Il 26 febbraio debutterà alla Sala Laudamo con lo spettacolo "L'ultima madre" di Giovanni Greco. Nell'attesa che si apra il sipario, quindi, abbiamo incontrato Ilenia per parlare della sua carriera
La giovane attrice messinese, Ilenia D'Avenia, uscita dall'Accademia Nazionale di Arte Drammatica Silvio D'Amico di Roma, dopo aver spaziato tra televisione e teatro, torna a Messina per debuttare il 26 febbraio presso la Sala Laudamo con lo spettacolo "L'ultima madre" di Giovanni Greco.
Nell'attesa che si apra il sipario, quindi, abbiamo incontrato Ilenia per parlare della sua carriera.
Ilenia D'Avenia, il nome di un giovane talento che, giorno dopo giorno, vede sempre più il suo sogno diventare realtà. Innanzitutto, a che età hai capito davvero di voler fare questo mestiere e perchè?
E’ molto difficile dire con certezza quale sia stata la molla, non credo di aver fatto una scelta. Credo piuttosto che non avrei potuto scegliere altro. A volte ti trovi di fronte ad un bivio, altre volte non hai alternative. E di fronte ad una passione così forte non credo si abbia scelta. E’ vitale.Però ricordo la mia prima volta a Teatro, pochi anni, un pantalone di velluto marrone a coste, papà a sinistra, mamma a destra, il rosso delle poltrone, l’odore delle tavole e un’altra vita, un altro mondo in cui immergersi per un’ora, in modo totale. Credo mi abbia stregata!
Cos'hanno pensato i tuoi genitori quando hai detto loro "Mamma. Papà. Voglio fare l'attrice" ? Ti hanno supportato nelle tue decisioni?
Papà non è rimasto molto sorpreso, mi ha sempre fatto credere che il mio sogno fosse realizzabile in senso pratico, con lavoro e forza di volontà. “Lo vuoi fare? E allora lo faremo!”. C’era sempre questo plurale così tranquillizzante. Quando un genitore ha fiducia nel tuo potenziale, questo cresce illimitatamente, smetti di sentirti fuori posto nell’ immediato e sei libero. Mamma tentava di tenere coi piedi per terra sia me che papà e, senza pensare che potesse per me essere motivo di “offesa”, rispondeva serena: “E va bene Ily, studierai recitazione, tanto male che vada IL TEATRO ACCRESCE LA CULTURA”.
Poi man mano che i risultati arrivavano, ha cominciato a crederci anche lei. Anzi adesso, quando vivo momenti critici, è lei a dirmi: “Ce la fai!”
Hai mai avuto paura di non riuscire a trasmettere al pubblico le emozioni che volevi? E cosa provi ogni volta che sali sul palcoscenico?
Io credo che la comunicazione teatrale sia qualcosa che abbia a che fare con l’empatia. Mi sono preoccupata tante volte, forse tutti i giorni, che qualcosa potesse non arrivare. Te ne preoccupi sì, non solo per paura ma anche per affezione nei confronti del pubblico, forse per la necessità di creare quel famoso “legame di una sera” o, più semplicemente, perché è il tuo compito. Ma alle paure è meglio non lasciare spazio, è meglio lavorare senza porsi limiti perché questo non accada. Poi, siamo umani…
Parliamo ora del tuo periodo di studi. Hai avuto l'onore di frequentare la prestigiosa Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico alla quale, come sappiamo, si sono diplomati tanti attori noti nel panorama cinematografico a teatrale italiano. Che atmosfera si è creata all'interno della scuola? E qual è il ricordo più bello che questi anni di studio ti hanno lasciato impresso?
L’Accademia è senza dubbio un privilegio, ma non è un’esperienza facile e la sua “utilità” probabilmente risiede anche in questo. Sei costretto a convivere per tre anni consecutivi, tutti i giorni, per ore e ore, con altre 25 persone. Sei sotto stress, i ritmi sono serrati, sei messo alla prova: amicizie vere e profonde si mescolano a relazioni difficili, intolleranza e competizione. L’Accademia è come la vita: trovi di tutto, bene e male, luci e ombre; vivi le emozioni più disparate. Ma da quel momento in poi, sei veramente pronto a tutto. O quasi.
Abbiamo goduto di grandi collaborazioni, da Anna Marchesini ad Arturo Cirillo, Massimiliano Civica, Roberto Romei. Gli insegnamenti sono dei più disparati, sei tu a tessere il filo rosso utile alla tua formazione e alla tua carriera.
Ti abbiamo vista, proprio recentemente, nel videoclip di uno degli ultimi singoli del rapper italiano Fedez, dal titolo "21 grammi". In un clima di confusione, tra festeggiamenti e fumo, tra le ragazze che si avvicinano al cantante ci sei anche tu. Il tuo bacio al famoso rapper ha suscitato un pizzico di "invidia" nelle sue numerose fan? Cosa puoi raccontarci delle riprese?
Tanto per cominciare, tranquillizzerei le fan di Federico dicendo loro che stare sui tacchi dalle 18 alle 8 del mattino del giorno successivo, ti fa ampiamente dimenticare che stai girando il videoclip di un rapper molto famoso…(ndr) Scherzi a parte e tacchi esclusi, c’era un bel clima, Fede è una delle persone più tranquille che abbia mai visto sul lavoro; il regista, Mauro Russo, è bravissimo. Mi sono divertita molto. Alle 5 del mattino abbiamo girato l’ultima scena: quella in cui la macchina prende fuoco, e noi a correre da destra a sinistra, cercando di evitare sia le fiamme che i motociclisti che passavano sulla scena, per più di un’ora (e io ancora sui tacchi…).
