casi in modo evidente.
Così Salazar ha regalato al lettore una presa in giro ironica di alcune assurde leggi borboniche come quella che imponeva di pagare una tassa sui becchi; Tinaglia, nel suo Sanspapier, ha fatto emergere i tratti più dolorosi della crisi della professione; Randazzo ha espresso la necessità di restituire dignità a un mestiere che da molti è dipinto in modo distorto e, troppo spesso, ridicolizzato; Martines dell'"idiozia nella giustizia" ha raccolto casi documentati di "bestialità giuridiche" (dalla tassa sulle paludi e sui bottoni, al divieto ancora vigente in Inghilterra di entrare in parlamento con l'armatura!).
E se per qualcuno di loro scrivere è una "valvola di sfogo" per qualcun altro, come Guglielmo Pispisa, è strumento di equilibrio. "Non potrei immaginarmi senza essere avvocato nè senza essere scrittore. Entrambe le professioni necessitano di due doti: fantasia e disciplina. Senza fantasia e senza disciplina non si riesce a essere né un buon avvocato né un buono scrittore".
"Questa – ha dichiarato l'avv. Francesco Marullo di Condojanni, presidente della commissione cultura del Consiglio Nazionale Forense – è una bella occasione di confronto e ci dà il polso di una Avvocatura che può e vuole uscire dagli stretti confini delle aule di giustizia ed essere all'avanguardia da un punto di vista sociale e culturale".
E proprio dalla prestigiosa sede del Taobuk il presidente dell'Ordine degli avvocati di Messina Ciraolo ha lanciato la proposta di istituire, a livello nazionale, un premio letterario riservato agli avvocati scrittori". "Una proposta molto interessante – ha commentato Marullo. Troveremo il modo per renderla realtà".