Sono tre le Regioni che stanno ricorrendo alla Consulta sul decreto sicurezza mentre altre tre stanno valutando di fare altrettanto.
Il primo è stato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che ha presentato il ricorso contro il decreto perché “ostacola il funzionamento dei servizi e della sanità di competenza regionale. Lascerà persone senza diritti, accrescerà il numero di irregolari e ostacola anche funzioni di controllo". Rossi ha però ribadito che non seguirà la strada dei sindaci Orlando e De Magistris sospendendo il decreto o disapplicandolo “non farò atti di disobbedienza civile".
L’esempio della Regione Toscana è stato seguito dalle Regioni Umbria e Piemonte che si sono rivolte alla Corte Costituzionale, come annunciato dai rispettivi presidenti Catiuscia Marini e Sergio Chiamparino..
In queste ore anche Emilia Romagna, Calabria e Lazio stanno valutando la stessa ipotesi.
Il nodo centrale del ricorso sono le ripercussioni in tema di diritti costituzionalmente garantiti e che verrebbero compromessi dall’applicazione del decreto che prevede il divieto di rinnovo del permesso di soggiorno per motivi umanitari.
Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando continua la sua battaglia anche se, in quanto Ente locale non può impugnare direttamente davanti alla Consulta il decreto: “Spero che un giudice impugni la mia sospensiva perché solo così potrò sollevare davanti alla Corte Costituzionale l’incostituzionalità del decreto”