“Occorre invertire la rotta ripartendo dal Piano Europeo di Junker dove lo Stretto è stato ignorato in tutti i 71 progetti sui quali il Governo Italiano ha chiesto finanziamenti all'Unione Europea e nei primi 12 miliardi di euro previsti nulla è stanziato per l'area dello Stretto"
Lo stretto di Messina può diventare fattore di sviluppo e integrazione tra l’Europa e il Mediterraneo, un'area dello Stretto finalmente riconosciuta patrimonio dell'UNESCO può rappresentare un punto di partenza per la Sicilia e l’intero meridione d'Italia – Questa la posizione del Movimento Popolare Siciliano e Calabrese #ilferribottenonsitocca – che sostiene l'iniziativa del 18 aprile come nuova opportunità per tutto il meridione d'Italia.
“Occorre invertire la rotta ripartendo dal Piano Europeo di Junker dove lo Stretto è stato ignorato in tutti i 71 progetti sui quali il Governo Italiano ha chiesto finanziamenti all'Unione Europea e nei primi 12 miliardi di euro previsti nulla è stanziato per l'area dello Stretto" .
Non servono le grandi opere ma opere utili – reclama il Movimento Popolare #ilferribottenonsitocca – accelerando sulla creazione concreta dell'area metropolitana che unisca realmente le città delle due sponde dello Stretto traducendosi in nuove opportunità di sviluppo integrato. Si cominci da investimenti nella mobilità sostenibile di cittadini e merci con progetti d’immediata realizzazione, intercettando i contributi europei stanziati per il traffico merci su ferro e recuperando scali e tratte ferroviarie metropolitane dismesse o in via di abbandono sia in Sicilia che in Calabria, dove ben sette milioni di abitanti rappresentano un bacino ed un mercato appetibile per una domanda di trasporto merci che esiste e per una ricchezza paesaggistica e turistica che tuttavia non può essere sfruttata senza adeguati servizi ferroviari.
Lo stretto di Messina è già un patrimonio dell'umanità, al tempo stesso deve trasformarsi in vero patrimonio della Sicilia e della Calabria in termini di rilancio e sviluppo economico e occupazionale. Questo può avvenire solo se si parte dal rispetto dell'ambiente, della vocazione turistica del meridione e della geomorfologia isolana della Sicilia, creando un sistema di trasporto locale marittimo tra le sponde efficiente, veloce e interamente pubblico, che sia complementare a collegamenti ferroviari passeggeri e merci che colleghino l'Europa con la Sicilia piattaforma logistica del Mediterraneo. Sicilia e Calabria hanno bisogno di risposte immediate e idee di semplice realizzazione, si è perso troppo tempo e sono sfumate preziose opportunità per correre dietro a fantasiosi progetti di cattedrali nei deserti che nei fatti sono servite da alibi per smantellare l’esistente e sprecare preziose risorse pubbliche per realizzare il nulla. Basta modernizzare la flotta navale di Rfi e acquistare treni moderni e veloci come è stato fatto nel resto d’Italia, i progetti che il Movimento #ilferribottenonsitocca ha già inoltrato ai Governi Regionali e Nazionali sono una sfida in questa direzione. Vogliamo tutto e subito – continua ad urlare il Movimento Popolare Siciliano e Calabrese – mentre chi agita nuovamente lo spettro del ponte rischia di relegarci ancora nell'isolamento delle chiacchiere e dare consapevolmente altri alibi ai Governi che hanno utilizzato e utilizzeranno la diatriba tra "pontisti" e "no pontisti" come oppio per il popolo.