Tardano i lavori per realizzare la bretella alternativa lungo il torrente. E così il viadotto, che rappresenta la prosecuzione della Statale 114, rimane “incerottato”: da quattro anni si transita a senso unico alternato
Ogni volta sembra quella buona, Ma sistematicamente, con canonica puntualità, i lavori per la realizzazione di una bretella alternativa al ponte Nisi, sull’omonimo torrente, non iniziano. E così il viadotto, che rappresenta la prosecuzione della Statale 114, rimane “incerottato”: da quattro anni si transita a senso unico alternato, in attesa dell’intervento di messa in sicurezza. La regolamentazione è affidata ad un impianto semaforico. Amministratori e cittadini si sono detti stanchi di attendere. E così in una afosa giornata di mezza estate si sono dati appuntamento a Nizza ed Alì Terme, i due centri jonici uniti dal ponte. Dalle piazze principali si sono diretti verso il viadotto. Non erano tanti, una cinquantina in tutto, ma si sono fatti notare, senza comunque creari gravi disagi alla viabilità.
C’erano i sindaci di Alì Terme e Nizza, Giuseppe Marino, con tanto di fascia tricolore e Giuseppe Di Tommaso, con i rispettivi vice Pietro Caminiti e Salvatore Bruno; il primo cittadino di Fiumedinisi, Alessandro Rasconà ed anche il presidente dell’Agenzia nazionale giovani ed ex consigliere comunale di Nizza di Sicilia, Giacomo D’Arrigo. Insieme a loro, consiglieri e assessori. “Siamo stanchi di aspettare”, si legge nello slogan contenuto in un cartellone esposto dal vicesindaco di Alì Terme, Caminiti. “Con questa iniziativa vogliamo dire basta ai ritardi – esordisce il numero due dell’amministrazione aliese – e sollecitare per l’ennesima volta l’Anas. Adesso abbiamo coinvolto anche i cittadini, considerato che si tratta di un’opera fondamentale per il nostro territorio. Inoltre – incalza Caminiti – l’intervento deve essere eseguito proprio in questo periodo, entro l’autunno. Quindi se i lavori non inizieranno entro agosto, se ne parlerà dopo l’inverno. E proseguirebbero i disagi per gli utenti. Non è più tollerabile. E, soprattutto – conclude il vicesindaco – non possiamo essere trattati da terzo mondo”.
Carmelo Caspanello