Piano mezzi, obiettivi, investimenti: la ricetta del dg Foti per l'Atm

Piano mezzi, obiettivi, investimenti: la ricetta del dg Foti per l’Atm

Francesca Stornante

Piano mezzi, obiettivi, investimenti: la ricetta del dg Foti per l’Atm

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lunedì 23 Giugno 2014 - 00:00

Abbiamo incontrato il direttore generale dell'Atm dopo le prime tre settimane di lavoro all'interno dell'azienda di via La Farina. Giovanni Foti, giunto in città grazie alla collaborazione stipulata con la torinese GTT, ha le idee chiarissime e parla a ruota libera di cosa è stato fatto ma soprattutto di cosa si farà a breve e lungo termine.

L’Atm non è un malato terminale, ha ancora speranze di sopravvivere. E’ vero che la situazione è grave ma se le si danno le giuste cure ha buoni margini di guarigione”. La metafora utilizzata dal nuovo Direttore dell’Atm Giovanni Foti è la stessa che per anni abbiamo sentito ripetere ogni qual volta si è parlato dell’azienda di via La Farina. L’uomo su cui l’amministrazione Accorinti ha deciso di puntare per salvare l’Atm si è buttato a capofitto in quella che oggi più che mai considera una sfida. Era stato presentato in conferenza stampa con grande enfasi ed entusiasmo, poi aveva chiesto solo di lasciarlo lavorare. Tre settimane dopo è pronto per fare un primo punto della situazione, per illustrare cosa è stato fatto e quali basi ha gettato.

Come prima cosa ho avviato una ricognizione generale all’interno dell’azienda per comprendere a fondo qual è il punto di partenza. Sono stato aiutato da alcuni esperti arrivati da GTT, abbiamo analizzato il parco autobus, i tram, tutta la struttura della sede tranviaria, è stata avviata una vera e propria analisi per capire il reale stato di salute di questa azienda” esordisce il direttore Foti.

Resterà in Atm un anno, almeno questo prevede l’accordo e il contratto, ha chiesto l’aspettativa nell’azienda torinese, dove continuerà a seguire da lontano qualche progetto già avviato e con la quale naturalmente terrà i rapporti necessari a questa partnership sancita.

La priorità per il neo dg è rimettere in moto il servizio di trasporto che in città è ai minimi storici e che è lontanissimo dagli standard quantomeno sufficienti per una città che conta quasi 250 mila abitanti. In questo momento la sua programmazione è scandita da step che spera di riuscire a rispettare per iniziare a dare quella che definisce “l’iniezione di positività” di cui Messina ha bisogno.

Capitolo tram. “Abbiamo rilevato che i tram registrano gli stessi problemi che in GTT in passato abbiamo già affrontato e risolto quindi, nell’ottica di questa collaborazione tra aziende, sarà Torino a mettere a disposizione l’esperienza già maturata. Stiamo catalogando i pezzi che necessitano di manutenzione e valutando quali possono essere riparati qui in sede, dove ho trovato le professionalità competenti, e quali invece spedire a Torino. Per alcune riparazioni specifiche ritengo infatti che sia più conveniente e semplice impacchettare tutto, caricarlo su un container e portarlo nelle officine GTT, dove ci sono eventuali pezzi di ricambio e dove soprattutto ci sono meno problemi con i fornitori che con l’Atm ormai da tempo hanno tagliato i rapporti per l’enorme mole di debiti maturati negli anni”. Questa dunque la prima azione che Foti vuole avviare per recuperare i tram. “L’obiettivo è arrivare dagli attuali 6 tram a 9 vetture in servizio già nel prossimo mese di settembre. Poi ci dedicheremo ad una serie di interventi più consistenti e nel giro di altri 4-6 mesi contiamo di metterne in moto altri 2. Se ci sarà la disponibilità economica continuerò su questa linea e spero di contare insieme ai messinesi ben 13 vetture in linea. Per portare a termine questo progetto servirà un investimento di circa 1 milione di euro, dunque ogni obiettivo è naturalmente vincolato alle risorse finanziarie, ma stiamo lavorando anche su questo fronte”.

Capitolo bus. “Dal mio arrivo ogni giorno sto monitorando l’andamento dei bus che escono dal deposito e svolgono regolarmente il servizio. Quando posso mi mischio tra la gente e viaggio sui mezzi per capire cosa funziona e cosa invece si deve sistemare, anche se con la mole di lavoro che mi aspetta ogni giorno in ufficio non riesco a farlo spesso. Oggi la media dei mezzi oscilla tra i 26 e i 30 bus al giorno, numeri naturalmente troppo bassi e che vogliamo subito cambiare. Il primo passo sono i 7 bus in arrivo da Torino a fine mese, subito dopo ne arriveranno altri 8”.

