L’uscita sarà realizzata nell’ambito dell’appalto del viadotto Ritiro, così come ormai era chiaro da tempo. Da lunedì si cerca l’accordo con i proprietari di 106 alloggi che saranno acquisiti dal Comune per sbaraccare Fondo Fucile. Bando pronto anche per Tremonti – Casa Nostra. Entro la prima metà di settembre la gara per la validazione del progetto della nuova via don Blasco
Tanti fronti caldi, diverse opere pubbliche che potrebbero dar respiro ad una viabilità in crisi e ad una difficile situazione abitativa. Lo svincolo di Giostra e la nuova via don Blasco rappresentano due infrastrutture fondamentali per il futuro della città. Due storie diverse ma entrambe lunghissime, il cui iter è ancora in corso. Così come per il risanamento, soprattutto dopo il recente finanziamento da 10 milioni e 900mila euro per la “rinascita” delle zone di Fondo Fucile e Tremonti – Casa Nostra.
La storia dello svincolo di Giostra l’abbiamo raccontata più volte. Aperto in entrata il 15 maggio del 2013, è ora necessario il prolungamento delle rampe fino alla collinetta antecedente al viadotto Ritiro, per non gravare sullo stesso e poter aprire in sicurezza anche l’uscita. Per accelerare i tempi, si sperava di poter operare con affidamento diretto all’impresa Ricciardello, che ha realizzato sinora gli svincoli, e con i fondi europei del Po Fesr 2007-2013. Tentativo fallito a causa dei tempi ristretti. La strada più breve è adesso nell’ambito dei lavori di riqualificazione del Ritiro, per i quali il Consorzio Autostrade ha già pubblicato il bando, che verrà aggiudicato il prossimo 9 ottobre. Il cronoprogramma prevede l’avvio dei lavori il 15 febbraio, che adesso riguarderanno lo svincolo prima ancora che il viadotto. Nel corso della prossima settimana, verrà ufficializzato il passaggio di consegne dal Comune al Cas. “Il progetto che ci ha consegnato Anas – afferma l’assessore ai Lavori Pubblici, Sergio De Cola – è più che esecutivo per tutta la parte grafica. C’è qualche elaborato di calcolo che va aggiornato come da normativa ma il piano è già di assoluta consistenza. Lo cediamo al Cas perché si è reso disponibile ed è l’ente in grado di operare prima di tutti, visto che non siamo riusciti a utilizzare i fondi recuperati alla Regione. Il segretario generale e soggetto attuatore Le Donne ha convocato all’inizio della prossima settimana una riunione per formalizzare il tutto”.
Più spedito il percorso per sfruttare il finanziamento da 10 milioni e 900mila euro concesso dalla Regione per il risanamento di Fondo Fucile e Tremonti – Casa Nostra. Il Comune ha deciso di reperire gli alloggi necessari sul mercato, invece che costruirne di nuovi. “Siamo all’ultima fase – riprende De Cola -. Ci siamo riuniti con i tecnici per raggiungere un unico criterio di valutazione su 106 alloggi e abbiamo redatto tutte le schede di perizia. A partire da lunedì verranno chiamati i proprietari singolarmente, soprattutto per quei casi in cui è stata proposta una valutazione troppo elevata. Faremo una controfferta e, se verrà accettata, concluderemo l’acquisto, viceversa ci rivolgeremo altrove. In altri casi, invece, accettiamo la valutazione proposta perché la riteniamo corretta. Si tratta di abitazioni quasi tutte nella zona di Fondo Fucile, così come ci era stato richiesto. Per Tremonti – Casa Nostra, siamo riusciti incredibilmente, dato il periodo festivo, a concludere la fase propedeutica all’appalto nel mese di agosto. Adesso aspettiamo che l’Urega (l’Ufficio regionale per le gare d’appalto, ndr) rientri dalle ferie, la prossima settimana, per portare tutti i documenti ed avere l’ok al bando che abbiamo già preparato”.
Le note dolenti arrivano per il progetto della nuova via don Blasco, ma anche in questo caso è già stata trovata la soluzione. La Regione ha richiesto un aggiornamento del progetto che farà, inevitabilmente, allungare i tempi. “A nostro avviso non era necessario – conclude De Cola – ma un contenzioso ci avrebbe fatto perdere ancora più tempo. Tra l’altro è una situazione un po’ strana visto che a mettere i bastoni tra le ruote è lo stesso ente che ci finanzia, ma abbiamo comunque già fatto un paio di riunioni per seguire il percorso richiesto. L’obiettivo è quello di bandire la gara per la validazione del progetto nella prima metà di settembre. E’ una fase che richiederà un tempo compreso tra 4 e 5 mesi. Solo al termine di questo periodo, potremo finalmente andare in gara d’appalto”.
