Il coordinatore Giuseppe Fera evidenzia in un documento tutti i punti deboli della manovra finanziaria decennale approvata dal Consiglio comunale venerdì scorso
La rimodulazione del piano di riequilibrio propsta dalla giunta Accorinti e votata dal Consiglio Comunale non convince Lab Dem. “Lo strumento adottato – si legge in un documento a firma del coordinatore Giuseppe Fera – sembra formulare delle aspettative contabili non suffragate da certezze documentabili. Infatti, uno dei presupposti essenziali affinché tale azione produca un risultato è che il piano venga approvato del Ministero e sostanzialmente dalla Corte dei Conti. In verità mancando del tutto un riconoscimento formale della massa debitoria nel suo complesso (partecipate ecc.) e dei debiti fuori bilancio in particolare, non è possibile mettere un punto certo sulla massa delle passività da ripianare, massa passiva che ad ogni rimodulazione del piano continua solo a crescere”.
Al tempo stesso – si legge ancora – non si intravede un progetto di ristrutturazione e di efficientamento dei servizi legato alle risorse disponibili. Anche sul fronte delle entrate le stesse nell’ambito previsionale si presentano aleatorie quando si prendono in esame i contenuti dei ruoli o le ipotesi di recupero e non le risorse effettivamente incassate. Se quindi, come noi temiamo, i dati effettivi della spesa e delle entrate reali non corrispondono a quanto programmato nel piano di rientro, non soltanto si continuerà a pagare i creditori con il contagocce ed ad avere servizi scadenti ma non si riuscirà ad ottenere i benefici ed i finanziamenti che l’approvazione ministeriale del piano di riequilibrio porterebbe alla Città. Non è quindi cosa di poco conto in una Città economicamente agonizzante pensare ad un ulteriore rinvio per la messa in circolo degli oltre 530/milioni di crediti vantati da Imprese, professionisti e semplici cittadini”.
“ Qualora la Corte dei Conti rilevasse che i conti consuntivi del Comune del 2015 e del 2016 non fossero in linea con quanto programmato ed esprimesse un parere negativo al Ministero si bloccherebbe ancora una volta la possibilità di reperire quella finanza necessaria a ristabilire equilibrio e prospettive e le responsabilità graverebbero tutte sull’attuale Amministrazione. Naturalmente – conclude Fera – può sempre accadere che anche in futuro si riaprano i termini per nuove manovre correttive, ma in sostanza l’incapacità di affrontare e risolvere le questioni di fondo della Città resta palese e la crisi sempre più nera”