E a chi ancora si ostina a chiamarli catorci, Foti risponde che si tratta di mezzi che a Torino ancora camminano, bus che per caratteristiche non sono molto diversi da quelli messinesi e che di certo non peggioreranno la qualità del parco mezzi dell’Atm. L’accordo economico non è ancora stato definito nel dettaglio, l’Atm pagherà le spese di manutenzione che si aggirano intorno a poche migliaia di euro per ogni bus e quasi certamente sarà solo questa la cifra da sborsare per avere 15 mezzi in più da mettere in strada subito. Evidentemente al momento di meglio non si poteva fare, del resto tutti sanno che l’Atm non è nelle condizioni economiche per affrontare investimenti. Foti chiama in aiuto GTT ma non dimentica il parco mezzi messinese. “Dalla valutazione sul parco mezzi disponibile è emerso che ci sono circa 30 vetture che si possono recuperare nel giro di alcuni mesi e con un investimento che oscilla tra i 200 e i 300 mila euro. Sul resto si potrà fare poco o nulla. Ciò che sarà fondamentale fare subito appena avrò a disposizione i primi mezzi torinesi sarà ricominciare a servire i villaggi che soffrono più di tutti la carenza di bus”.

Dunque questi gli obiettivi a breve e lungo termine: a settembre tre tram in più rispetto ad oggi e di sicuro i 15 autobus torinesi. Nei mesi successivi interventi a tappeto, sempre che ci siano le risorse disponibili.

A proposito di risorse, infatti, sotto la lente di ingrandimento di Foti c’è naturalmente anche la situazione economica dell’azienda di via La Farina. Una situazione incerta, con bilanci non approvati da anni, relazioni dei Revisori dei Conti catastrofiche e una montagna di debiti.

Stiamo lavorando per far approvare il bilancio 2013 ai Revisori dei Conti Atm e confido nel fatto che questo bilancio abbia le carte in regola per trovare il sì dell’organo contabile”. Con il bilancio approvato, infatti, l’azienda trasporti sanerebbe la sua situazione economica e avrebbe la possibilità di ricominciare a programmare in ottica futura. “L’Atm per poter vivere ha bisogno di risolvere suoi problemi legati al bilancio, e spero che questo accada al più presto, e al blocco dei contributi regionali. Sono stato pochi giorni fa a Palermo e ho riscontrato un atteggiamento molto positivo nei nostri confronti, siamo andati con carte e numeri alla mano per dimostrare che non c’è nulla di approssimato nel lavoro che stiamo mettendo in atto e quelle risorse sono vitali per poter fronteggiare i progetti che abbiamo in cantiere”. Il nuovo dg, insieme all’assessore Caccola e al commissario Manna, sta anche rivedendo il famoso contratto di servizio che il dirigente alla Viabilità Mario Pizzino ha consegnato già da tempo e il piano decennale che l’amministrazione ha elaborato in funzione del piano di riequilibrio del Comune.

A Palermo è stato illustrato anche il piano di intervento sulle vetture, per Foti è fondamentale ragionare sul chilometraggio su cui si basano i contributi e che fin troppe grane ha creato nei rapporti tra Atm e Regione. “Un progetto che è piaciuto molto ai funzionari regionali è la revisione della cartografia delle linee. Ad oggi questo prezioso strumento in realtà non esiste, si tratta di una carta in cui si descrivono dettagliatamente i percorsi, con relative fermate, in cui passano i mezzi. Il territorio è stato suddiviso in reticoli e riportato in scala, il personale sta descrivendo le singole linee, è uno strumento indispensabile per avere l’oggettiva misurazione dei percorsi e dunque dei chilometri. Una volta ultimato servirà anche per offrire un sistema di informazione precisa ai cittadini che oggi non hanno idea né di dove ci siano le fermate, né dell’esatta percorrenza dei mezzi”. In realtà questo strumento potrà rappresentare anche una garanzia agli occhi della Regione poiché servirà a dimostrare proprio l’esattezza dei chilometri effettivamente percorsi, un modo per riguadagnare fiducia e credibilità dopo quanto accaduto negli anni scorsi, con un procedimento penale ancora in corso, e che ha portato alla totale chiusura dei rubinetti dei finanziamenti.

In queste tre settimane Foti e l’assessore Cacciola hanno avviato anche il ragionamento sulla gestione di tutti i servizi resi da Atm, in primis parcheggi e Ztl. “Potenzialmente sono una ricchezza per l’economia dell’azienda ma le entrate non possono basarsi solo su questi servizi. Per questo abbiamo intenzione di potenziarli ma il discorso deve inserirsi in un quadro di intervento più ampio che coinvolge anche il trasporto gommato e tranviario”. Lo stesso si farà per la rete vendita che negli anni ha sofferto molto, un’altra idea che il direttore valuterà per aumentare gli introiti potrebbe essere l’introduzione del bigliettaio a bordo per assicurare una maggiore vendita dei ticket di viaggio e combattere il portoghesismo, un esperimento già attuato a Torino nelle linee extraurbane. L’Atm, non avendo servizi fuori città, potrebbe per esempio iniziare a sperimentare questo sistema sui bus che servono i villaggi. Sull’argomento però Foti preferisce al momento non sbottonarsi ulteriormente perché i tempi non sono ancora maturi, ma garantisce che soprattutto i parcheggi cittadini sono tra i primi punti in agenda.

