Beppe Picciolo: “A Barcellona e Milazzo premiata la qualità dei nostri candidati"

Beppe Picciolo: “A Barcellona e Milazzo premiata la qualità dei nostri candidati”

Giovanni Passalacqua

Beppe Picciolo: “A Barcellona e Milazzo premiata la qualità dei nostri candidati”

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venerdì 12 Giugno 2015 - 08:06

Il capogruppo del Pdr all'Ars ha parlato delle elezioni a Milazzo e Barcellona, spiegando le scelte più controverse: dalla gestione “monocratica” del sindaco uscente mamertino Pino alle diatribe interne al PD, passando per i suoi rapporti con il presidente Crocetta

Abbiamo intervistato Giuseppe Picciolo, capogruppo del Pdr all'Ars. Picciolo è il promotore della “discesa in campo” del barcellonese Roberto Materia; a Milazzo appoggia invece Giovanni Formica.

Il suo movimento, finora, sembra esser stato lungimirante nella scelta dei candidati da sostenere. Come vede i ballottaggi a Milazzo e Barcellona?

Non si è trattato di lungimiranza, ma di una scelta qualitativa, basata sugli uomini invece che sui partiti. La provenienza dei nostri due candidati, Materia e Formica, ci è nota, ma i due sono sempre stati trasparenti e onesti, e godono di ottima reputazione. I ballottaggi riconfermeranno il verdetto, netto, espresso dagli elettori al primo turno.

All'ARS il suo gruppo appoggia il presidente Crocetta, “collichiano” convinto. Le crea imbarazzo questa contraddizione o è semplicemente parte della politica? E quali sono i suoi attuali rapporti con il governatore?

Il presidente di regione è il presidente di tutti, e anche il mio. Ieri, nonostante Crocetta fosse a Milazzo – per sostenere Giovanni Formica, ndr -, non è stato invitato da Collica a passare da Barcellona. Ma Crocetta non è mai stato chiuso negli steccati; abbiamo parlato delle nostre scelte, e lui ne conosce i motivi. Dunque ho fiducia che si costruirà un rapporto proficuo anche con il nostro candidato sindaco, che inviterà il presidente a palazzo del Longano al più presto. E il rapporto che Crocetta ha con la Collica credo si sia incrinato dopo le ultime vicende.

Quali sono i rapporti con il PD? E quelli con il centrodestra?

Con il PD abbiamo tentato, nella fase precedente alla campagna elettorale, di trovare un accordo sul nome comune da presentare in quanto centrosinistra. Avevamo proposto il segretario comunale della federazione, ma la proposta è stata rifiutata. Abbiamo allora proposto Santi Calderone, candidato “naturale” del centrosinistra a queste elezioni; hanno rifiutato anche questo nome. La controproposta, quella di Turrisi, non ci ha convinto: troppo eterogenee le sue liste, troppo elementi “infiltrati”, soprattutto della destra. Dunque, abbiamo rifiutato, puntando su un uomo che conosciamo e in cui abbiamo fiducia. Gli uomini del centrodestra sono stati più coerenti, e hanno avuto più rispetto degli uomini; ecco, nel centrosinistra barcellonese è mancato il rispetto per gli uomini.

D'alia ha recentemente dichiarato che con Formica ci sono i grumi della vecchia politica. Vuole replicare?

Quella di D'Alia dev'essere una visione retrospettiva. Noi non abbiamo né scheletri, né armadi, visto che siamo nati pochi anni fa, e non abbiamo mai gestito nulla. I grumi che egli vede sono certamente ereditati da un passato nel quale lui c'era e noi no. D'altra parte sono stati gli stessi elettori a sancire qual è il nuovo che avanza e quale il vecchio che affonda.

Nel 2010 lei ha scelto di sostenere Pino, accettando anche un ruolo di governo per il suo gruppo. In queste comunali ha optato per Formica. E' un giudizio negativo sull'operato del sindaco uscente? Cosa non ha condiviso?

Il problema di Pino è che, in questi 5 anni, è stato un “uomo solo al comando”. É per questo che due anni fa abbiamo fatto dimettere il nostro assessore. Pino è stato nel complesso un buon amministratore, e i conti gli danno ragione, ma non si è sforzato minimamente di proporre un programma condiviso e condivisibile. Il suo è stato un metodo di gestione monocratico, che non l'ha premiato: è per questo che gli elettori non sembrano intenzionati a riconfermarlo. Evidentemente, le nostre valutazioni politiche in tempi non sospetti si sono rivelate corrette.

Il pdr è in espansione. Il suo gruppo è molto attivo sul territorio e, inoltre, sembra molto autonomo rispetto al centrosinistra. É in discussione il patto di federazione con il PD? Presto il Pdr correrà da solo?

Il patto federale non è in alcun modo in discussione. Il patto ha una prospettiva a lungo termine, ed è stato voluto fortemente dallo stesso Renzi, che voleva intercettare le istanze di tutte quelle persone che, pur ritenendosi di centrosinistra, non è disposta a votare PD; una “fiancata moderata”, che noi rappresentiamo. Certamente bisognerà mettere in chiaro alcuni punti: mi riferisco al caos delle primarie e ad alcune ridefinizioni dei rapporti interni alla federazione, perché troppo spesso sono prevalsi localismi e protagonismi a scapito del bene comune. Nei prossimi mesi organizzeremo una conferenza programmatica, dalla quale ci aspettiamo una grande risposta in Sicilia; sarà un'occasione per invitare i vertici romani del PD e discutere.

Giovanni Passalacqua

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