“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito.. perché la lettura è un’immortalità all’indietro." Umberto Eco. Grazie a quei lettori che, partecipando all'iniziativa #ioleggoperchè hanno dimostrato che c'è ancora voglia di nutrire l'anima, anche tra i giovani
Guardando i video e le foto inviate dai lettori di Tempostretto per l’iniziativa #ioleggoperchè nell’ambito della Giornata Mondiale del libro mi sono emozionata,anzi, oserei dire commossa. Quello che mi ha colpito sono i giovani, che spesso crediamo perduti per sempre dietro i videogiochi o l’ipad, incapaci di fermarsi un minuto,un’ora, un pomeriggio, per assaporare quel pezzo d’eternità che solo il libro sa dare. Perché solo le parole possono fermare il Tempo. Mi ha emozionato vedere una ragazza dire registrando il suo selfie per Tempostretto: “leggo perché i libri sono il nutrimento dell’anima e poi…hanno un buon profumo”. L’odore della carta, nessuno più ci fa caso, anche perché scalano le classifiche gli e-book e lo sappiamo tutti che la carta stampata sta vivendo uno dei peggiori periodi,se non l’ultimo. Ma vedere i video e le foto dei nostri lettori e le iniziative che si sono tenute a Messina ed in Italia, mi ha confortato. Non siamo ancora una specie in via d’estinzione. Il futuro è nelle mani dei nostri ragazzi che hanno ancora voglia di nutrire l’anima e l’hanno fatto senza vergognarsi di essere diversi o fuori moda,facendosi “beccare” con un libro in mano, invece della play station o del cellulare. E ho visto persino ragazzi leggere poesie. Senza essere lapidati dai loro colleghi o derisi. Già perché nell’era dei reality fai colpo se fai nuda la doccia davanti a milioni di spettatori, ma la nudità più terribile che viene fuori è quella dell’ignoranza dei nostri giovani. Anzi, più dell’ignoranza l’assoluta indifferenza di fronte alla gioia e alla possibilità di apprendere o crescere. Fanno le file fin dal mattino per i provini ma nessuno di loro entra in una libreria. Colpa nostra,colpa di famiglie che hanno lasciato i figli davanti alla tv come se fosse una baby sitter e colpa di una scuola didascalica che troppo spesso non sa andare oltre ad Omero e Dante e non sa accendere la fiammella nel cuore di ogni sedicenne o quattordicenne che sia. Eppure basta davvero poco per accendere la fiammella di quest’anima inaridita da troppo grigio (senza le 50 sfumature…).
Quindi posso solo dire grazie a quei lettori che con le foto e i video mi hanno ricordato che c’è ancora chi legge (e non i graffiti sui muri degli edifici pubblici) e si ricorda quella frase e quell’autore che gli hanno cambiato la vita per sempre. Grazie anche a Veronica Crocitti e Giusy Borghese che si sono dedicate a questa iniziativa fuori moda, come la Giornata Mondiale del libro, voluta dall’Unesco in un pianeta sempre più povero dentro e fuori. In Italia gli adulti che leggono sono scesi dal 46% al 43% in un anno ed i lettori forti (quelli che leggono 12 libri l’anno) sono passati dal 14,5% al 13,9%. Percentuali ridicole e lo sanno benissimo i titolari delle librerie e le case editrici. Leggere richiede dare tutto, significa mettersi in gioco, decidere di aprirsi al mondo.
Mi sono innamorata dei libri un sabato pomeriggio al ginnasio, quando, a 15 anni, ho piantato il mio fidanzato d’allora per leggere “Un Uomo” di Oriana Fallaci ed ho detto che restavo a casa a studiare (ebbene sì, mi vergognavo dire la verità). Ed è solo colpa della Fallaci se adesso sono giornalista (prendetevela con lei). A 17 anni ho vissuto una notte d’agosto di passione leggendo tutto in un fiato per la prima volta (poi l’ho letto altre 3) Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez. Ho il Manuale del guerriero della luce sempre a portata di mano e spesso ho litigato con i libri. Ho lasciato sul comodino senza leggerlo né guardarlo per giorni Il cacciatore di aquiloni e Venuto al mondo, quando le lacrime mi scorrevano nelle vene, e nel mio portafoglio tengo sempre Lentamente muore (che molti attribuiscono a Pablo Neruda ma pare sia di Martha Medeiros ma sinceramente non è importante per me) e ogni tanto ripasso ad alta voce “Il più bello dei mari” di Hikmet e mi piace rileggere Pascal nonostante gli screzi tra noi e solo grazie all’Alchimista ho scoperto che il tesoro era nascosto sotto il mio naso, sotto il sicomoro che neanche avevo mai guardato e con il Mistero di Orione ho iniziato ad alzare gli occhi al cielo. Il Piccolo Principe l’ho regalato a mio figlio appena adolescente e i libri li regalo solo alle persone che amo. Potrei continuare all’infinito, perché sono tutti figli miei, c’è un pezzo di me in ogni singola pagina, Saramago, Tabucchi, Sepulveda, Allende, Pirandello, Verga,Camilleri, Bach, Colelho, Brown, persino nei gialli, nel signor Malaussene, il “capro espiatorio” di Daniel Pennac, nell’ironia di Stefano Benni, e potrei continuare per ore perché anche la scelta dei libri è cambiata man mano che crescevo. Sono stata nell’Eleganza del riccio e ho vissuto con sofferenza per la Solitudine dei numeri primi, ero nel Nome della rosa e nella Casa degli spiriti. Sono stata felice quando mio figlio ha deciso che alcuni scaffali della libreria da quel momento sarebbero diventati solo suoi, ci ha messo il cartello “libreria di Alessio” che sta riempiendo con la sua vita e sono grata alla sua docente del liceo che gli ha fatto leggere i libri più vicini a noi, dalla Storia di Elsa Morante ai moderni cecchini di Franco Di Mare,passando per Bufalino e Sciascia.
Perché ha ragione Umberto Eco “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito.. perché la lettura è un’immortalità all’indietro."
Grazie ai libri sono stata Remedios che mangiava la terra sono stata tra i Templari della chiave di Hiram, ho amato tanto come Florentino Ariza e sono stata amata come Fermina Daza, ho girato il mondo e il tempo e ancora e ancora vivrò. C’ero accanto a Montalbano e a donna Flora, c’ero con Sepulveda e Dacia Maraini,c’ero in tutte le guerre ed in tutte le storie di vita. E la cosa più bella è che non ho affatto smesso di essere eterna perché in questo momento ci sono due libri nel mio comodino. E la carta ha anche un buon profumo.
Rosaria Brancato
Sì, i ragazzi ci sono, i bambini ci sono: ancora e ancora… Siamo grati al cielo per questo.