Porto di Tremestieri. Gino Sturniolo: "La consegna farsa prima delle elezioni"

Porto di Tremestieri. Gino Sturniolo: “La consegna farsa prima delle elezioni”

Porto di Tremestieri. Gino Sturniolo: “La consegna farsa prima delle elezioni”

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venerdì 16 Marzo 2018 - 08:33

Secondo l'ex consigliere comunale, c'è il rischio che le opere non partano prima delle elezioni e che la cerimonia di martedì sia stata una mossa da campagna elettorale

"La mancanza delle autorizzazioni del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche, dell’Assessorato regionale al territorio e all’ambiente e del Genio Civile rivela quanto andato in scena nei giorni scorsi nel Salone delle bandiere di Palazzo Zanca come una 'non consegna' dei lavori di costruzione della piattaforma logistica con annesso porto di Tremestieri". Lo dice l'ex consigliere comunale Gino Sturniolo, che ricorda che ad oggi possono partire solo opere propedeutiche.

"Quanto spettacolarmente annunciato – prosegue – si mostra come terribilmente simile a quanto avvenne qualche anno fa quando l’avvio dei lavori di modifica di un tratto di ferrovia di circa un chilometro (la cosiddetta Variante di Cannitello) venne definito come opera propedeutica e, in quanto tale, come posa della prima pietra del Ponte sullo Stretto. Addirittura si ipotizzò che quella posa della prima pietra potesse diventare motivo di richiesta di penali da parte del contraente generale. Sembrerebbe uno scherzo della storia che il nopontista Accorinti possa utilizzare il modello Ponte per simulare l’avvio dei cantieri che rischia di non aver luogo prima delle prossime elezioni. Eppure è proprio così. La politica dell’annuncio, utilizzata sistematicamente da Berlusconi, ha ormai pervaso l’agire delle amministrazioni pubbliche di ogni colore. E anche di quelle che colore non ne hanno. Secondo tale modalità non è importante che un’opera si faccia, quanto che ne venga proclamato l’avvio, che si tagli il nastro, che si ponga la prima pietra. Che lo si faccia ripetutamente anche sulla stessa infrastruttura non rende lo schema meno efficace. Fin qui, però, non ci sarebbe alcuna novità. Il mercato del consenso funziona così. E’ rappresentazione, finzione. Chi lo agisce lo sa, ma ne ha bisogno per riscuotere la propria trimestrale mediatica. Ancora di più quando si è a ridosso di competizioni elettorali e si ha la necessità di far veder che si è fatto qualcosa".

Per Sturniolo, queste operazioni sono ancora più gravi al sud. "La necessità di mostrare l’avvio di cantieri sempre annunciato e mai avvenuto nasconde la riduzione dei trasferimenti per la cura del territorio e il blocco degli investimenti per le opere infrastrutturali. Il meccanismo dei finanziamenti attraverso i fondi strutturali e per progetti secondo modalità e sistemi autorizzativi elaborati altrove impedisce ai territori di decidere di sé in piena autonomia facendo leva sulle risorse economiche che sarebbero proprie. Nei fatti, in questo modo, ogni opera è soggetta a iter lunghissimi, con flussi finanziari a singhiozzo, elargiti secondo selezione politica (foraggiando, il più delle volte, progettisti, contenziosi e corruzione), che finiscono per mettere in competizione territori limitrofi che, al contrario, avrebbero tutto l’interesse a collaborare".

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