Con l’assessore Sebastiano Pino abbiamo fatto il punto sul risanamento. Firmata la consegna dei lavori per la demolizione delle palazzine pericolanti a Tremonti; ok al concordato per la ripresa dei 46 alloggi di Camaro Sottomontagna mentre per il parco urbano e l’anifiteatro di Camaro San Paolo è stato risolto il contratto; procedono le opere a villaggio Matteotti, all’Annunziata; in via di risoluzione anche i problemi di Fondo Fucile e via Taormina
Casa Nostra Tremonti, Camaro, Annunziata Matteotti, via Taormina e Fondo Fucile. Si muove su questi fronti il risanamento della città di Messina nel 2015, venticinque anni dopo la famigerata legge regionale numero 10 del 1990. “Una legge fallimentare – afferma l’assessore Sebastiano Pino – e lo dicono i numeri. A quel tempo furono censite oltre tremila baracche e quando il quadro fu rivisto, cinque anni fa, erano ancora tremila, perché le baracche abbandonate venivano rioccupate prima di essere demolite”. E’ su questo fronte la “scommessa” di Pino, che ha ereditato otto mesi fa la delega dal collega De Cola. La prova più vicina nel tempo sarà quella di via Taormina, dove sono pronti 20 nuovi alloggi e la graduatoria è stata pubblicata nello scorso mese di maggio. Prima dell’assegnazione, però, sono arrivati immancabili i ricorsi. “Restano da fare le ultime verifiche – riprende l’assessore –, previste all’inizio della prossima settimana. Quattro mesi potranno sembrare troppi ma bisogna rendersi conto che abbiamo a che fare con il continuo tentativo di aggirare le regole, con persone che vivono saltuariamente in baracca e si mettono in graduatoria nonostante siano proprietari di altri immobili. Stiamo lavorando contemporaneamente al piano di sbaraccamento in modo tale da non rialimentare il sistema, com’è invece stato fatto in passato. Le baracche verranno abbattute nello stesso momento in cui saranno consegnati i 20 nuovi alloggi”.
Ci si muoverà allo stesso modo nelle zone in cui i cantieri sono ancora in corso. Al villaggio Matteotti, all’Annunziata, ad esempio, dove si stanno realizzando 50 alloggi e 10 botteghe “e i lavori vanno avanti – prosegue Pino -. I quattro edifici sono pronti, mancano gli intonaci e le rifiniture interne, spero che si possa completare nell’arco di sei mesi o poco più”. Hanno subìto uno stop, invece, i lavori a Camaro Sottomontagna, dove sono previsti 46 alloggi. “Anche in questo caso bisogna fare i conti con un sistema sbagliato, quello di appalti che consentono enormi ribassi senza garanzia di completamento. Ed infatti, dopo un ribasso del 42 %, l’impresa non ce l’ha fatta a continuare ed è stato necessario un concordato, da poco autorizzato dal giudice. L’Iacp mi ha detto che i lavori potrebbero ricominciare già nel mese di settembre. Qui c’è già persino la commissione per predisporre le graduatorie”.
Opere interrotte anche per il parco urbano e l’anfiteatro di Camaro Sant’Antonio ma le notizie non sono buone. “Si è dovuto procedere alla risoluzione per inadempienza contrattuale – spiega Pino – e si andrà a fare una nuova gara d’appalto per il completamento, quindi servirà più tempo”.
Quelle di Annunziata e Camaro Sottomontagna saranno probabilmente le ultime case popolari costruite a Messina. Almeno questo è l’intento dell’amministrazione comunale, condiviso con la Regione. Per il futuro, l’obiettivo è quello di acquistare case sul mercato. “In questo modo – continua l’assessore – le case costano meno rispetto alle nuove costruzioni, si limita il consumo di suolo e lì dove si sbaracca si possono realizzare piazze e parchi. In più si accorciano di gran lunga i tempi”. Ineccepibile in teoria, più complicato nella pratica. Perché, ad esempio, a Fondo Fucile, dov’è partito il primo esperimento di reperimento alloggi sul mercato, i tempi non sono stati così brevi. “Colpa” di un ricorso ma, a monte, colpa di un bando che, evidentemente, si prestava al contenzioso. Lo ammette anche l’assessore Pino, che però vuole tranquillizzare sulla risoluzione della vicenda. “Purtroppo il bando è stato fatto male, forse anche di corsa. In un articolo c’era scritto che gli alloggi dovevano essere consegnati con certificati di abitabilità prima del rogito notarile, e così si pensava di fare, ma in un altro articolo si aggiungeva che comunque tutto doveva concludersi entro sei mesi dalla scadenza del bando per la presentazione delle domande, quindi a dicembre 2014, un termine che non è stato rispettato. In ogni caso, il Comune non avrebbe mai concluso l’atto notarile senza che prima ci fossero i certificati di abitabilità, si è trattato solo di un problema di tempi tant’è che adesso quelle certificazioni ci sono. La Regione ha sospeso tutto in attesa delle verifiche e la scorsa settimana la commissione ha presentato una relazione al dirigente dell’assessorato alle Infrastrutture. Probabilmente si deciderà di fare scorrere la graduatoria, prendendo in considerazione solo le case già munite di abitabilità a dicembre 2014. Adesso aspettiamo il via libera da Palermo, che crediamo possa arrivare in tempi brevi, poi si potranno finalmente concludere gli atti per i 39 alloggi. Anche a Fondo Fucile, la consegna delle case arriverà contemporaneamente allo sbaraccamento, che sarà parziale visto che in tutta la zona ci sono oltre 70 baracche”.
Di fronte a tante “fatiche”, la notizia più bella è che ieri, dopo la firma sul contratto avvenuta lo scorso 4 settembre, sono stati consegnati i lavori per il risanamento di Casa Nostra, a Tremonti. Un passaggio che doveva consumarsi entro 45 giorni da quella data ma che invece è stato concluso molto prima. E adesso non ci sono più ostacoli all’avvio delle opere. “La data dovrebbe essere quella del 1. ottobre – dice l’assessore – e vorremmo anche organizzare una festa, perché questo progetto è l’emblema del nuovo corso in contrapposizione ad un passato che non ha fatto onore alla città. Da questo momento, l’impresa avrà 608 giorni di tempo per completare i lavori, vale a dire un anno e 8 mesi”. Il primo passo sarà la demolizione delle sette palazzine pericolanti, subito dopo arriverà la realizzazione del nuovo parco urbano (VEDI QUI).
Il risanamento è ancora molto altro: da fondo Basile a fondo De Pasquale fino a Bisconte, fondo Saccà, Minissale e tante altre zone ancora in stato di degrado. Il problema, come sempre, sono i soldi. 42 milioni sono i residui della legge 10 ma se ne parla da tempo senza che ci siano novità concrete. “Ad inizio anno – conclude Pino – la Regione ha confermato la somma, il problema è che deve essere inserita nei bilanci e quello della Regione è sempre in rosso. Su questo aspetto, comunque, l’interlocuzione con l’assessorato regionale è continua e spero di poter avere presto un incontro con l’assessore Pizzo e realizzare un nuovo cronoprogramma. Batteremo i pugni per ottenere quello che ci spetta. A partire dal campetto previsto a Camaro, un’opera piccola ma simbolica, per la cui realizzazione manca solo il cambio di destinazione d’uso dell’area”.
(Marco Ipsale)