Sono passati due anni da quando uno dei serbatoi della raffineria prese fuoco, scatenando il panico nella valle del Mela. Da allora, non sono stati redatti i Piani di Emergenza, nè sono stati spostati i serbatoi a ridosso del centro abitato di Archi, nè è stato approvato il Piano Paesaggistico dell'Ambito 9
“A due anni dall’incendio al serbatoio RAM non esistono i piani di emergenza e di evacuazione; non sono stati allontanati dalle abitazioni gli altri serbatoi della raffineria; non è stato approvato il Piano Paesaggistico dell’Ambito 9; in sostanza, non è cambiato nulla”. È una sintesi amara quella di Peppe Maimone, presidente Adasc, che ha parlato ieri nel corso di una manifestazione organizzata dalla parrocchia di Archi e da alcune associazioni ambientaliste, in occasione del secondo anniversario dell’incidente alla RAM.
Anche stavolta non è mancata la dura invettiva di padre Giuseppe Trifirò, che ha rivolto il suo appello al presidente Renzi: “Ho scritto una lettera al presidente del Consiglio perché sono stato ispirato dalle sue stesse parole: prevenzione e risanamento. Le ha pronunciate in occasione del terremoto di Amatrice, ma calzano a pennello anche per la nostra zona. E, d’altra parte, i terremoti sono solo uno dei fattori di rischio che potrebbero scatenare un incidente rilevante nel polo industriale. Purtroppo, quando la politica si limita a chiacchierare, non resta che appellarsi alla Madonna; nella speranza che, intanto, qualcosa finalmente cambi, dopo decenni di morti causati dall’inquinamento industriale”.
Nel tentativo di smuovere le acque, alcune associazioni hanno promosso alcune iniziative che toccano tutti i temi nevralgici della convivenza tra industrie pesanti e cittadinanza. È stato dunque annunciata l’opposizione al TAR contro il ricorso di A2A, che ha chiesto l’annullamento del parere negativo del Ministero dei Beni Culturali sul progetto di riconversione della centrale Edipower di San Filippo del Mela. Ma è stato anche annunciato l’acquisto di una nuova centralina di monitoraggio, che andrà a sostituire quella più obsoleta già installata sul campanile di Archi; le rilevazioni effettuate saranno visibili sul sito www.incendiomilazzo.it.
Un’altra questione, emersa di recente, riguarda la ESI spa, azienda che si occupa dello smaltimento di rifiuti speciali. ESI ha infatti presentato un progetto che prevede ”attività di incenerimento” di rifiuti pericolosi come fanghi, morchie, rifiuti sanitari. “L’assessorato regionale alle Attività Produttive ha già convocato per l’11 ottobre una Conferenza dei Servizi sul tema. Vogliono fare presto, e dunque dobbiamo muoverci anche noi. Altro che bonifiche, si parla solo di come peggiorare ulteriormente la situazione della valle del Mela” – chiosa Maimone.
In realtà, secondo il Piano Paesaggistico dell’Ambito 9, nella zona industriale della valle del Mela non dovrebbero essere autorizzati impianti che peggiorino l’impatto ambientale complessivo, e anzi si dovrebbe andare in direzione delle bonifiche e del superamento delle industrie pesanti. Il Piano, però, è stato adottato ma non ancora approvato dall’assessorato regionale ai Beni Culturali; e, a 7 anni dalla sua redazione, rischia di diventare obsoleto. “Non c’è nessuna intenzione da parte dell’assessore Carlo Vermiglio di approvare il Piano” – sottolinea l’associazione MAN – “e anche i pochi indizi che l’assessore lancia sono negativi, visto che è stato fatto decorrere il termine di 6 mesi per avviare la procedura di vincolo di un’area archeologica tardo-romana, ritrovata nei terreni della centrale Edipower e segnalata dalla Soprintendenza di Messina”.
La battaglia si giocherà dunque al TAR, nella speranza che questo consideri già operanti sul territorio le norme di salvaguardia previste dal Piano. “Le prescrizioni di legge sono chiare, e una sentenza del TAR Catania lo conferma: se le aree interessate sono già vincolate dal Piano, si applicano le norme di salvaguardia; che, altrimenti, non avrebbero ragion d’essere, visto che servono a tutelare il territorio nel periodo che intercorre tra l’adozione del Piano e la sua definitiva approvazione” – spiega ancora MAN.
Nel corso dell’incontro si è parlato anche del nuovo prefetto di Messina, Francesca Ferrandino: “Abbiamo chiesto un incontro per fare il punto sui Piani di Emergenza, interno ed esterno, che molto probabilmente andranno aggiornati” – spiega Maimone – “se così fosse, speriamo si proceda a breve; altrimenti, chiederemo che venga avviata una procedura d’infrazione europea”.
Sul palco di Archi c’è stato spazio anche per gli amministratori della zona: erano presenti i rappresentanti di Gualtieri, Condrò, San Pier Niceto, Torregrotta, Santa Lucia del Mela, Monforte San Giorgio, Furnari, Milazzo. Ma l’attenzione – e il microfono – sono stati monopolizzati da Renato Accorinti, sindaco di Messina: che, tra Ponte, Tir e altri argomenti poco pertinenti, ha parlato anche del suo ruolo come sindaco della Città Metropolitana nelle lotte ambientaliste della valle del Mela. “La sensibilità dei cittadini sui temi ambientali sta cambiando; presto cambierà anche quella delle istituzioni. Ma dobbiamo essere uniti e numerosi per farcela” – ha concluso il primo cittadino messinese, davanti a qualche decina di spettatori.