L'attrice italo-spagnola in scena al Monte di Pietà di Messina per il cartellone "Un Palco a Messina"
Nata a Barcellona il 24 novembre 1978 da padre italiano e madre spagnola, Vanessa Incontrada comincia a fare la modella in Spagna all'età di 17 anni e nel 1996 si trasferisce a Milano, dove lavora con successo per griffe e giornali di primo piano. Da quel momento in poi nessuno la ferma e si divide tra spot, radio e televisione, per approdare sul grande schermo e a teatro.
In questi giorni è sulle scene con il Miles gloriosus (Il soldato spaccone), commedia scritta dall'autore latino Plauto, per la regia di Cristiano Roccamo, con Maximilian Nisi, Luca Cairati, Sandra Cavallini, Mauro Eusti, Luca Damiani, Elisa Cutrupi e Nicola Borghesi.
Il titolo è riferito al soldato Pirgopolinice, un millantatore vanaglorioso, noto per le sue spropositate e infondate vanterie. Ma il soldato verrà punito dal solito servo furbo che, alleato con altri personaggi, permetterà alla ragazza, rapita dal soldato, di ricongiungersi con il suo padrone. In realtà, quasi la metà dei versi escono dalla bocca del servoPalestrione (Vanessa Incontrada), che è il vero protagonista della scena, con i suoi piani che gli fanno più volte meritare il titolo di architetto.
Al termine della tappa messinese, portata in scena, Sabato 13 Agosto, al Monte di Pietà, in occasione del cartellone di Taormina Arte “Un palco a Messina”, abbiamo avuto la fortuna di rivolgerle qualche domanda.
Scorgendo tra le numerose biografie che la riguardano, notiamo che si è impegnata un po’ in tutte le realtà dello spettacolo: qual è stato il ruolo in cui si è sentita maggiormente a suo agio?
Tutti. In tutto ciò che faccio, mi sento a mio agio, perché lo scelgo, nessuno mi obbliga o mi dice come impostare la mia vita lavorativa. Ho semplicemente il desiderio e la voglia di farlo: l’essere conduttrice o attrice mi da’ tanto. L’essere attrice mi permette, in quel momento, di non essere io: posso trasformarmi, essere, per due mesi, qualcuno di diverso, anche fisicamente. Quando sono in televisione, non c’è finzione, e si va incontro a gusti diversi: puoi piacere, come non piacere…
Lei si è trasferita in Italia da giovanissima. Rimpiange questa scelta o lo rifarebbe?
Io sono italo-spagnola e quindi penso che la vita, il destino mi abbiano portato in Italia, non sono stata io a programmare questa cosa… Ma non rimpiango nulla, perché il percorso che ho iniziato non lo continuo né per obbligo o per dovere, né per soldi, ma solo per la voglia di fare.
Nel “Miles Gloriosus” di Plauto che portate in scena, lei interpreta il ruolo del servo Palestrione. Come si è trovata ad interpretare il ruolo di un uomo?
Sai, Palestrione è un uomo un po’ strano, particolare, a volte anche donna, perciò ci gioco molto…
Le sorprese e le battute comiche, gli equivoci e gli scambi di persona, le beffe e i raggiri, la caricatura e la parodia, i giochi di parole, i doppi sensi grossolani, l’esaltazione dei piaceri materiali, la ricerca del guadagno e del denaro con ogni mezzo sono una caratteristica peculiare del teatro farsesco di Plauto. Non trova che sia molto attuale?
Sì, è vero. La commedia di Plauto ti da’ questa possibilità, anche se scritta anni e anni fa, è molto attuale, puoi dargli il tocco che vuoi, seguendo delle pause, degli imput che ti da’ il testo, però puoi gestirtela molto a piacimento. Soprattutto Palestrione che, alla fine, è il narratore della storia e colui che ingegna questo gioco. In questo personaggio, però, c’è una complicanza: tu devi avere tante facce con più di uno. Hai il pubblico che è tuo complice, hai i complici che sono i tuoi complici, hai quello che non è tuo complice e poi c’è quello che dovrebbe essere tuo complice ma che non ha capito… E spetta a te trovare il modo per spiegare questa cosa e lo puoi fare solo attraverso la mimica facciale, quello che dici diventa relativo…
Questo crede che spesso accada anche nella vita?
Eh sì. La doppia faccia c’è, ma spero sempre usata onestamente. Nel teatro puoi fingere, nella vita vera no…
Altri progetti? Dove la vedremo nella prossima stagione?
Sì, teatro, televisione, cinema, mi vedrete un po’ dappertutto…
Cosa consiglia a chi, tra i giovani, spera, come lei, di iniziare una carriera lavorativa nel mondo dello spettacolo? Forse occorre un po’ di coraggio?
Il coraggio è qualcosa che puoi trovare come non puoi trovare e non mi piace dire ‘i sogni si realizzano’, perché talvolta non è così, se rileggete questa chiacchierata forse capirete qual è il mio consiglio…
(di CLAUDIO STAITI)