E poi la collaborazione con Mario Martone al Teatro dell’Opera di Roma…
Sì, anche quella è stata un’emozione incredibile. Eravamo in trenta, si è formato un bellissimo gruppo. La coreografa, Raffaella Giordano è una persona splendida, oltre che una bravissima danzatrice cresciuta al fianco della grande Pina Bausch. In ogni caso, andare in scena in un Teatro come l’Opera è qualcosa di incredibile. Poi, con la regia di Mario Martone, ancora meglio.
C’è uno dei progetti cui hai preso parte al quale sei molto legata?
Sicuramente “Il Re Muore” di e con Massimo Mollica; avevo 16 anni e per me è stata un’esperienza decisiva. Mi diede un ruolo da cooprotagonista, la Regina Maria. Giovanna Battaglia, attrice messinese di grande talento, era la regina Margherita. Grande punto di riferimento per me, in quegli anni come adesso.Fu la mia prima esperienza professionale.
Ricordo che le prove estive si tennero nella sua tenuta in campagna, a Gioiosa: eravamo immersi nel verde, mangiavamo cose genuine, tipiche e ci dedicavamo solo alle prove. Una volta lo accompagnai al centro di Gioiosa, non mi dimenticherò mai di quel giorno, della sua Punto, del silenzio di quelle strade e degli altoparlanti montati sul tetto dalla sua macchina che facevano viaggiare una canzone per tutto il paese: Vecchio Frac. Ed era subito poesia.
La vita privata è sacra per cui non ci permettiamo di farti domande a riguardo. Anche se la curiosità non manca… Quantomeno, si può svelare se durante questi anni, c'è stato qualcuno capace di far battere il cuore della bella Ilenia D'Avenia?
Stai parlando con me? Mi sento trattata come una star ancora prima che i miei denti da latte siano caduti!Tolta l’ironia, solo una persona è stata in grado. Ma le cose cambiano, le persone anche e le strade si dividono anche quando il bene è grande, come ritengo sia stato e sia ancora il nostro. Da lui ho sempre sentito ripetermi: “Il tuo primo amore sarà sempre il Teatro, sarà sempre lui la tua priorità”. E se è vero che il primo amore non si scorda mai, io adesso non riesco più a capire di chi è che non so dimenticarmi.
E adesso, mi spiace ma ti tocca la classica domanda. Progetti futuri? Puoi già svelarci qualcosa?
Adesso sono a Messina per l’allestimento di uno spettacolo, L’Ultima Madre, per la regia di Giovanni Greco. Nato con una collaborazione tra Silvio D’Amico e Teatro Vittorio Emanuele, debutterà il 26 Febbraio alla Sala Laudamo e la prossima stagione andrà in tourneé nelle maggiori città italiane e non solo…e ci porterà fino a Buenos Aires!
Quindi, vi aspettiamo!
Grazie mille per la disponibilità e per la simpatia che sempre ti contraddistingue Ilenia. In bocca al lupo per la tua vita e per la tua carriera!
Grazie a te Silvia. W il lupo!!!
Ilenia D'Avenia, figlia di un noto artista messinese, Michele D'Avenia, nasce il 20 gennaio 1993 a Messina.
Dopo aver conseguito il diploma presso il liceo classico F. Maurolico, la D'Avenia si trasferisce a Roma. E' lì che, appena diciottenne, inizia gli studi presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico.
In verità però, la passione per la recitazione nasce in Ilenia molto tempo prima.
All'età di soli 13 anni, infatti, l’attrice messinese comincia a dedicarsi allo studio della recitazione con grande dedizione e forza di volontà.
Pochi anni dopo, entra a contatto con i circuiti teatrali messinesi: la prima collaborazione, vede l’attrice al fianco di un grande nome, un artista di spessore, vanto della città di Messina dagli anni 70 in poi, Massimo Mollica.
Una volta a Roma, la D’Avenia partecipa per due anni consecutivi al Festival di Spoleto e successivamente al Festival di Benevento. Vince il premio MareFestival, in occasione del Festival di Salina. A consegnarglielo è Giorgio Pasotti.
L’anno successivo sarà la volta del Premio Claudio Abbado, indetto dal Ministero dell'Istruzione dell'Università e della ricerca, finalizzato a sostenere la formazione artistica promuovendo l'eccellenza, assegnato da una giuria di grandi nomi del panorama teatrale italiano: Massimiliano Civica, Mariano Rigillo, Danilo Nigrelli e Luciano Colavero, per il monologo “Non ci pozzu cridiri!”, di cui l’attrice messinese è autrice ed interprete.
Prende parte al progetto firmato dal regista messinese Giampiero Cicciò, il cortometraggio “Rashid”, ispirato ad un fatto realmente accaduto: il corpo di un magrebino viene lasciato giacere su una spiaggia del nostro litorale per diverse ore tra l'indifferenza di molti bagnanti, chiacchiere, tuffi e giochi estivi. Il fatto di cronaca risale all'estate 2013.
Anche in questo progetto, Ilenia riesce a tirar fuori la sottile ironia, che da sempre la contraddistingue in ogni lavoro.
Ma la sua carriera artistica non si ferma al Teatro.
Vediamo così la giovane in due episodi della docufiction di Rai Tre "Amore Criminale", e nei programmi televisivi "Colpo di Scena" ed "Ulisse".
Recentemente, l'attrice messinese ha anche partecipato al videoclip del rapper italiano Fedez nel singolo "21 grammi".
Adesso Ilenia ha 23 anni, e seppur consapevole degli ostacoli che una carriera come la sua può preservare, non ha certo intenzione di fermarsi qui.
Silvia Mondì