Sabato, dalle 10 alle 14, le visite guidate ad opera degli studenti del Seguenza. Comune e Inps tentano un percorso condiviso per reperire il finanziamento necessario ai lavori e all’apertura definitiva
Vent’anni persi. Era il 1998 e l’Inps e il Comune firmavano un accordo preliminare per la concessione a Palazzo Zanca della Galleria tra via Consolato del Mare e via Loggia dei Mercanti, in modo da garantirne la fruizione pubblica, in cambio degli interventi necessari al restauro. La stima dei lavori prevedeva una spesa di circa 400 milioni di lire e fu avviata la progettazione. Ma l’accordo non ebbe alcun seguito, non fu fatto mai nessun intervento e la Galleria è stata aperta solo in sporadiche occasioni, in due edizioni della “Notte della Cultura”, l’ultima nel 2010, e poi temporaneamente occupata nel 2013 dagli attivisti del “Pinelli”.
Dallo scorso mese di marzo l’Inps di Messina ha un nuovo direttore, Marcello Mastrojeni, che ha subito contattato l’amministrazione comunale per valutare iniziative di recupero della Galleria.
Sabato sarà riaperta per una mattinata, dalle 10 alle 14, con visite guidate a gruppi, ad opera di studenti del Liceo Seguenza, e con l’esibizione di varie formazioni orchestrali del conservatorio Arcangelo Corelli. Si entrerà dal lato del Duomo, quello messo meglio, mentre l’altro è puntellato. Un’occasione per riaccendere i riflettori su un bene chiuso da troppo tempo e per farne conoscere la storia.
Ma la domanda che tutti si pongono è come e quando la Galleria potrà diventare sempre fruibile e garantire un passaggio di grande rilevanza storico architettonica che collega due luoghi simbolo della città, il Municipio e il Duomo.
La risposta è che, per farlo, sono necessari interventi di messa in sicurezza, visto che, in alcune parti, la Galleria è persino pericolante. “Se nel 1998 era stato stimato un costo di circa 400 milioni di lire – dice il direttore Mastrojeni -, alle stesse condizioni oggi servirebbero forse 300mila euro. Ma in vent’anni è stato fatto solo il minimo indispensabile per la manutenzione e quindi è probabile che questa cifra sia destinata ad aumentare”.
Come sempre, quindi, è un problema di soldi. La Galleria Inps, un tempo Ina Inps, è di proprietà al 50 % dell’Inps (lato via Argentieri) ed al 50 % di privati (lato via Cristoforo Colombo), dopo che l’Ina l’ha ceduta. Ma lo stesso destino è previsto per la parte Inps, visto che quella parte è chiusa (oggi la sede messinese è in via Armeria, una delle piazzette tematiche tra via Garibaldi e la cortina del porto) ed è inserita nel piano di dismissione firmato con determina del presidente nazionale, Tito Boeri, che quindi non ha intenzione di spendervi soldi. E allora bisogna fare in fretta perché, al momento, l’Inps ha facile maggioranza in assemblea condominiale. Se, invece, la proprietà dovesse essere frammentata, diventerà più difficile trovare un accordo.
“Non è un percorso semplice ma bisogna tentarci – riprende Mastrojeni -. Il Comune di Messina è uno dei primi ad essersi dotato di un regolamento dei beni comuni, che permette di intervenire, a prescindere dalla titolarità, su beni con caratteristiche di finalità pubblica. Ottenere un finanziamento è sempre complesso ma ci sono tanti piani di intervento per la riqualificazione di spazi urbani ed il recupero di palazzi storici destinati alla fruizione pubblica. I proprietari privati vanno ovviamente coinvolti ma per loro il restauro della galleria può essere solo un vantaggio ed infatti vent’anni fa erano d’accordo.
Nel 2013 erano anche state avviate le procedure per la tutela del bene da parte della Soprintendenza ma, nel tempo, gli interventi sono andati in direzione opposta. “Dal lato Inps sono rimaste le decorazioni e l’effetto marmo – spiega ancora il direttore -. Dall’altro lato sono state pitturate di bianco. Il pavimento è in condizioni disastrose, per l’occasione stiamo recintando alcuni punti”.
Di recente il dirigente dell’Ispettorato del Lavoro, Gaetano Sciacca, aveva avanzato l’ipotesi di prendere in affitto la sede per i suoi uffici, oggi situati in via Ugo Bassi dove si spendono 300mila euro l’anno per la locazione. “Ma resterebbe il problema di trovare i fondi per il restauro della Galleria – conclude Mastrojeni -”.
E’ qui che entra in gioco il Comune. “Vogliamo fare la nostra parte – dice l’assessore alla cultura, Federico Alagna -. E’ vero che reperire finanziamenti per un bene parzialmente privato è più difficile ma la logica dei beni comuni ci viene in aiuto perché la fruizione sarebbe pubblica. Trovare i fondi, a volte, sembra molto difficile ma in questo caso è sicuramente possibile. Ci proveremo entro la fine del nostro mandato. Se anche saranno altri ad inaugurare la nuova Galleria cambia poco, l’importante è iniziare un percorso che possa portare in breve all’avvio dei lavori”.
Conferme anche dal sindaco Renato Accorinti: “Faremo di tutto, quando c’è la volontà politica le difficoltà si devono superare. Valuteremo il progetto e come trovare i soldi”.