Il sindacato chiede alle cliniche private l'assunzione del personale infermieristico ed ausiliario, così come definito dall'Asp che ha riscontrato carenze di personale in tutte le strutture, tranne a Villa Salus e clinica San Camillo. Obiettivi della battaglia sindacale: tutelare i lavoratori e migliorare la qualità assistenziale
Nei giorni scorsi il risultato tanto atteso: l’Asp ha stabilito che le cliniche private devono assumere infermieri e ausiliari. Un obiettivo che la Fp Cgil ha centrato dopo mesi di note, incontri, tavoli tecnici e mancate convocazioni. La fine di un percorso portato avanti dal sindacato per il miglioramento delle condizioni lavorative nelle strutture private, partendo proprio dal sottodimensionamento degli organici e chiedendo a gran voce l'adeguamento della dotazione organica per ottenere altresì una risposta assistenziale più performante sotto il profilo qualitativo e della sicurezza. Il Direttore Generale dell’Asp Gaetano Sirna ha firmato, congiuntamente al Direttore dell’Uoc Ospedalità Privata Marigliano Fazio, una nota che evidenzia carenze in organico ed impone assunzioni in linea con i parametri del l'accreditamento.
Adesso però le cliniche dovranno rispettare quanto definito dall’Asp. E la Cgil non ha intenzione di rimanere a guardare. Per questo la segretaria generale Clara Crocè, il coordinatore provinciale Antonio Trino e Guglielmo Catalioto per la Fp Cgil Medici chiedono di procedere con le assunzioni. Un provvedimento che non tocca Villa Salus e clinica San Camillo, dove non sono state invece riscontrate carenze di organico.
La segretaria Crocè, oggi in conferenza stampa, ha evidenziato l'intensa attività sindacale svolta in quest'ultimo anno, grazie all'apporto dei responsabili della sanità privata Giuseppe Nava e Nino Rizzotti, sottolineando che l'iniziativa intrapresa dall'Asp scaturisce dalla richiesta della Fp Cgil di tavoli tecnici per verificare gli standard strutturali e le dotazioni organiche.
“La sanità privata – ha detto la Crocè- eroga servizi sanitari in regime di convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, per cui usufruisce di importanti finanziamenti pubblici parimenti alle strutture ospedaliere e per questo motivo deve adeguare gli organici come imposto dall'Asp. Giornalmente si rivolgono a noi tanti lavoratori, stanchi di carichi di lavoro spesso e volentieri estenuanti. Lo scopo per il quale abbiamo dato il via a questa iniziativa sta proprio nella necessità di tutelare i lavoratori e migliorare la qualità assistenziale; il professionista che lavora bene fornirà una assistenza ancora migliore in termini di performance”.
Trino e Catalioto hanno invece puntato l’attenzione sul fatto che quando mancano le figure di supporto all'infermiere, sarà questo a doversi sobbarcare del lavoro che dovrebbero svolgere gli operatori socio sanitari e questa situazione si ripercuote negativamente sulla qualità assistenziale erogata e percepita. “E' anacronistico -spiegano i due sindacalisti- sostenere che le strutture private sono in regola solo perché rispettano i dettami della L.39/88: è una legge troppo obsoleta e non più rispondente ai nuovi principi di Governo e Rischio Clinico e poi, come risaputo, la stessa prevede requisiti minimi e massimi e guarda caso tutti sono allineati sul minimo. Non si può far passare l'idea che con il minimo sforzo si ottenga la migliore assistenza possibile in termini qualitativi e, conseguentemente, in termini di sicurezza. Le esigenze economiche, comprensibili sotto l'aspetto manageriale, devono obbligatoriamente tener conto dell'imprescindibile garanzia di sicurezza cui ogni azienda sanitaria deve mirare e ciò si garantisce anche con una adeguata assistenza specialistica h24 per 365 giorni l'anno”.
I rappresentanti della Fp Cgil non comprendono i motivi per cui molte cliniche private si siano sottratte ad un confronto con il sindacato, anche solo per smentire le segnalazioni di criticità. “Il nostro unico interesse è salvaguardare posti di lavoro, diritti dei lavoratori e dei cittadini malati. Quando le criticità esplodono improvvisamente in maniera eclatante, come riportato recentemente dagli organi di stampa regionale, l'evento avverso non è contenibile e a farne le spese sono le fasce più deboli”.
Il sindacato lancia dunque un appello: “Inviatiamo le cliniche private interessate ad adeguare i propri organici così come hanno fatto l’Istituto Ortopedico e la clinica Cappellani”.