Agenzia e Ministero della Difesa sono responsabili civili al processo per l'inquinamento all'Arsenale militare di Messina
Il Ministero della Difesa e L’Agenzia della Difesa saranno parti civili al processo sull’inquinamento all’Arsenale Militare di Messina. Lo ha deciso il Giudice Monica Marino, che sta effettuando il vaglio preliminare dell’inchiesta, e che ha accolto la richiesta avanzata in tal senso dai lavoratori dell’Arsenale.
Il GUP ha emesso il decreto di citazione stamattina, nel corso dell’udienza preliminare, che è stata aggiornata al prossimo 23 aprile per dare modo a Ministero e Agenzia di intervenire. A gennaio scorso, ad apertura dell’attività, il giudice aveva ammesso come parti civili i lavoratori, assistiti dall’avvocato Antonella Russo.
Sotto inchiesta ci sono il capo funzione Sicurezza e qualità e Ambiente Stefano Patti, il direttore Antoine Manna,il predecessore Raffaele Sanua e Domenico De Luca, direttore tecnico della ditta Sakur che ha eseguito lavori all’interno della struttura, ai quali vengono imputati una serie di violazioni ambientali.
Secondo la Capitaneria di Porto, infatti, il bacino dell’Arsenale era inquinato da scarichi abusivi, tanto che sono scattati i sigilli nell’estate del 2018 e la struttura non è ancora tornata attiva.
Impegnati nelle difese gli avvocati Gianluca Gullotta, Gianluca Currò e Gagliardi.