Decisiva la mediazione della Protezione Civile regionale e del suo dirigente, Calogero Foti, che è anche il commissario per l’emergenza idrica messinese. L’intervento avrà un costo di circa 500mila euro e potrebbe essere concluso già nella prima decade di aprile. Quasi in contemporanea è prevista la fine dei lavori a Calatabiano, propedeutica al ripristino della condotta originaria del Fiumefreddo
In pochi mesi ciò che non è stato fatto in quasi sei anni. Correva l’anno 2010 e l’acquedotto dell’Alcantara si danneggiò tra Alì e Scaletta, gli ultimi due Comuni ancora oggi serviti da quella condotta. A Scaletta, tra l’altro, l’acqua non arriva tramite la condotta originaria, che ha un diametro di 75 centimetri, ma tramite un piccolo bypass da 20 centimetri che consente di portare circa 20 litri al secondo nel Comune jonico alle porte di Messina, al quale ne basta la metà. La parte restante si disperde nel torrente Giampilieri. Nel 2012 un’altra rottura, stavolta in contrada Bagni, a Santa Margherita.
Da allora non si è mai provveduto a riparare i due tratti, anche perché, poco prima che si verificasse la rottura tra Alì e Scaletta, l’Amam decise di non rinnovare il contratto con Siciliacque, l’azienda che gestisce l’acquedotto dell’Alcantara, a causa dell’elevato costo di 69 centesimi al metro cubo, una cifra spropositata soprattutto se si pensa che Messina attinge dal Fiumefreddo ad un costo compreso tra gli 8 e i 10 centesimi al metro cubo. Una scelta possibile perché i 900 litri al secondo provenienti dal Fiumefreddo (il triplo rispetto all’Alcantara), oltre ai circa 200 della Santissima e ai 100 dei pozzi privati, fornivano i 1200 litri al secondo sufficienti al fabbisogno cittadino.
Ma la frana di Calatabiano sull’acquedotto del Fiumefreddo, che ha fatto scoppiare la più lunga emergenza idrica messinese degli ultimi decenni, ha riaperto la questione Alcantara. Da quel momento Messina è tornata ad usufruire di quell’acqua grazie ad un bypass realizzato a Forza d’Agrò che in quel punto la fa confluire verso l’acquedotto del Fiumefreddo. Una soluzione temporanea, attuata in fretta e furia, in attesa che a Calatabiano si completino i lavori di messa in sicurezza del versante (tempi previsti entro marzo) e si possa ripristinare la condotta originaria del Fiumefreddo.
Ciò che è emerso nel corso della grande emergenza idrica è l’assenza di un piano B. Messina si è ritrovata per alcuni giorni totalmente senz’acqua, prima che venisse realizzato il collegamento tra le due condotte a Forza d’Agrò, perché sia il Fiumefreddo sia l’Alcantara erano danneggiate. E’ per questo che adesso si vuole puntare al ripristino di entrambe le condotte, non solo quella del Fiumefreddo. A dire il vero, negli anni, l’Amam lo aveva richiesto più volte, invano. L’ultima, lo scorso 23 dicembre, con una nota del presidente Leonardo Termini, che stavolta ha ricevuto l’attenzione del dirigente della Protezione Civile regionale e commissario per l’emergenza idrica messinese, Calogero Foti. Ieri, infatti, a Palermo, Foti ha partecipato ad un tavolo tecnico tra l’Amam e Siciliacque, durante il quale è stato raggiunto un accordo agognato da tempo.
“Siciliacque ha deciso di rimettere in funzione la condotta – spiega al termine della riunione il direttore generale dell’Amam, Luigi La Rosa -. Subito partiranno sia la progettazione sia i sondaggi sui terreni per verificare il tipo di intervento da attuare. Si pensa di completare i lavori, che dovrebbero avere un costo di circa 500mila euro, entro la prima decade di aprile. Non ci sarà alcun obbligo di approvvigionamento da parte nostra ma potremo usufruire dell’acqua dell’Alcantara solo quando ne avremo la necessità. E’ stata decisiva la mediazione della Protezione Civile regionale, in particolare il grande impegno del commissario Foti, che ha sollecitato l’intervento e ottenuto l’adesione da parte di Siciliacque”.
