Il candidato ci ha spiegato le sue posizioni politiche e i tratti distintivi del suo programma. E, a proposito di un eventuale ballottaggio, dichiara: “Ce la giocheremo alla pari con tutti. Se non dovessimo arrivarci vinca il migliore, chiunque esso sia”
Il candidato sindaco Giuseppe Sottile ha accettato di sottoporsi alla nostra intervista “last minute”. Sottile, sostenuto da due liste, è stato il promotore della mozione di sfiducia all'ex sindaco Maria Teresa Collica; mozione che, approvata da 21 consiglieri su 30, ha portato Barcellona Pozzo di Gotto alle elezioni, previste per domenica e lunedì.
Lei è il candidato ufficiale della destra barcellonese. In cosa le sue idee si distinguono da quelle del "moderato" Materia? Si identifica con le idee politiche di qualche politico nazionale?
Più che il candidato ufficiale della destra barcellonese, mi sento di essere il candidato di quella destra giovane, che vuole e crede in un ricambio generazionale e che non sia espressione di investiture dall’alto, da parte di chi ha gestito il potere negli ultimi 20 anni, ma che parta dalla base, dalla gente, dalle nuove generazioni. Mi identifico nelle idee politiche della nuova generazione della destra italiana, ed in particolare nel movimento politico Fratelli d’Italia, rappresentato da Giorgia Meloni, di cui sono portavoce provinciale nonché membro della direzione nazionale.
Lei è l'autore della mozione di sfiducia. Al termine della campagna elettorale, ritiene che quella scelta sia stata compresa dalla gente? E il fatto di esser stato il proponente la aiuterà nella sua corsa alla posizione di primo cittadino?
La mozione di sfiducia è stata voluta dalla gente, ritengo dalla maggioranza dei barcellonesi, che sono rimasti delusi dall’amministrazione Collica, nella quale avevano confidato per un vero e proprio rinnovamento sia politico (cioè del modo di fare politica), sia amministrativo (cioè dal punto di vista dell’efficienza della macchina amministrativa). Tale istanza di rinnovamento ha stentato a decollare e col passare del tempo ha perso slancio, esaurendo la sua spinta propulsiva. La città si è fermata, e non si poteva rimanere a guardare. Non so quanto il fatto di essere stato il proponente della mozione di sfiducia inciderà sul consenso degli elettori ma, a due giorni dal voto, posso affermare con serenità di aver condotto, insieme alla mia straordinaria squadra, una bellissima campagna elettorale, che ha permesso di far conoscere a tantissima gente le mie idee, i miei valori e la visione della città vorremmo.
Qual è il punto del suo programma che più la identifica e la distingue dagli altri candidati?
Io credo che, al di là del programma, ciò che mi distingue dagli altri candidati sia il fatto di avere una visione di come vorrei la mia città: una città pulita, viva, con meno traffico (dirottato fuori dal centro urbano il traffico di attraversamento, per mezzo della realizzazione del cosiddetto asse attrezzato, nonché dall’asse ASI, entrambi previsto dallo strumento urbanistico); zone verdi ben curate, aree attrezzate per bambini, per anziani e per il fitness; mini-isole ecologiche per la raccolta differenziata; rotatorie a tema, la cui cura sarebbe affidata ai privati in cambio della pubblicità; un servizio di trasporto efficiente, parcheggi a pagamento e isole pedonali, per disincentivare l’uso delle vetture; e la costruzione, infine, di un grande monumento vivente, attraverso la riqualificazione degli argini del torrente Longano, lungo il quale immagino un percorso pedonale che colleghi la città al mare, dal Teatro Mandanici, cuore di Barcellona, a Calderà, la nostra punta di diamante.
Quale sarebbe, per lei, il candidato più "temibile" a un eventuale ballottaggio? E, se lei non dovesse arrivarci, che indicazioni di voto darebbe ai suoi elettori?
Non vedo un avversario più temibile di altri. Se arrivo al ballottaggio credo di potermela giocare alla pari con chiunque. Del resto sono uno sportivo e più appassiono nella competizione. Se invece non dovessi arrivare al ballottaggio, vinca il migliore, o quello che i cittadini credono lo sia.
Giovanni Passalacqua