La scrittrice messinese Alessia Gazzola a Tempostretto.it: «Alice Allevi è cresciuta, aveva bisogno di una scossa»

La scrittrice messinese Alessia Gazzola a Tempostretto.it: «Alice Allevi è cresciuta, aveva bisogno di una scossa»

francesco musolino

La scrittrice messinese Alessia Gazzola a Tempostretto.it: «Alice Allevi è cresciuta, aveva bisogno di una scossa»

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mercoledì 09 Maggio 2012 - 07:31

La scrittrice messinese incontrerà il suo pubblico mercoledì 9 maggio (18,30) al Salone delle Bandiere del Comune di Messina. Un evento organizzato dalla libreria Bonanzinga

La giovane scrittrice messinese, Alessia Gazzola, torna in libreria con il suo secondo romanzo, Un segreto non è per sempre (Longanesi, pp. 416, €17,60).

La Gazzola, ha vissuto la notorietà mediatica frutto del successo del suo libro d’esordio, L’Allieva, riuscendo a non farsi travolgere, né a montarsi la testa. In questi secondo libro la sua eroina, Alice Allevi, la ritroviamo non più imbranata ed insicura di sé, ma cresciuta e più conscia delle sue capacità analitiche, ma stavolta sarà a farla penare…

Tempostretto.it ha intervistato Alessia Gazzola

Nel primo romanzo la tua Alice era imbranata ed inesperta, una vera e propria Allieva, emula involontaria di Bridget Jones. Invece ora la ritroviamo cresciuta e più sicura dei suoi mezzi e anche il suo rapporto con i colleghi è cambiato. Alice non soffre più della sindrome di Calimero, insomma…

«Era necessario che maturasse un po', certamente. Ho sempre pensato che lei meritasse tutte le critiche che le venivano rivolte perché di fatto era (e in parte è ancora) una studentessa molto pigra e un po' negligente. Quindi non l'ho mai vista come una vittima, ma al contrario come un personaggio da "scuotere"».

A differenza del primo, il tuo nuovo romanzo è molto contestualizzato grazie agli avvenimenti internazionali. Un segno di maggior confidenza o un tributo alle vittime del terremoto giapponese?

«Solo la voglia di rendere la mia protagonista consapevole che esiste una realtà molto più seria di quella giocosa e buffa in cui lei è inserita».

Konrad Azais cosa rappresenta per te? Un escamotage o un tuo monito contro i pericoli inerenti alla scrittura?

«Konrad Azais è la rappresentazione della smania acritica e incontrollata da cui spesso è animato chi è convinto di essere uno scrittore. Una sensazione in cui mi sono imbattuta da quando ho conosciuto il mondo editoriale e gli strani personaggi che lo abitano».

A proposito di scrittura, come stai vivendo questa fama improvvisa? E “da grande” cosa farai? Il medico legale, la scrittrice…o entrambe?

«La vivo facendo finta che non esista, che nulla sia mai successo: è l'unico modo per mantenere un rapporto equilibrato con questa onda che mi ha travolta. Quindi è facile intuire cosa farò: il medico legale, ovviamente. La scrittura non è un lavoro: è troppo divertente per essere considerata tale. E poi esercitare la scrittura come professione rischia di far perdere di vista la realtà e di trasportare in una dimensione fittizia, creata solo dalla fantasia».

Francesco Musolino

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