Il Museo del Mare di Fabio Pilato. L'arte al servizio del bene

Il Museo del Mare di Fabio Pilato. L’arte al servizio del bene

Laura Giacobbe

Il Museo del Mare di Fabio Pilato. L’arte al servizio del bene

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mercoledì 21 Dicembre 2016 - 09:47

L'artista messinese lancia una mostra itinerante per sostenere l'associazione Ai. Bi, a servizio dei minori migranti.

E’ stata la città di Messina, e più precisamente l’Istituto Tecnico Caio Duilio, la pima tappa della mostra itinerante Museo del Mare, un’iniziativa fortemente voluta dall’artigiano messinese Fabio Pilato, maestro nell’arte della lavorazione del ferro.

Considerato tra i 18 nomi più influenti nel suo campo, ha visto le proprie creazioni attraversare l’Italia e l’Europa per giungere fin negli Stati Uniti, ed oggi vede realizzarsi il desiderio, a lungo coltivato, di realizzare un’esposizione dedicata alle creature che popolano il nostro mare. Tuttavia, le aspirazioni di Fabio Pilato sono ben lontane dell’effimera ricerca della notorietà.
I pesci dello stretto, la selezione di dieci sculture a grandezza naturale esposta all’istituto nautico, è una raccolta che sta molto a cuore all’artista, che ha deciso di non destinarla alla vendita, ma ad una causa ben più nobile. Il ricavato dagli ingressi alla mostra è stato e sarà, anche nelle tappe successive del tour, devoluto all’associazione Ai. Bi. che, attraverso la campagna Bambini in Alto Mare ed altre iniziative di pari sensibilità, si prende cura dei minori migranti. Tra le opere, inoltre, due sono destinate ad essere messe all’asta, con la stessa finalità. Una di queste è Lucida follia, straziante raffigurazione di un piede arpionato in più punti e rinchiuso al centro di un globo terrestre che somiglia più a una gabbia. E’ il simbolo di un’esistenza braccata, che non trova pace né via di fuga se non quella che conduce a rischiare tutto, la vita stessa, nella speranza di un futuro migliore. L’esposizione della seconda opera all’asta, dedicata alla memoria dei 366 morti in mare durante la tragedia del 3 Ottobre 2013, chiuderà simbolicamente il tour.

Iniziative di questo tipo non soltanto sono un esempio concreto di fraternità, ma danno un’idea di come ciascuno di noi possa, nel proprio piccolo, essere artefice del bene. Non possiamo cancellare gli orrori della guerra con un colpo di spugna, ma possiamo metterci in gioco, offrire i talenti che possediamo per una causa giusta, anziché limitarci al lamento improduttivo. Questo è il messaggio che l’artista lancia al popolo siciliano, e che sancisce con queste parole: “l'arte, a disposizione degli uomini di buona volontà, può fare grandi cose. Non lasciatemi solo, chiunque pensi di poter fare, faccia. Cerchiamo di dimostrare una volta tanto che volere è potere.”

Laura Giacobbe

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