Mesina. L'esibizione al Palacultura della pianista argentina per la stagione della Filarmonica Laudamo
MESSINA – Domenica al Palacultura, per la stagione musicale della Filarmonica Laudamo, si è esibita Ingrid Fliter, pianista argentina specializzata in Chopin, avendo conquistato, tra l’altro, la medaglia argento al Concorso Internazionale “Fryderyk Chopin” di Varsavia.
Tutto il programma è stato all’insegna della musica del compositore polacco.
La prima parte del concerto è stata dedicata alle Mazurke di Chopin, delle quali Ingrid Fliter ne ha esegui pianista ne ha eseguito ben 16, e precisamente le tre dell’op. 59, le 4 dell’op. 6, le 5 dell’op. 7, le 3 dell’op. 50 e, dulcis in fundo (è il caso di dirlo) la Mazurka in do diesis minore op. 63 n. 3.
La mazurka è una danza popolare, caratterizzata da un ritmo ternario, che ebbe origine in Polonia già nel ‘500 e si diffuse poi in tutta Europa. Il fatto che Chopin ne compose ben cinquantasette ci fa capire quanto il musicista polacco fosse legato alla sua terra. Le mazurke di Chopin sono caratterizzate alcune dall’elemento ritmico e da una impronta briosa e vivace, altre da una mesta e struggente malinconia, pur mantenendo il ritmo ternario. La composizione di Mazurke accompagnò il musicista polacco per tutta la sua vita, fino all’ulitima composizione, la Mazurka op. 68 n. 4, in fa minore, una triste melodia pervenutaci in forma quasi illegibile, dal momento che il maestro, sfinito dalla malattia, non riusciva più neanche a scrivere.
La selezione di Mazurke scelte dalla pianista hanno spaziato da quelle a carattere brillante a quelle più dolenti e malinconiche (prevalentemente in tonalità minore). Bellissima l’ultima eseguita, in do diesis minore op. 63 n. 3, la preferita da molti pianisti, fra i quali Cortot.
Nella seconda parte del concerto la Fliter ha eseguito il Notturno op. 9 n. 3 in si maggiore. Si tratta dell’utlimo dei notturni dell’Op. 9, meno eseguito deigli altri due, popolarissimi. In forma ternaria (ABA) si caratterizza per la intensa e drammatica sezione centrale “Agitato”, che contrasta con le due parti estreme, dal carattere più sereno.
Infine, la pianista argentina ha eseguito la Sonata n. 3 op. 58 (Allegro maestoso; Scherzo: Molto vivace; Largo; Finale: Presto, non tanto. Agitato). Chopin, come Schumann, prediligeva forme diverse dalla sonata per esprimersi, ed infatti compose solo tre sonate, delle quali la prima, op. 4, non va oltre un semplice esperimento mal riuscito. L’op. 58 è l’ultima Sonata, appartiene alla maturità compositiva del polacco e contiene fra le pagine più belle da lui composte. Ciò vale in particolare per il secondo tema del primo movimento, un dolcissimo cantabile inconfondibilmente chopiniano, e per il movimento finale, un agitato impetuoso in cui prevale l’elemento virtuosistico. Eccellente l’esecuzione di Ingrid Fliter, molto appassionata e sentita, ma anche ineccepibile dal punto di vista tecnico, una interpretazione che ha entusiasmato il numeroso pubblico presente.
Due valzer di Chopin, eseguiti come bis, e un vero pezzo di bravura virtuosistica, “Danzas Argentina” op. 2 di Ginastera, hanno concluso il concerto di questa applauditissima pianista.