Il presidente della V circoscrizione parla di un inopinato parere da parte del Dipartimento Urbanistica, mentre il Dipartimento Patrimonio ha attestato che la via è parte integrante del demanio stradale comunale
“La vicenda della privatizzazione di Via Nicaragua richiama l'attenzione su un problema che per l'Amministrazione Comunale costituisce un nervo scoperto, particolarmente infiammato in questi giorni per via della disputa paradossale attorno alla titolarità della Casa del Portuale. Mi riferisco all'approssimazione che, alle volte, sfocia nella totale incapacità di certificare se un bene, sia esso un edificio piuttosto che una strada o una villetta, sia di proprietà comunale o meno”.
A scriverlo, è il presidente della V circoscrizione, Santino Morabito, che interviene sulla questione. “Non ci saranno risvolti politici né appassionate discussioni – scrive – ma per la comunità locale è un sopruso al quale l’amministrazione deve porre rimedio”. E ripercorre i termini della vicenda. “L'atto notarile con il quale tempo fa è stata trasferita la proprietà di un'unita immobiliare al piano terra di Via Nicaragua attribuisce alla strada in questione la natura di pertinenza privata. Sulla scorta di quest'atto e di un inopinato parere del Dipartimento di Urbanistica del Comune, la nuova proprietà ha iniziato una vera e propria strategia di occupazione lenta e progressiva della strada”.
Lo scorso 23 luglio, Morabito ha denunciato all’assessore al Patrimonio il tentativo di chiudere l'accesso alla strada attraverso la collocazione di fioriere cementate alla sede stradale. “Qualche giorno dopo – racconta – spuntava all'alba, sulla strada, un cartello che ne indicava la natura giuridica di proprietà privata. Chiedevo l'intervento della Polizia Municipale. La mattina del 28 luglio, dinnanzi ad una ventina di cittadini che avevano formato un sit in spontaneo sulla strada per protestare contro ciò che temevano sarebbe successo di lì a poco, si presentavano i vigili del Nucleo Decoro Ambientale che effettuavano un accertamento presso l'abitazione del privato. Uscendo dall'abitazione i vigili annunciavano a tutti che non vi era alcuna intenzione di collocare cancellate per chiudere la Via Nicaragua. Appena due giorni dopo si consumava la beffa che gabbava il rione, il Comune ed il Corpo di Polizia Municipale. Nottetempo venivano collocati due cancelli che di fatto rendevano via Nicaragua un cortile privato”.
Ecco che a quel punto, Morabito chiede nuovamente l’intervento dei Vigili, che però multano la mancata autorizzazione per l’installazione del cancello e non l’occupazione abusiva di suolo pubblico. “Ho quindi chiesto – prosegue il presidente della V circoscrizione – l'intervento del dipartimento Patrimonio allegando la delibera numero 4248 datata agosto 1960 e registrata presso l'ufficio toponomastica con la quale la strada conosciuta come “a scinnuta di piscaturi” veniva denominata Via Nicaragua. Ed inoltre una nota dello stesso Dipartimento Patrimonio datata aprile 2011 con la quale si attestava che la Via Nicaragua costituiva parte integrante del demanio stradale comunale”.
Morabito ricorda anche un particolare, del 1998: “Da consigliere della ex X circoscrizione, partecipai all'inaugurazione dell'impianto di pubblica illuminazione in Via Nicaragua, da anni atteso dagli abitanti del rione, senza che si levasse alcuna voce a rivendicare la proprietà di quella strada”.
L’interlocutore è il sindaco che – conclude il presidente del quartiere – “dovrà dirimere il conflitto sorto tra due Dipartimenti della stessa amministrazione e confidiamo, grazie anche alla sollecitazione delle Iene, che stavolta la risposta agli abitanti del rione San Licandro Basso giunga i tempi rapidi e non sia l'ennesima beffa”.
COMMENTO APERTO A SERGIO DE COLA. Caro ingegnere,lei avrà un compito essenziale per far ripartire l’economia a Messina, non mi riferisco solo all’edilizia residenziale,pubblica o privata,ma a quella delle destinazioni d’uso,fortemente intrecciata ai settori,commerciale e produttivo,che ruotino intorno alle scelte del nuovo piano regolatore,di cui lei curerà l’iter,anzi faccia una conferenza stampa e ci informi a che punto siamo,e se ritiene possibile porre un’argine al consumo del suolo,favorendo le ricostruzioni,magari con incentivi volumetrici,senza deturpare il paesaggio.Questo commento(seguiranno altri) vuole introdurre delle riflessioni sul PIANO TRIENNALE DELLE OPERE PUBBLICHE,come lei sa,tra poco si discuterà il bilancio di previsione 2013 e,uno dei più importanti allegati sarà l’elenco delle opere programmate per il triennio 2013-2015.Ricordo ai messinesi:il piano triennale delle opere pubbliche è il documento di programmazione che individua in modo puntuale e sintetico l’oggetto di ogni singolo intervento,che la giunta,dopo l’approvazione del consiglio comunale,intenda realizzare,il relativo costo complessivo presunto e le risorse finanziarie disponibili.Generalmente si individuano cinque grandi aree: Viabilità e Mobilità,Lavori Pubblici,Igiene del Suolo e Impianti Tecnologici,Ambiente e Verde,Protezione Civile, articolate in n.. interventi,che riguardino le esigenze complessive della città e che rappresentino con coerenza la sintesi del progetto del programma di R E N A T O sindaco.
Lei,ing.DE COLA,avrà da tempo nei suoi cassetti,visto la sua professione,i due piani triennali precedenti,li conoscerà a menadito,avrà notato che si prestino ad obiezioni essenziali, per adesso ne cito due.Sono lontane rispetto ad una logica di corretto sviluppo del territorio cittadino,non più in linea con le reali esigenze del territorio e,inoltre,per le ipotesi progettuali non c’è una chiara indicazione relativa ai tempi,alle fonti di finanziamento e modalità di esecuzione. Ci faccia sapere come la pensa e quale piano ha in testa.
ma quanto ci vuole per dirimere una questione così ridicola???
Qua non è questione di proprietà del suolo, pubblico o privato. L’uso pubblico di una strada, comunale e/o vicinale appartiene alla categoria dei diritti subbiettivi pubblici, denominati diritti civici, consistenti in altrettanti diritti individuali spettanti al singolo. L’uso pubblico, eventualmente esercitato su beni privati, dà luogo ad un diritto reale demaniale di godimento su cosa altrui, previsto dall’art. 825 del Codice Civile, avente analogia all’uso che un privato faccia del fondo altrui. E’ il caso delle strade vicinali di uso pubblico, sulle quali grava il diritto di pubblico transito, pur essendo il suolo di proprietà privata, come ad esempio i casi delle piazze, spazi e vicoli di proprietà privata, siti nell’interno degli abitati, ma soggetti all’uso pubblico. La Strada Nicaragua è una strada avente riflessi pubblici, per cui, a mio parere, non poteva essere chiusa ed il Comune avrebbe dovuto intervenire ed agire con gli strumenti che la legge offre.
Solo a Messina tutto è così difficile. Buttare giù i cancelli no? Multare per ogni singola giornata di occupazione di suolo pubblico no? Ancora stiamo a parlare di 4 xxxxxxxx che si prendono una strada pubblica?
Grande Morabitooooo!
e vogliamo parlare pure della gente che,sempre in quella zona,parcheggia 1-2-3 scooter in maniera orizzontale per occupare 1-2-3 posti macchina al momento opportuno????