Capitolo personale. Anche quando si passa a quella che negli anni è sempre stata vista come la nota dolente dell’Atm, Foti è comunque certo che ci sono tutti gli ingredienti per riuscire nell’impresa. E alla domanda sul numero dei dipendenti, numero da sempre considerato spropositato, il direttore risponde che se tutti i servizi che gestisce l’Atm rendessero in termini economici e di efficienza, il personale non sarebbe sovradimensionato. “Il problema è che è stato impiegato e gestito in modo non ottimale, per questo ho deciso di attivare subito una serie di miglioramenti per rafforzare in primis la parte tecnica e occuparmi solo in una fase secondaria della riorganizzazione della forza lavoro”. In pratica ciò che Foti sta valutando sono dei cambiamenti all’apice e sembra dunque quasi scontata qualche sostituzione nei ruoli di responsabilità dei vari settori.

Insomma, le idee e i progetti ci sono, c’è una grande voglia di riuscire, c’è anche una grande sintonia e sinergia d’intenti che Foti non nasconde di aver trovato con questa amministrazione, con l’assessore Cacciola, ma anche con molti “pezzi” interni dell’Atm. Non vuole giudicare il passato e le vecchie gestioni, guarda solo al futuro e spera di riuscire a trasmettere il suo entusiasmo alla città. Il Comune dovrà fare la sua parte e garantire forza e stabilità, c’è anche il supporto di GTT che in questa collaborazione vede la possibilità di diventare un modello per il resto del Paese. Inevitabile però chiedersi cosa ne guadagna un colosso come l’azienda torinese a sposare la causa di una realtà disastrata come la nostra. “Attivando un percorso di questo tipo si potrà provare ad intercettare finanziamenti europei destinati al trasporto pubblico locale, potrebbe essere una grande occasione sia per Torino che per Messina” spiega Foti.

Al momento però il direttore dell’Atm chiede solo fiducia. Il tempo e i risultati diranno se la scommessa è stata vincente.

Francesca Stornante

6 commenti

  1. Il resoconto dell’incontro tra la Signora Francesca Stornante e il Professor Foti mette in evidenza tanti buoni propositi e tante speranze di buoni risultati.
    Se la politica ed i politicanti si tolgono di mezzo, la Magistratura viene tempestivamente informata dei fatti aventi fumus di reato ed i Sindacati tornano a fare soltanto il loro mestiere,l’ATM guidata da un manipolo di tecnici potrebbe essere salvata.
    Buon lavoro.
    Mi spiace che soltanto 2 (due) righe siano state dedicate all’utenza, vuol dire che anche a Torino i cittadini siano considerati sudditi.

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  2. Il resoconto dell’incontro tra la Signora Francesca Stornante e il Professor Foti mette in evidenza tanti buoni propositi e tante speranze di buoni risultati.
    Se la politica ed i politicanti si tolgono di mezzo, la Magistratura viene tempestivamente informata dei fatti aventi fumus di reato ed i Sindacati tornano a fare soltanto il loro mestiere,l’ATM guidata da un manipolo di tecnici potrebbe essere salvata.
    Buon lavoro.
    Mi spiace che soltanto 2 (due) righe siano state dedicate all’utenza, vuol dire che anche a Torino i cittadini siano considerati sudditi.

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  3. ROBERTO TOMMASO 23 Giugno 2014 18:45

    …L’UNICA SOLUZIONE è, FARE PULIZIA DI TUTTO IL xxxxxxxxxxxxx CHE C’E’ IN QUESTO xxxxxx DI AZIENDA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  4. ROBERTO TOMMASO 23 Giugno 2014 18:45

    …L’UNICA SOLUZIONE è, FARE PULIZIA DI TUTTO IL xxxxxxxxxxxxx CHE C’E’ IN QUESTO xxxxxx DI AZIENDA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  5. SI! Conserviamola questa intervista! Poi facciamo i conti e vedremo se saranno poche migliaia di euro i costi delle manutenzioni e quanti viaggi faremo da Messina a Torino. L’aspetto più strano, però, è che non abbiamo mappe delle linee, non sappiano i percorsi e non conosciamo le fermate, figuriamoci gli orari! Ma cosa hanno fatto in tutti questi anni??? Scrivevano tutto sul palmo delle mani ???
    P:S: Le auto potranno continuare a parcheggiare dentro le pensiline alle fermate ?

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  6. SI! Conserviamola questa intervista! Poi facciamo i conti e vedremo se saranno poche migliaia di euro i costi delle manutenzioni e quanti viaggi faremo da Messina a Torino. L’aspetto più strano, però, è che non abbiamo mappe delle linee, non sappiano i percorsi e non conosciamo le fermate, figuriamoci gli orari! Ma cosa hanno fatto in tutti questi anni??? Scrivevano tutto sul palmo delle mani ???
    P:S: Le auto potranno continuare a parcheggiare dentro le pensiline alle fermate ?

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