Morra:"Di fronte a fatti del genere però, oltre alla reazione delle istituzioni ci deve essere una reazione dei cittadini"
Proseguono nel riserbo più assoluto le indagini degli inquirenti per cercare di scoprire l’autore del gesto di sabato scorso a Cetraro che ha esploso 7 colpi di pistola calibro 9 contro la macchina del maresciallo dei carabinieri Carlo D’Ambrosio. Un gesto che ha scatenato una forte reazione di istituzioni e società civile. Intimidazione giunta a distanza di qualche giorno dell’operazione “Katarion”, la quale ha inferto un ulteriore colpo al clan di ‘ndrangheta Muto, con l’arresto di 33 persone.
Clan egemone come tutti sanno da decenni sull’intera costa del Tirreno cosentino. “Che vi sia una correlazione fra il grave episodio intimidatorio a danno del Maresciallo D’Ambrosio e l’operazione “Katarion” o no lo dovranno accertare gli inquirenti”. E’ quanto dichiara il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra a Tempostretto. “Fatto sta che comunque, sparare all’autovettura di un cittadino è un fatto di per sé gravissimo.
E se poi questo cittadino è anche il maresciallo della locale stazione Carabinieri – sottolinea il presidente della Commissione antimafia – è ancor più grave. Bisogna rendersi conto che il Tirreno cosentino in quel tratto è funestato dalla presenza ingombrante di consorterie di ‘ndrine che hanno come riferimento la realtà di Cetraro (clan Muto) e questo deve far prestare la dovuta attenzione a tutti. D’altronde le vicende del clan Muto sono vicende già note e soprattutto cristallizzate in sentenza”.
Ad ogni modo per il presidente Nicola Morra è ancora presto per stabilire se l’autore del gesto possa ascriversi alla mano di un balordo oppure un segnale della ‘ndrangheta per affermare la sua presenza sul territorio. “Il tutto dovrà essere verificato attraverso le investigazioni che si stanno già sviluppando.
Io spero soltanto – a parlare è nuovamente Morra – che la reazione della comunità cetrarese tirrenica sia forte a partire dalle scuole dai luoghi di aggregazione sociale e non si esaurisca in momenti istituzionali come avvenuto per il consiglio comunale straordinario di Cetraro dove anche io ho partecipato con tante altre realtà istituzionali, con parlamentari della deputazione cosentina e sindaci della zona. Di fronte a fatti del genere però, oltre alla reazione delle istituzioni ci deve essere una reazione dei cittadini, memori della lezione di Paolo Borsellino secondo cui doveva essere una reazione di popolo”.