Ecco che cosa è successo a una docente messinese
MESSINA – Sei una giovane messinese e hai un sogno: insegnare. Non hai però rinunciato ad avere una famiglia e i figli sono piccoli. Dopo una decina d’anni di supplenze ovunque in Italia, partecipi all’atteso concorso. Ottieni la cattedra ma il ministero e l’Ufficio scolastico regionale siciliano ti espellono dalla graduatoria. Il motivo? Perché non hai scelto tutte le province dell’isola, in carenza di posti disponibili, per non allontanarti dai bambini. Un’espulsione definitiva ma fai ricorso e c’è un giudice a Berlino.
Il Tribunale etneo ha dato ragione all’insegnante perché, non avendo ricevuto “alcuna proposta di assunzione in una delle province prescelte e non essendo intervenuta una rinuncia a una proposta di incarico su sede disponibile”, può ambire a una nuova cattedra. Ed è dunque illegittima l’espulsione.
“L’insegnante non andava espulsa perché non ha fatto alcuna rinuncia”
L’insegnante messinese si è affidata agli avvocati Santi Delia e Michele Bonetti, esperti di concorsi pubblici e diritto scolastico. Il Tribunale ha accolto la tesi dell’avvocato Delia, fondatore di Bonetti e Delia Studio legale: “La rinuncia alla nomina in ruolo comporta la decadenza dalla graduatoria”. Ma dato che la docente non ha fatto alcuna rinuncia, può il prossimo anno ambire alla cattedra catanese, che per lei è la migliore soluzione. In caso di conferma dell’espulsione, sarebbe stata assegnata a chi era indietro in graduatoria rispetto a lei. Ma così non sarà.
“DURA LEX, SED LEX”. Il fatto, però non mi meraviglia : anzi mi aiuta a capire anche altre cose : ad es. perchè si è permessa, per anni, la formazione di classi “pollaio”, in deroga alle disposizioni in tema di Edilizia Scolastica che stabilivano precisi limiti per il numero di studenti + docente che potevano stare in un’aula, in funzione della sua superficie. Per me è ancora una volta, la conferma che, qualcuno/a al Ministero e/o all’ Ufficio Scolastico, dovrebbe …. quantomeno seguire un corso di aggiornamento professionale, su norme, disposizioni, regolamenti e Leggi in materia. Per non parlare del periodo ….. detto dell’autonomia scolastica (nell’altro secolo) : ricordate ? A Messina, in una Scuola di Istruzione Superiore, venne a parlare un tale (ne taccio il nome per “damnatio memoriae”) del Ministero (quello per intenderci che a ROMA ha sede nel Palazzo del Ministero della Pubblica Istruzione) , che arrivo’ a sostenere che in nome dell’autonomia …. “anche la popolazione scolastica doveva dare una mano a tinteggiare le aule ….”. Ovviamente, furono solo vacue parole e niente piu’ ….. Mi chiedo, sinceramente, che fine abbia fatto … quel tale. Concludo ribadendo il fatto che la nostra Scuola STATALE (di ogni ordine e grado, dovrebbe esser oggetto di maggiore cura ed attenzione, da parte delle Istituzioni : e’ qui dove la maggior parte della popolazione si forma (o almeno dovrebbe farlo) una cultura. PAUCIS PAUCA VERBA.