Nuova via don Blasco. Il Comitato “La Nostra Città” e i dubbi sugli espropri

Nuova via don Blasco. Il Comitato “La Nostra Città” e i dubbi sugli espropri

Nuova via don Blasco. Il Comitato “La Nostra Città” e i dubbi sugli espropri

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giovedì 24 Aprile 2014 - 22:13

Obiettivo andare in gara d’appalto entro il mese di luglio ma tutto potrebbe essere rallentato dalle difficoltà legate alla delocalizzazione delle attività presenti. Se n’è parlato nel corso di un convegno al quale hanno preso parte Saro Visicaro, l’ing. Capo del Genio Civile, Gaetano Sciacca, e la consigliera comunale Nina Lo Presti

Era il 25 aprile del 2000 e nasceva il Comitato “La Nostra Città”, con l’obiettivo primario di combattere l’invasione quotidiana dei tir nelle strade di Messina. Sono trascorsi 14 anni, ma i mezzi pesanti continuano a scorrazzare per le vie cittadine e la soluzione secondo approdo si è rivelata, almeno per il momento, insufficiente a fronteggiare l’emergenza. La riapertura integrale del porto di Tremestieri, che dovrebbe avvenire a breve, potrebbe finalmente porre un freno al problema, che però potrà essere definitivamente risolto solo con i lavori di ampliamento, per i quali si attende l’ok ministeriale alla Valutazione d’Impatto Ambientale.

Un’altra opera fondamentale in tal senso è la nuova via don Blasco, strada già finanziata e provvista di progetto esecutivo, che potrebbe andare in gara d’appalto nell’arco di pochi mesi. L’iter, però, non è in discesa. Se n’è parlato nel corso di un convegno, nella sede del Genio Civile, al quale hanno preso parte l’ing. Capo, Gaetano Sciacca, il progettista dell’opera, Antonio Rizzo, la consigliera comunale Nina Lo Presti ed il presidente del Comitato “La Nostra Città”, Saro Visicaro.

Il progetto della nuova via don Blasco è risalente ad un periodo in cui la rete autostradale non era ai livelli odierni e l’approdo di Tremestieri non esisteva. Per questo, secondo l’ing. Sciacca, la nuova strada non dovrà essere pensata soltanto come un’”autostrada” per i tir, ma come un’occasione di riqualificazione. “Guardiamo a quanto è stato fatto a Reggio Calabria – ha affermato l’ing. Capo -. La costruzione di una nuova strada è il primo passo verso la riqualificazione delle aree. Bisogna pensare a cose semplici, non a progetti faraonici. La nuova via don Blasco sarà anzitutto un’importante alternativa a via La Farina, poi si potrà pensare anche ad altro”.
C’è il progetto e ci sono i soldi, dunque, e la strada sembrerebbe in discesa. Non così secondo la consigliera comunale Nina Lo Presti. In particolare per ciò che concerne espropri e delocalizzazioni, elemento – secondo la Lo Presti – finora sottovalutato. “Credo siano state fatte valutazioni sbagliate – ha dichiarato -. Il trasferimento delle aziende a Larderia non è cosa semplice e scontata poiché potrebbe anche mancare lo spazio necessario. L’azienda Panebianco, ad esempio, che si occupa di autodemolizioni, ha 25 dipendenti, 4 milioni di fatturato annuo e dimensioni tali da rendere impossibile un trasferimento nell’area Irsap con soli 9mila euro. Il rischio è che si creino contenziosi che allunghino i tempi. All’Irsap non c’è ancora un piano particellare per gli espropri e bisogna approvare un Piru, un piano integrato di recupero urbano”.
Sulla stessa linea il presidente del Comitato “La Nostra Città”, Saro Visicaro, che dopo aver menzionato le annose vicende legate al passaggio dei tir, ha confermato la possibilità di contenziosi sulla delocalizzazione delle aziende, col rischio di ritardi e blocchi, visto anche che non sono ancora stati inviati gli avvisi di esproprio. Dal momento in cui le aree saranno consegnate alla ditta vincitrice dell’appalto, è prevista una durata dei lavori pari a 18 mesi. L’obiettivo, si disse nel corso dell’ultimo incontro con Crocetta e Bartolotta, è quello di arrivare alla gara entro il mese di luglio. Ma sarà raggiungibile solo se, soprattutto sul fronte delle delocalizzazioni, non dovessero esserci intoppi. Viceversa, come siamo ormai purtroppo abituati a vedere, i tempi potrebbero slittare.

2 commenti

  1. in 14 anni nessun risultato, se non quello del no ponte come accorinti. Fate voi sulla possibilità di ritirarvi

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  2. in 14 anni nessun risultato, se non quello del no ponte come accorinti. Fate voi sulla possibilità di ritirarvi

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