« A.M.A.M. terra di nessuno o azienda che appartiene al Comune?»

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venerdì 11 Novembre 2011 - 10:24

Cgil, Cisl e Uil decrivono una situazione stagnante e pericolosa e sollecitano un incontro urgenrte con il sindaco Buzzanca, dal quale si aspettano segnali forti di discontinuità

I sindacati Cgil, Cisl e Uil accendono i riflettori sulla situazione aziendale dell’Amam, chiedendo un incontro urgente con l’amministrazione comunale.
«Ormai da tempo – scrivono in un comunicato – all’AMAM di Messina non si capisce più niente. Un fantomatico C.d.A. e la dirigenza annaspano navigando a vista, rischiando di lasciare senza prospettiva il servizio idrico, con grave penalizzazione per i dipendenti dell’AMAM e con essi l’intera comunità messinese». I tre sindacati evidenziano che l’Amam può fare affidamento su «un organico ridotto all’osso, costituito da 67 addetti sui 146 previsti dalla pianta organica, con l’aggravante di una parte del personale vicino alla quiescenza», sottolineando quindi, come più volte auspicato, che sarebbe necessario «ricorrere sia alle progressioni verticali e quindi alla valorizzazione del personale interno, sia alle assunzioni. Le difficoltà con cui il personale amministrativo ed operativo dell’AMAM gestisce il servizio idrico, nonché il servizio fognario e depurazione (depuratori di Mili e di San Saba) – continuano nel documento – sono evidenti e sotto gli occhi di tutti. L’appalto è la solita e costosa via di uscita per tutto quello che non si può fare con risorse dirette, ma fino a quando, se il bilancio del conto economico tra debiti e crediti rischia di non garantire sempre la liquidità di cassa?».
Cgil, Cisl e Uil ritengono paradossale c«he il personale operativo in età da pensione di vecchiaia venga immediatamente allontanato, mentre i dirigenti premono per farsi rinnovare il mandato per ulteriori due anni. A quale logica rispondono queste decisioni? Le tre sigle sindacali, pertanto, ritengono ormai indispensabile un cambio di passo da parte dei vertici aziendali, che dia la percezione della discontinuità e provi a dare una prospettiva all’azienda prima che sia troppo tardi, diventando come le altre partecipate cariche di debiti e senza speranza».
Cgil, Cisl e Uil si rivolgono al socio unico Comune ed al sindaco Buzzanca «affinché supporti decisioni chiare e con concretezza immediata che necessita. Aspettare ancora – scrivono – potrebbe avere conseguenze non calcolabili per l’erogazione dei servizi essenziali, nonostante l’abnegazione costante con cui i pochi dipendenti rimasti continuano a svolgere i loro compiti professionali».
I tre sindacato invitano Buzzanca ad un confronto serio e definitivo «per concertare un credibile piano industriale che dia prospettiva di crescita del servizio e dei livelli occupazionali. Non avere risposte in questo senso non lascerebbe altra strada che mettere in mora i vertici aziendali, ponendoli di fronte alle loro responsabilità rispetto all’inazione dimostrata fino ad oggi».

Un commento

  1. a.m.a.m.avevu alro a cui pensare..

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