Articolo 1:"Dopo la bocciatura della variante in commissione, ora nuovo Prg"

Articolo 1:”Dopo la bocciatura della variante in commissione, ora nuovo Prg”

Articolo 1:”Dopo la bocciatura della variante in commissione, ora nuovo Prg”

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venerdì 11 Agosto 2017 - 07:23

Per il coordinatore provinciale del movimento democratico e progressista, Domenico Siracusano, bisogna costruire un nuovo piano regolatore generale avviando misure per promuovere zero consumo suolo e rigenerazione urbana

Nella bocciatura della proposta Variante di Salvaguardia Ambientale la Commissione Urbanistica Consiliare si è espressa sul danno erariale conseguente alla forte compressione dei futuri diritti concessori e dell’Imu richiamando ciò che la stessa Commissione Urbanistica Comunale aveva già espresso, nel parere del 9 luglio 2015, sulla mancanza di un reale dimensionamento delle aree interessate dalla variante, in termini di superficie e di volume, con la conseguente impossibilità a valutare “l’entità dei problemi che possono emergere a valle della adozione della Variante e delle ricadute sulle iniziative imprenditoriali e quindi sull’occupazione del settore edilizio”.

“Le questioni che questa vicenda apre – dice Domenico Siracusano, coordinatore provinciale di Articolo Uno Mdp – sono, però, più complesse, almeno per tre ordini di motivi e dovrebbero interpellare l’Amministrazione Comunale e l’intera classe politica e dirigente messinese. Innanzitutto l’“interpretazione” del mandato a predisporre la variante conferito con le Delibere del Consiglio Comunale n. 15/C e n. 74 del 2012. Appare con tutta evidenza che l’Amministrazione comunale, e nello specifico l’assessore De Cola e il suo gruppo di progettisti, ha travalicato i limiti definiti nelle delibere allargando il campo d’azione ben oltre i contenuti e i criteri informativi della Variante, tra le altre cose violando il principio sancito dall’Anac sulla necessaria coerenza tra gli indirizzi politici, espressi dal Consiglio comunale, e le soluzioni tecniche, predisposte dalla Giunta comunale. Rispetto a questa prima questione sarebbe opportuno che il Consiglio comunale ridefinisse, con propria deliberazione, il contenuto della variante.

In secondo luogo, con l’eventuale approvazione, della variante, così come proposta, si lascerebbe un Prg “monco” con i vincoli “scaduti”, senza un solo metro quadrato utilmente destinato a servizi in violazione, pertanto, del D.M. 2/4/68. n.1444, riguardante il rapporto tra gli spazi destinati agli insediamenti residenziali e gli spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi. A ciò si aggiungerebbe l’aggravante che queste aree, non attuabili nella loro destinazione a servizi, assimilate alle “zone bianche”, potrebbero essere edificate, come già, di fatto, sta avvenendo.

Infine, il combinato disposto tra approvazione di variante, Piau e deposito delle volumetrie finirebbe per dar vita al più grande sacco edilizio che si potesse mai immaginare. Infatti se è pur vero che con la Variante verrebbero sottratte a nuova edificazione ingenti aree a rischio è altrettanto vero che con il sistema del deposito delle volumetrie darebbe la possibilità di rigenerare volumetrie che mai avrebbero potuto essere utilizzate, ricollocando, in aree di particolare pregio urbanistico, quei 2,5 milioni di metri cubi che la variante casserebbe (come peraltro sottolineato anche dall’ing. capo del Genio Civile, Leonardo Santoro)”.

In questo contesto Articolo Uno Movimento Democratico e Progressista propone l’apertura di un processo ampio e partecipato che dia vigore ad uno nuovo Prg avviando, fin da subito, un serio e proficuo confronto, “che ad oggi non c’è stato, con le forze imprenditoriali, professionali, con le forze sociali, politiche sindacali con le associazioni ambientaliste e con tutti i portatori di interessi che puntano sul rilancio della città di Messina”.

Nelle more di questo percorso, realizzare una serie di interventi mirati ad azzerare il consumo di suolo, e lavorare per la rigenerazione di quello già storicamente antropizzato con un grande investimento in sicurezza e sviluppo:

1. Ritirare la Variante e rimodularla come semplice “revisione” del Prg vigente, ai sensi dell’art. 3 della L.r. 15/91 restituendo efficacia ai vincoli esistenti ed eliminando tutte le aree di espansione collinare

2. Modificare il Regolamento Edilizio per poter procedere al recupero delle aree degradate, come le B5, a mezzo di Piani Particolareggiati, anche, di iniziativa privata e supportati dall’Amministrazione

3. Procedere, fin da subito, alla revisione e all’aggiornamento dei Piani di Risanamento per poter l’utilizzare al meglio i fondi in atto disponibili, incentivando la partecipazione dei privati con localizzazioni, premi di cubatura, defiscalizzazione e agevolazioni per la realizzazione di un parco alloggi sociali da destinare al risanamento e all’housing sociale, del terziario e dei servizi previsti.

4. Rivedere il Piau che può e deve essere uno strumento in grado di coniugare il reale fabbisogno residenziale, in particolare per categorie speciali e protette, con la necessità di rimediare alla gravissima carenza di servizi, pubblici e privati, di spazi verdi e di strutture che possano promuovere in un ottica di sviluppo socio-economico sostenibile di aree di alto pregio ambientale e naturalistico, a partire dalle grandi aree di proprietà pubblica,

5. Programmare, il recupero dei tanti edifici dismessi e la riconversione di quelli che per posizione, e dimensione possono avere ricadute immediate sullo sviluppo economico e il miglioramento delle attività a partire dai Magazzini Generali, del Mercato del pesce, della Dogana che possono diventare un vero polo di accoglienza e di servizi per il porto e per il turismo crocieristico.

2 commenti

  1. libero professionista 11 Agosto 2017 08:50

    E’ necessario precisare che:
    1. per ripristinare i vincoli espropriativi, per sentenza della Corte Costituzionale, ci vuole la copertura finanziaria per l’indennizzo dei privati proprietari delle aree interessate
    2. i piani di risanamento difficilmente possono essere revisionati, atteso che sono stati approvati, così come adottati dal consiglio comunale, con legge regionale
    quindi la revisione di tali piani deve passare da una nuova legge
    le altre proposte sono valutabili

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  2. ART. 1 COSTITUZIONE L’ITALIA E’ FONDATA SULLE RACCOMANDAZIONI. AL MOMENTO DELLA PRIMISSIMA STESURA DI QUESTA TRA LE PEGGIORI CHE ESISTONO COSTITUZIONE AL MONDO, L’ART. 1 PREVEDEVA CHE L’ITALIA E’ UNA REPUBBLICA FONDATA SUL LAVORO ED IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E’ IL GARANTE. QUANDO HANNO CAPITO CHE ERA UNA FOLLIA, PREVEDENDO LA REPUBBLICA IN CHE CONDIZIONI VENIVA RIDOTTA, E SI VEDE TUTT’OGGI, HANNO TOLTO LA PAROLA GARANTE E PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. EBBENE ORA QUESTO GRUPPUSCOLO DI SBANDATI DEL PARTITINO DEI FUORI USCITI DELL’ART. 1, SONO L’ESATTA ANIMA DI TUTTO CIO’. OVVERO FALLITI. DEMOCRATICO? DI CHE DI COSA? VEDERE CHE L’ITALIA E’ IN MANO AI PREGIUDICATI CLANDESTINI STRANIERI DI TUTTO IL MONDO? PROGRESSISTI? E GLI ZINGARI E SLAVI?

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