Intimidazione Cetraro (CS), parlamentari e consiglieri regionali per raffrorzare il "no" ai clan

Intimidazione Cetraro (CS), parlamentari e consiglieri regionali per raffrorzare il “no” ai clan

Mario Meliado

Intimidazione Cetraro (CS), parlamentari e consiglieri regionali per raffrorzare il “no” ai clan

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lunedì 15 Marzo 2021 - 21:55

Intimidazione Cetraro (CS), parlamentari e consiglieri regionali per raffrorzare il "no" ai clan e solidarizzare con l'Arma dei Carabinieri

«Quest’ultimo terribile atto ci inquieta, perché avevamo avvertito che qualcosa a Cetraro stava cambiando, con le forze dell’ordine e la magistratura impegnate a ristabilire la legalità e la stessa cultura della legalità. Ciononostante, sabato sera è accaduto un fatto gravissimo: ma la città ha inteso reagire, senza esitazione alcuna». Così l’esordio del sindaco di Cetraro Ermanno Cennamo in occasione del Consiglio comunale “aperto” di oggi pomeriggio, dopo l’appello dei consiglieri presenti e l’introduzione da parte del presidente dell’Assemblea Giovanni Rossi.

Cennamo: «Tragedia scampata, lo Stato ci deve risposte»

L’intimidazione, nelle parole del primo cittadino, è «un atto ignobile, vile, accaduto alle 19,30 sotto una caserma dei Carabinieri, ignorando che questi sei colpi di pistola esplosi all’impazzata avrebbero potuto causare una tragedia. Per fortuna non è successo; ma noi restiamo fortemente preoccupati», ha detto il primo cittadino, ringraziando il presidente della Commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra, la deputata Enza Bruno Bossio e la senatrice Fulvia Caligiuri (che ha inviato un messggio), l’assessore regionale all’ambiente Sergio De Caprio (meglio noto come “Capitano Ultimo”), il consigliere regionale Giuseppe Aieta, l’altro ex sindaco cetrarese Angelo Aita e tutti gli altri presenti.

Il sindaco di Cetraro Ermanno Cennamo

«Noi sindaci avvertiamo una responsabilità forte rispetto a queste cose che mai avremmo voluto accadessero nelle nostre città. La sentiamo tutta sulle nostre spalle… e su questo non vogliamo tornare indietro; così, quando facciamo squadra, abbiamo la forza di reagire, come in occasione di ieri, quando c’è stato un sussulto, senza perder tempo c’è stata un’immediata condivisione a dire “no” alle mafie, alla criminalità organizzata, a chi finora ci ha costretto a vestire la “maglia nera”… Noi vogliamo indossare la “maglia bianca”, quella del rispetto delle regole, del rispetto della legalità».

Tra le richieste del sindaco Ermanno Cennamo, «un posto di polizia che ci era stato garantito, e nemmeno quello è arrivato; lo sblocco della caserma dei Carabinieri che purtroppo stiamo tenendo chiusa, anche se basterebbero 30 giorni per ultimarla; e questo impedisce d’avere una regolare tenenza dei Carabinieri e avere così 30-35 carabinieri in grado di svolgere il loro lavoro su questo territorio.Sono sicuro che tutti i sindaci saranno uniti nel supportare la nostra battaglia per la legalità, e credo non mancherà l’aiuto dei parlamentari e del Consiglio regionale: di certo noi ci vogliamo prendere le nostre responsabilità, ma lo Stato ci deve dare le risposte».

Aita: «Se le aziende pagano il “pizzo”, si sciolgano i contratti»

Tra gli interventi, registrato quello dell’ex sindaco Angelo Aita: «Quello che avevamo immaginato di conoscere negli anni Ottanta è una realtà che si sta trasformando, che abbiamo il dovere di conoscere per trovare le contromisure. E servono risposte – ha ribadito Aita –, come l’apertura di una caserma finita 6 anni fa… Ma bisogna saper andare anche oltre: per ogni contratto, per ogni appalto stipulato, se ci accorgiamo che l’azienda è vittima d’estorsioni e non le denuncia, immediatamente il contratto dev’essere sciolto», ha proposto Aita.

Morra: «Urgono comportamenti quotidiani coerenti»

Il presidente dell’Antimafia Nicola Morra

Il presidente della Commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra è intervenuto partendo dalla propria storia personale: giunto in Calabria per lavoro nell’88, ebbe a licenziarsi e ad avviare una causa di lavoro poi definita solo nel 2006 col riconoscimento delle sue buone ragioni ma «ottenendo d’essere considerato da tutti i miei sodali come lo stronzo di turno per aver osato denunciare chi gli dava un tozzo di pane. Questa non è mafia, ma è mafiosità», ha rilevato il senatore, sottolineando che «lì dove domina il crimine organizzato non c’è solo il rischio che una pallottola vagante, magari alle 19,30, in pieno giorno, tronchi anzitempo una vita, ma ci sono anche ricadute negative per l’economia, per i diritti».

