Il professionista interviene dopo la frana sulla Strada Panoramica dello Stretto
"Nello scorso mese di febbraio, dopo la frana di Salice, paventavo il rischio che altre frane si sarebbero potute verificare in aree fragili della nostra città e così è stato". Lo dice il geologo Antonio Gambino, dopo la frana che si è verificata sulla Strada Panoramica dello Stretto.
"Ma non sono un veggente – prosegue -, semplicemente un geologo che conosce il territorio in cui opera professionalmente e tiene in debita considerazione altri studi ad esso inerenti. D'altronde dallo studio dell’Enea sulla pericolosità franosa del Comune di Messina, il territorio risulta diviso in zone con un grado di propensione al dissesto variabile da basso a molto alto; proprio alcune di quelle aree con rischio da frane medio alto, sono edificabili e classificate nel vigente Prg come zone C. Perciò, traendo spunto dalla frana di Salice, rilevavo come fosse indispensabile lo strumento urbanistico della “Variante di salvaguardia ambientale” per tutelare l’incolumità dei cittadini in quelle aree edificabili sottoposte a rischio frane; quindi invitavo il Consiglio Comunale ad approvarla. Questi mesi sono trascorsi invano e ora non vi sono più i presupposti perché la Variante possa essere esitata. Oggi, dopo questo nuovo evento franoso e con identica preoccupazione che altri fenomeni potranno attivarsi, magari in quelle zone omogenee C del Prg, chiedo a tutti i soggetti politici in competizione elettorale, di esprimersi su cosa intendano fare della Variante, nel caso fossero eletti per il governo della città. Ritirarla significherebbe lasciare inalterata l’elevata pericolosità franosa di quelle zone C del vigente Prg, attualmente edificabili, con potenziale pericolo per l’incolumità dei cittadini. Allora la classe politica dirigente, come oggi, si dovrà assumere tutta la responsabilità delle proprie scelte ma senza l’alibi che non vi fossero validi strumenti tecnici per potere decidere".