Segnali distensivi dopo l'elezione, per la terza volta, sulla poltrona più alta del civico consesso. La vicepresidenza va a Simona Saccà
ROCCALUMERA. Alla fine Antonio Garufi ha optato per la riconferma alla presidenza del Consiglio comunale, carica che ricoprirà per una terza legislatura. Il nodo è stato sciolto a poche ore dalla seduta d’insediamento dell’Assemblea. Ha ottenuto i voti del cartello di maggioranza: Miriam Asmundo, Simona Saccà, Natia Basile, Antonella Garufi, Sebastiano Foscolo, Elio Cisca e Biagio Bugliotta. La minoranza ha fatto confluire i voti su Tiziana Maggio. Vice presidente è stata eletta Simona Saccà. Ad aprire i lavori è stata, in qualità di consigliere anziana, Miriam Asmundo, oggi nominata vicesindaco dal primo cittadino Gaetano Argiroffi. È stata una riunione tranquilla, dai toni moderati durante la quale è emerso un grande senso di apertura in entrambi gli schieramenti con i buoni auspici che ci sia collaborazione e impegno.
La prossima settimana si terrà una nuova riunione per effettuare le surroghe dei consiglieri dimissionari che andranno in giunta, dopodiché inizierà a tutti gli effetti l'attività consiliare. Lasceranno il Consiglio gli assessori Asmundo, Cisca e Gugliotta. Subentreranno Antonio Allegra, Cosimo Cacciola e Carmelo Stracuzzi. Rimarrà fuori solo Ettore Fleres. "La mia rielezione a presidente del civico consesso di Roccalumera – ha commentato al termine della seduta d’insediamento il riconfermato presidente Antonio Garufi – mi onora e soprattutto mi gratifica perché attesta il riconoscimento da parte del gruppo di maggioranza per il lungo lavoro svolto in tutti questi anni. Questa, più delle altre, sarà una legislatura difficile in quanto il paese è spaccato a metà e pertanto – sostiene Garufi – bisogna superare gli steccati di appartenenza politica per collaborare tutti insieme e percorrere una strada nuova che è quella del cambiamento. Un cambiamento che deve passare soprattutto nei modi di comportamento e in tutte quelle forme di contrapposizioni sterili che sono fini a se stesse e non danno certamente giusto credito alla voglia di fare che deve essere invece alla base del normale confronto dialettico. Nel mio ruolo di presidente cercherò di essere il più possibile arbitro e garante del buon andamento dei lavori d'aula perché solo così possiamo cominciare a scrivere pagine importanti della storia del nostro paese”.