"Il turismo universale di Taormina, capitale della Cultura insieme a Palermo"

“Il turismo universale di Taormina, capitale della Cultura insieme a Palermo”

Carmelo Caspanello

“Il turismo universale di Taormina, capitale della Cultura insieme a Palermo”

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giovedì 18 Gennaio 2018 - 15:07

L'assessore regionale dei Beni culturali ha illustrato a Palazzo dei Giurati le iniziative in programma per "Palermo città della Cultura 2018"

TAORMINA. Due capitali della cultura nel cuore del Mediterraneo. Una nominata: Palermo; l’altra di fatto: Taormina. Quest’ultima città è stata inserita nel contesto di un singolare progetto dall’assessore regionale dei Beni culturali Vittorio Sgarbi, giunto questa mattina nella Perla dello Jonio per presentare le iniziative dell’assessorato per “Palermo Capitale italiana della Cultura 2018”. Nell’affollata aula consiliare di Palazzo dei Giurati, alla presenza del sindaco Eligio Giardina e del presidente del Consiglio Antonio D'Aveni, di consiglieri e assessori, il Professore ha parlato per quasi un’ora spaziando su più fronti. Il Consiglio dei ministri ha deciso che Palermo è la città della Cultura 2018; Sgarbi ha arricchito il progetto originale aggiungendovi Taormina. Da una capo all’altro della Sicilia.

Assessore Sgarbi, di solito Taormina è contesa da Messina e Catania. Invece si scopre co-capitale della cultura insieme a Palermo, città che sorge dalla parte opposta dell’Isola.

“Sono un antagonista delle città capitali della cultura, nel caso specifico Palermo. Lo schema fu inventato quando vinse Matera. Bellissima vittoria. Ma Lecce si arrabbiò, Assisi si arrabbiò, Ravanne anche… A quel punto il ministro Francescini inventò la capitali italiane. La prima, Ravenna, fu gratis. Le altre a concorso. Far concorrere le città vuol dire mettere insieme Aliano con Palermo, per fare un esempio. A un certo punto vince Pistoia. Paradosso. Non che non sia bella, ma ci sono Pisa, Lucca… Se ne metti dieci o quindici nella prospettiva della loro importanza avrai Urbino, Lucca, Siracusa e così via. La scelta di farle concorrere porta a dei paradossi come quello citato. L’unica città buona che è uscita in questi anni è Palermo, che era messa in concorso con Comacchio, Settimo Torinese ed altre piccole realtà. Però è troppo grande per il solo milione di euro che gli danno”.

E quindi?

“Si rischiava che fosse una spesa inutile. Quando sono arrivato ho pensato così di potenziare quella spesa con la Regione, di mettere contributi e di inventarmi io una mia ideale capitale non italiana bensì universale della cultura, che c’è in Italia e si chiama Taormina”.

Ci sono già delle idee concrete per Taormina?

“Quando ieri sera ho proposto l’idea ad Orlando (il sindaco di Palermo, ndr), l’ha trovata conveniente. Taormina è già capitale, Palermo lo è nominata. Tra le iniziative è stato indicato dagli stessi taorminesi Von Gloeden (il fotografo tedesco venuto a curarsi dalla tubercolosi a Taormina dove vi rimase per il resto della vita, sino al 1931, ndr) e ad onor del vero lo avevo pensato anch’io. Von Gloeden può rientrare in quel pacchetto di chi viene a Palermo da Taormina in una ideale capitale italiana della Cultura 2018. Qui si è creato un turismo così universale, che la rende una città del mondo, sciogliendola dalla Sicilia. Con Agrigento, Catania e anche Palermo, Taormina vince”.

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