Torniamo in apertura, per sottolineare ancora che in pochi mesi potrebbe essere realizzato ciò che è atteso da anni. Ed oggi si rende più che mai necessario perché la condotta del Fiumefreddo mostra continui segni di instabilità. L’ultimo risale a poco prima di Natale, in seguito alla frana di contrada Fondaco Parrino, a Forza d’Agrò, che ha lasciato a secco per qualche giorno alcune zone della città. “Ma il problema esiste ancora e va risolto in tempi rapidi – riprende La Rosa – perché il rischio resta dietro l’angolo. Abbiamo già ottenuto l’ok al progetto da parte della Forestale e del Comune di Forza d’Agrò, domani (oggi, ndr) faremo gli ultimi sondaggi per poi completare il progetto entro martedì e consegnarlo al Genio Civile. Speriamo di poter iniziare le opere già mercoledì perché temiamo che la situazione possa precipitare”.
Ma ci sono ancora altri punti a rischio lungo i 60 chilometri che collegano l’acquedotto del Fiumefreddo a Messina? “In questo momento no – conclude La Rosa -. Abbiamo fatto un’ispezione generale e non abbiamo riscontrato grosse criticità. Ma le cose si evolvono, anche a Forza d’Agrò si è avuto un cedimento improvviso di 60 centimetri del terreno e non ce lo aspettavamo. Bisogna correre ai ripari”.
(Marco Ipsale)
Lasciateli lavorare
Lasciateli lavorare
L’acqua deve essere gestita dai comuni di ogni regione.Basta sprechi con le aziende private e con la speculazione occulte.
L’Amam deve essere gestita e controllata dall’assessore di turno che ha sua volta deve rispondere al sindaco e il sindaco al popolo.
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Ma nel tubo scorre acqua o oro liquido?spendere quasi 15000 eur al giorno per avere 250 litri d’acqua è uno scandalo!ma i NS deputati che fanno? Perché non agisco nell’interesse della città affinché questo scandalo finisca!l’acqua bene primario per l’uomo è diventata merce preziosa come l’oro!!!2 cosa mi spieghino i vertici Amam visto il grave pericolo che incombe a forza d’Agrò cosa si aspetta ad agire con urgenza per evitare una seconda Calatabiano? In questi casi le pastoie burocratiche per i progetti non dovrebbero passare in senso piano? Meglio una nuova emergenza igienici sanitaria in città?? Boh!
Ma nel tubo scorre acqua o oro liquido?spendere quasi 15000 eur al giorno per avere 250 litri d’acqua è uno scandalo!ma i NS deputati che fanno? Perché non agisco nell’interesse della città affinché questo scandalo finisca!l’acqua bene primario per l’uomo è diventata merce preziosa come l’oro!!!2 cosa mi spieghino i vertici Amam visto il grave pericolo che incombe a forza d’Agrò cosa si aspetta ad agire con urgenza per evitare una seconda Calatabiano? In questi casi le pastoie burocratiche per i progetti non dovrebbero passare in senso piano? Meglio una nuova emergenza igienici sanitaria in città?? Boh!
Ennesima dimostrazione d’improntitudine BUDDACE;i ns “votati politici” hanno SOLTANTO blaterato (approfittato dei denari dei contribuenti,facendosi MANTENERE da questi ultimi!!!),mentre il SIGNOR DIRIGENTE- Calogero FOTI- ha CONCRETIZZATO UN ACCORDO vitale per Messina,un impegno per la privata società che ci ha xxxxxxxxxxx negli ultimi cinque anni con la xxxxxxxxxxx dei “dirigenti AMAM”.Mi continuo a domandare dove hanno PERDUTO LA FACCIA dopo le “grottesche sceneggiate offerte” durante la “crisi idrica”,loro addebitabile quanto meno per la dolosa incuria ed INCOMPETENZA??????? Al posto loro,la GENTE PERBENE si nasconde sotto terra per la VERGOGNA;invece,continuano SFACCIATAMENTE, a mostrarsi ai messinesi!!!!!
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Finalmente qualcosa si muove
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