Il consigliere di quartiere Hyerace: «C’è una data fondamentale nella nostra Città: l’1 ottobre 2009»

Il consigliere di quartiere Hyerace: «C’è una data fondamentale nella nostra Città: l’1 ottobre 2009»

Il consigliere di quartiere Hyerace: «C’è una data fondamentale nella nostra Città: l’1 ottobre 2009»

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mercoledì 07 Marzo 2012 - 15:57

Di seguito l’intervento del consigliere di quartiere Hyerace :
«C’è una data fondamentale nella nostra Città: l’1 ottobre 2009Da quel momento la coscienza urbanistica di tutta l’Amministrazione (politica e non, di destra o di sinistra) è profondamente mutata: sono emersi con tutta la loro tragicità problemi prima del tutto ignorati ovvero l’importanza di un’adeguata pianificazione urbanistica; l’eccessivo carico urbanistico di molte zone della Città e l’inadeguatezza del sistema viario, e quindi delle vie di fuga, soprattutto nel centro storico; l’importanza, quindi, di subordinare qualsiasi nuovo intervento edilizio alle predette esigenze e non di procedere con varianti che stravolgono il tessuto preesistente. Ricordiamoci che il Tirone va riqualificato e trasformato sempre nel rispetto degli standard tipologici urbanistici della zona (in precedenza A4).Insomma dal 2009 in poi, tutti i dubbi sollevati negli anni precedenti sono divenuti certezze.
Non solo, ma le gravi vicende economiche che coinvolgono sia il Comune di Messina che, in generale, la Regione e lo Stato (con mancanza, quindi, ormai acclarata di risorse pubbliche da destinare a tali interventi), il mancato interesse all’operazione di altri enti pubblici (si ricorda, infatti, che alcuni edifici avrebbero dovuto ospitare uffici pubblici ed essere, pertanto, realizzati attraverso il finanziamento proprio dell’Ente interessato) e, infine, quelle legate al socio di maggioranza (la Demoter s.p.a.), rendono oggi ancor più irrealizzabile il vero e proprio recupero della zona.
Si rammenta, infatti, che tutte le opere pubbliche si realizzeranno – come previsto nelle linee guida della società – previo reperimento di risorse pubbliche comunali, nazionali o comunitarie che siano. Le uniche somme oggi veramente esistenti sono quelle del contratto di quartiere che andranno destinate all’edilizia residenziale pubblica e non alla riqualificazione del borgo o di piazza del Popolo.
Tutto ciò ha, oggi, generato la convinzione nel Partito che l’intera procedura debba essere annullata non solo per i vizi procedurali inerenti la costituzione della STU ma anche nell’esclusivo interesse sia della collettività che dell’Ente stesso.Del resto, una volta individuate le risorse per recuperare l’antico Borgo nulla vieta all’Amministrazione di indire una gara di progettazione per la redazione del piano particolareggiato per rigenerare il quartiere attraverso interventi di scala minuta, del piccolo commercio e delle innovazioni d’impresa giovanile e della green economy e dando significato attraverso un equilibrio tra lo spazio costruito e lo spazio aperto da destinarsi alla fruizione pubblica .Ciò, è bene chiarirlo, può avvenire anche senza la STU».

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