Dal punto di vista termico l’inverno 2018/2019 si può classificare come un inverno vecchio stile anni 70-90, con frequenti periodi in cui le temperature si sono mantenute su valori ben al di sotto delle tipiche medie climatiche.
Ormai manca veramente poco alla fine dell’inverno meteorologico. Con l’arrivo di marzo, da venerdì, entrerà di scena la primavera meteorologica, la lunga stagione intermedia che ci traghetterà verso la bella stagione. Dati alla mano (anche se mancano ancora poco più di 24 ore alla sua chiusura), l’inverno 2018/2019 è stato mediamente freddo e ricco di episodi perturbati.
In modo particolare il periodo compreso fra la prima e seconda decade di gennaio e la seconda decade di febbraio è stato caratterizzato da ben quattro ondate di freddo significative, ma che non hanno rasentato alcun carattere di eccezionalità, a differenza degli eventi occorsi nel dicembre 2014 e nel gennaio 2017, quando la neve si spinse fino ai litorali, lasciando i primi accumuli al suolo dal 1999.
Per l’ennesimo inverno di fila l’estremo sud, in modo particolare la Sicilia, e quindi pure il messinese, hanno beneficiato di una grossa anomalia barica positiva sull’Europa centro-occidentale che ha favorito la costruzione di imponenti anticicloni di blocco (al flusso atlantico). Lungo i bordi orientali di queste figure anticicloniche si venivano a scavare “flussi di aria fredda” che dalle pianure russe o dalla zona artica norvegese scivolavano fino ai Balcani, sfondando al sud sotto forma di forti venti di tramontana e grecale, freddi e turbolenti.
Dal punto di vista termico l’inverno 2018/2019 si può classificare come un inverno vecchio stile anni 70-90, con frequenti periodi in cui le temperature si sono mantenute su valori ben al di sotto delle tipiche medie climatiche. In modo particolare nel mese di gennaio si è registrato il più lungo periodo con temperature minime al di sotto dei +10°C a livello del mare.
La temperatura più bassa è stata registrata durante l’irruzione fredda, a cavallo fra il 4 e il 5 gennaio, quando in città i termometri scesero al di sotto dei +5°C, mentre nella zona ionica, grazie alle precipitazioni nevose scese fin sul litorale sotto la spinta della tramontana (una breve spolverata di neve pure su Taormina), si registrarono picchi di +2°C.
L’unica anomalia da segnalare riguarda l’assenza di importanti avvezioni calde nord-africane (scirocco) fra dicembre e gennaio, in grado di far impennare le temperature su valori al di sopra delle medie stagionali. L’unico evento risale a gennaio e durò solo un paio di giorni. Fortunatamente l’assenza di lunghe fasi sciroccali ha evitato l’aggravamento dei fenomeni erosivi lungo i litorali della città.
Ma la primavera è alle porte, l’Africa comincia a scaldarsi e i forti contrati termici che si verranno a creare con l’aria ancora fredda presente sul Mediterraneo potranno favore lo sviluppo di intense perturbazioni, precedute da forti venti di ostro e scirocco.
che medie (minima e massima) si sono avute a gennaio? dovremmo essere un paio di gradi sotto la media climatica, in particolare la minima