Oceano sulla Finanziaria: «Una manovra da cambiare in direzione dell'equità sociale»

Oceano sulla Finanziaria: «Una manovra da cambiare in direzione dell’equità sociale»

Oceano sulla Finanziaria: «Una manovra da cambiare in direzione dell’equità sociale»

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martedì 19 Luglio 2011 - 06:45

Il segretario generale della Cgil di Messina sottolinea la necessità di modificare le misure varate che produrranno i loro effetti più pesanti negli anni 2012 –2014 ed annuncia che da settembre ripartirà la mobilitazione

Il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano, interviene sulla manovra finanziaria e sulle sue ricadute e conseguenze soprattutto per le fasce sociali già a rischio.
“Questa manovra è fatta di tagli al welfare, reintroduzione di ticket sanitari, attacchi alle pensioni, aumento delle tasse dirette e indirette delle famiglie, in particolar modo di lavoratori e pensionati, non sostiene l’occupazione ed è contro la crescita. Il risultato vero sarà quello di aumentare le diseguaglianze sociali già enormi in un paese con otto milioni di poveri. Si tratta di una manovra contro tutto il mondo del lavoro che non riuscirà neppure a risolvere il problema del debito
Dopo aver detto per anni che i conti pubblici erano sotto controllo e che l’Italia stava meglio degli altri Paesi europei, ci ritroviamo sull’orlo del baratro. Il Governo, però, invece di invertire la direzione delle politiche economiche sin qui adottate e che hanno compromesso l’economia, sfruttando l’onda lunga dell’emergenza debito, è riuscito a varare dei provvedimenti che colpiscono i lavoratori, i pensionati e tutto il settore pubblico. Nel contempo si riducono gli investimenti, si rinuncia a qualunque stimolo della domanda, manca qualunque elemento di riforma strutturale del sistema-paese. Tutto ciò senza chiedere alcun contributo ai redditi alti e alle grandi ricchezze del Paese.
Viene ulteriormente ridotto il potere d’acquisto delle pensioni e, con un vero e proprio accanimento, il salario dei lavoratori pubblici. Saranno, inoltre danneggiati i più deboli con l’aumento dell’età pensionabile (del tutto immotivato perché non ha alcun impatto finanziario a breve) e con l’assenza di politiche serie per contrastare la crescente disoccupazione, in particolare quella giovanile e per le donne.
La manovra segna un ulteriore grave passo nella direzione della riduzione del perimetro pubblico a cominciare dal sistema della conoscenza, quello della salute, dell’assistenza. Con i tagli al sistema sanitario nazionale e la reintroduzione dei tickets nazionali – in vigore da oggi-, oltre che con l’ormai continua e insostenibile riduzione delle risorse a regioni, province e comuni, si determina la conseguente riduzione dei servizi e del welfare e l’aumento delle tasse locali. Servizi necessari, indispensabili, soprattutto per coloro che vivono con redditi da lavoro dipendente e da pensione, e che con draconiana riduzione vengono ulteriormente penalizzati con particolari accenti di drammaticità in termini di sostenibilità sociale per le regioni del Sud
I tagli al sistema di welfare previsti da questa manovra, uniti a quelli già realizzati con quelle precedenti, sono tali da compromettere nel nostro Paese un quadro di diritti universali e di garanzia di servizi e prestazioni, rappresentando, insieme ad altre misure contenute nella delega, il tentativo di realizzare un modello sociale di protezione sempre più residuale.
Nonostante la manovra sia sta approvata dal Parlamento, la Cgil continuerà la sua mobilitazione. Per noi resta aperta la necessità di modificare le misure varate che produrranno i loro effetti più pesanti negli anni 2012 -2014. Per questa ragioni da settembre riprenderemo la mobilitazione con l’obiettivo di cambiare la manovra con altre misure, a partire dalle nostre controproposte, che salvaguardando le fasce più deboli, i lavoratori dipendenti, i pensionati e i giovani sappiano garantire più equità”.

2 commenti

  1. Basta parole, ci vogliono i fatti. Ho grande rispetto per un sindacato con una grande storia come è la Cgil, ma da disoccupato dico che personalmente mi sono stancato di leggere le solite “denunce” e “attacchi” fatti sulla carta senza che poi questi trovino riscontro nella realtà. La gente comune ha bisogno di lavorare, che il governo Berlusconi pensa solo agli interessi suoi e dei suoi amici lo hanno capito anche i bambini, non serve che ce lo spieghi Lillo Oceano o Susanna Camusso o chcchessia. I sindacati devono organizzarsi e creare occupazione concreta e duratura.

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  2. Troppi tagli….per un territorio destinato ad essere periferia delle periferie.
    Vendola ha vinto la sua battaglia i soldi del ponte prendono la via di Bari.
    Sarà Bari-La Valletta lo snodo europeo del Mediterraneo.
    Lo Stretto di Messina e di conseguenza la Sicilia e la Calabria di cui lo Stretto è il cuore pulsante ed era la speranza, viene bocciato dall’Europa.
    Decisione che rende felici le famiglie ricche di Messina e getta nella disperazione il povero che sperava nella riscossa e nel lavoro che poteva essere….e non sarà.
    Messina è destinata a morire… Bari metropoli del futuro.

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