Anche se siamo ormai giunti alla fine della stagione balneare, è necessario che l'amministrazione prenda atto della presenta degli inerti e acceleri i lavori di bonifica. La segnalazione di un nostro lettore, Gianluca Settineri
Sul litorale della zona nord di Messina, da Sant'Agata a Mortelle, non è difficile imbattersi in materiale di risulta, scarto di chissà quale cantiere. Mimetizzato tra la sabbia e i sassi, oppure nascosto tra l'erba alta, c'è anche l'eternit, materiale che veniva largamente utilizzato prima degli anni novanta nella costruzione edilizia, poi abbandonato perché contenente amianto. La concentrazione maggiore dei pezzi di fibrocemento – segnala un nostro lettore, Gianluca Settineri – è a Ganzirri e lungo tutta Torre Faro, anche "nella spiaggia di Capo Peloro che dovrebbe essere il nostro fiore all'occhiello".
Anche se siamo ormai giunti alla fine della stagione balneare, è necessario che l'amministrazione prenda atto della presenta degli inerti e acceleri i lavori di bonifica. "l'eternit è alla portata di tutti, bambini compresi", aggiunge il lettore.
L'eternit, detto anche cemento-amianto, è un pericolo per la salute. Le fibre di amianto, se inalate, possono causare diverse forme di cancro ai polmoni. Occorre precisare che la presenza dell'amianto di per sé non è nociva, lo diventa se le sue fibre possono liberarsi nell'ambiente. Il rischio nasce quando il materiale che contiene l'amianto si deteriorano. Per questo oggi la principale fonte di esposizione in Italia sono i tetti in Eternit che, col passare degli anni, per effetto delle intemperie ed in particolare delle piogge acide, sono andati progressivamente deteriorandosi con la possibilità, quindi, di liberare le fibre.
Un caso di inquinamento ambientale che desta preoccupazione e che è già stato segnalato agli organi competenti del Comune. “La cosa più sconcertante è che è sotto gli occhi di tutti, basta passeggiare lungo la spiaggia”.
Gabriele Quattrocchi