Tra i punti esposti da Morra, la circostanza che il Cosentino sia il territorio «in cui c’è un’Asp con un debito da circa un miliardo di euro. E dell’ospedalità territoriale fa parte anche l’ospedale di questa città, il cui direttore sanitario, venuto alla ribalta nazionale anche di recente per alcune vicende giudiziarie, in termini di rapporti col clan Muto mi sembra qualcosa possa vantare… Insomma: possiamo far parole quanto ci pare, ma se poi i comportamenti quotidiani non fanno il paio con questi buoni propositi, non ne nascerà niente di buono».

L’Arma potenzia la sua presenza a Cetraro

Il Comando generale dell’Arma dei Carabinieri, fa sapere il sindaco a lavori in corso leggendo un messaggio pervenutogli, potenzierà sùbito la sua presenza a Cetraro. A un primo presidio territoriale composto da tre marescialli e due appuntati si affiancheranno presto altre 21 unità, sei delle quali dello Squadrone eliportato “Cacciatori” Calabria.

La caserma nacque in seguito a un’intesa bilaterale tra Arma dei Carabinieri e un’azienda privata, rammenta l’ex primo cittadino Giuseppe Aieta prendendo la parola; e rievoca pure un sopralluogo col generale Aloisio Mariggiò (poi alla guida di Calabria Verde) per un sopralluogo. «In seguito, però, si bloccò tutto. E gravi problemi ci furono anche con la Brigata della Guardia di finanza, oggetto di soppressione per ben due volte nel corso degli anni, “saltata” solo grazie agli interventi prima del sottosegretario Jole Santelli e poi del viceministro all’Interno Marco Minniti».

E  Aieta menziona, tra gli altri atti di vicinanza alla popolazione cetrarese di queste ore, un’interrogazione parlamentare di cui ha fatto sapere il senatore di Italia Viva Ernesto Magorno.

Bruno Bossio, Bevacqua, Di Natale, De Caprio

L’approvazione degli indirizzi per il documento finale

A proposito di parlamentari, la deputata piddina Enza Bruno Bossio fa presente d’aver avuto la sensazione, dopo tanti anni in cui questa cittadina «s’è battuta per essere un punto di riferimento dell’intera area, ci fosse un tentativo criminale per dire: “No, qui ci siamo noi che comandiamo, siamo gli stessi degli anni Ottanta”. Ecco: non è possibile. Non lo permetteremo, noi a quella soggezione non ci dovremo piegare, e dovremo invece ottenere la consegna della caserma, per poter dimostrare che “qui comandiamo noi”».

Le “bacchettate” di don Stamile

Il referente regionale di “Libera”
e parroco di Cetraro don Ennio Stamile

Tra gli altri interventi, quelli dei consiglieri Mimmo Bevacqua («Ognuno deve assumere la propria responsabilità: giocare allo scaricabarile sul sindaco o magari sulla Chiesa non fa crescere la comunità nella sua interezza») e Graziano Di Natale («È un fallimento dello Stato, quando si pensa che una caserma dei Carabinieri non possa aprire per gineprai burocratici… Però questo territorio non ha bisogno delle parole mie o di altri, ma di risposte») e dello stesso presidente della Commissione regionale anti-‘ndrangheta Antonio De Caprio.

Spazio anche per vari amministratori come il sindaco di Paola Roberto Perrotta o l’omologo di Santa Maria del Cedro Ugo Vetere e, naturalmente, per il referente regionale di “Libera” e parroco di Cetraro don Ennio Stamile, che non ha fatto sconti neppure alla gente del posto. «Dobbiamo crescere tutti, dobbiamo ammetterlo perché ognuno ha le proprie fragilità: noi preti, i politici e anche i cittadini di Cetraro. Che ieri alla manifestazione per solidarizzare col comandante della stazione dei Carabinieri erano assenti, in grande parte; così come, mi spiace, ma non c’erano anche molti tra i consiglieri comunali». Chiusura d’intervento con un sentito ringraziamento allo “scatto di reni” dei sindaci della zona.

Il consigliere regionale e comunale – ed ex sindaco di Cetraro – Aieta, tornando a prendere la parola, ha rammentato «i tanti primati» a suo avviso vantati dall’Amministrazione cetrarese negli ultimi lustri, dalla “blindatura” antimafia degli appalti alle normative di vantaggio per i testimoni di giustizia fino all’agognata realizzazione del porto di Cetraro, già atteso invano da decenni. «Il Comune di Cetraro dalle indagini non è mai stato sfiorato – ha aggiunto a proposito dell’indice di penetrazione mafiosa –; anzi, in alcune occasioni ha anche “dato il via” alle indagini».

In attesa del “documento”

Dopo oltre tre ore di discussione, il Consiglio comunale “aperto” andava a chiudere, col proposito di ottenere in tempi rapidi sia l’ultimazione della caserma dei Carabinieri – nella speranza di superare i due elementi ostativi relativi a una piccola area demaniale e a un pignoramento in itinere da parte di un’impresa fin qui non remunerata – sia la relativa tenenza, ma anche di concludere «con un documento forte e unitario», ha scandito il primo cittadino Ermanno Cennamo, raccogliendo un “sì” corale agli indirizzi in questa direzione in attesa della definizione puntuale del testo.

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