(Marco Ipsale)
A se l’avete affidato al CAS penso che il 2020 si possano concludere i lavori. Ottimo
A se l’avete affidato al CAS penso che il 2020 si possano concludere i lavori. Ottimo
Parole, parole, parole…….
cantava Mina negli anni 70, allo stesso modo procede l’iter per l’apertura dello svincolo di giostra, compresa la messa in sicurezza del viadotto ritiro.
Questo è il Sud questa è Messina, anni di progetti parcelle pagate a “professionisti” e poi vedere da lontano le montagne russe di uno svincolo aperto a metà.
Certo che la tradizione messinese della mezza con panna o mezza birra non bisogna perderla e allora vai con il mezzo svincolo oppure mezze rotatorie e mezzi semafori sulla stessa strada che porta al mezzo svincolo.
Bisogna comunque dire che a Messina i semafori di certo non ci mancano, anche dove risultano essere totalmente inutili e dispendiosi, ma si sa, Messina raccoglie tutto l’initile delle altre città del resto d’Europa, dove al riguardo dei semafori fonte di inquinamento elettrico e atmosferico, altri prefericono la meno dispendiosa rotatoria.
E il Messinese al riguardo cosa fa ?
Si adatta, tanto la città non gli appartiene, può stare fermo all’inutile semaforo consumando benzina e inquinare, tanto non ha altro da fare.
Ma la domanda mi sorge spontanea ?
Messina a chi appartiene ?
A chi è appartenuta prima del 1908 è risaputo, gente attiva, orgogliosa della propria terra degna di sacro rispetto.
Ma un terremoto ha spazzato tutto, fermando il tempo alle cinque del mattino di un 28 dicembre che ha cancellato storia e dignità.
Ma forse…….chissà un giorno !
Parole, parole, parole…….
cantava Mina negli anni 70, allo stesso modo procede l’iter per l’apertura dello svincolo di giostra, compresa la messa in sicurezza del viadotto ritiro.
Questo è il Sud questa è Messina, anni di progetti parcelle pagate a “professionisti” e poi vedere da lontano le montagne russe di uno svincolo aperto a metà.
Certo che la tradizione messinese della mezza con panna o mezza birra non bisogna perderla e allora vai con il mezzo svincolo oppure mezze rotatorie e mezzi semafori sulla stessa strada che porta al mezzo svincolo.
Bisogna comunque dire che a Messina i semafori di certo non ci mancano, anche dove risultano essere totalmente inutili e dispendiosi, ma si sa, Messina raccoglie tutto l’initile delle altre città del resto d’Europa, dove al riguardo dei semafori fonte di inquinamento elettrico e atmosferico, altri prefericono la meno dispendiosa rotatoria.
E il Messinese al riguardo cosa fa ?
Si adatta, tanto la città non gli appartiene, può stare fermo all’inutile semaforo consumando benzina e inquinare, tanto non ha altro da fare.
Ma la domanda mi sorge spontanea ?
Messina a chi appartiene ?
A chi è appartenuta prima del 1908 è risaputo, gente attiva, orgogliosa della propria terra degna di sacro rispetto.
Ma un terremoto ha spazzato tutto, fermando il tempo alle cinque del mattino di un 28 dicembre che ha cancellato storia e dignità.
Ma forse…….chissà un giorno !
Altro colpo di genio della giunta…ma se il cas pensa solo ai soldi del pedaggio e nulla più, pensate che finiranno sti lavori?? Guardate in che condizioni versa la
Tangenziale …. Erbacce, svincoli semichiusi da rami, palme morte, asfalto a toppe… E loro faranno ts lavori????AHAHAHAH
Altro colpo di genio della giunta…ma se il cas pensa solo ai soldi del pedaggio e nulla più, pensate che finiranno sti lavori?? Guardate in che condizioni versa la
Tangenziale …. Erbacce, svincoli semichiusi da rami, palme morte, asfalto a toppe… E loro faranno ts lavori????AHAHAHAH