Lo proporrà l’Autorità Portuale per far fronte alle numerose istanze pervenute. Le richieste dovranno sottostare a determinati criteri. Pronto un protocollo di legalità da sottoscrivere per tutti i partecipanti. La Soprintendenza suddivide le aree interne in quelle a valenza storico-architettonica e quelle senza alcun valore, per le quali procedere alla demolizione
L’interesse va oltre ogni aspettativa e dunque bisogna valutare con attenzione il da farsi. Quando l’Autorità Portuale decise di aprire alla città il quartiere fieristico, non avrebbe probabilmente neppure immaginato che le istanze per l’utilizzo, sia delle aree esterne quanto di quelle interne, sarebbero giunte in tal numero. Sono già oltre cinquanta ed ancora continuano ad arrivare. Ce n’è per tutti gusti e per tutti i tipi ma non tutte rispondono a determinati criteri, già stabiliti nella scorsa riunione del Comitato Portuale, e adesso messi per iscritto da un “sottocomitato” che comprende gli attori principali interessati alla questione.
Ed allora l’Autorità Portuale ha deciso di bandire al più presto un avviso pubblico al quale chiunque potrà partecipare, rispettando ovviamente alcuni parametri già fissati. Uno tra questi è rappresentato dalla sottoscrizione di un protocollo di legalità che certifichi il background dei partecipanti.
Altra novità di giornata, il “quadro” tracciato dalla Soprintendenza, che differenzia le aree interne tra quelle a valenza storico-architettonica e quelle senza alcun valore, per le quali procedere alla demolizione. Per alcune “superfetazioni” si potrà procedere in breve tempo. Altre strutture, come i padiglioni 7 A e 7 B, rimarranno almeno per il momento in piedi poiché sono mantenuti in buone condizioni e possono ospitare manifestazioni ed eventi al loro interno.
L’obiettivo, intanto, è quello di rendere l’area più “appetibile” per il periodo estivo. Nel vivo delle istanze si entrerà probabilmente durante la riunione della prossima settimana e la priorità, come già deciso, andrà all’assegnazione delle aree esterne che saranno anch’esse suddivise in parti dedicate ad eventi culturali ed altre destinate ad ospitare giochi ed altre brevi manifestazioni ludiche. La terrazza dell’ex “Irrera a Mare” sarà dedicata alla musica e ospiterà una serie di iniziative per la cui organizzazione esistono già delle richieste.
L’idea, più a lunga scadenza, è quella di riqualificare tutta l’area dandole un’identità architettonica ben precisa, tramite la ristrutturazione dei padiglioni considerati di interesse storico e l’eliminazione, invece, di tutti quei “capannoni” di scarso pregio. Per il momento, ai messinesi non resta che godersi un lungomare per troppo tempo negato. Un lungomare che, però, necessità di cura, attenzione ed eventi per diventare “vivo”.
(Marco Ipsale)
Quando proposi di utilizzare le aree fieristiche nel senso indicato nin quest’articolo (almeno sei mesi fa’) un lettore mi prese per scemo, elencandomi tutte le spese che comperterebbe intraprendere tale strada…
come sempre in questa città si parte dalla fine per non giungere a nulla…
chi ha la proprietà dell’area deve “decidere” cosa fare e dove e quindi, solo dopo, bandire eventuali avvisi di utilizzo di aree bene delimitate, con scopi certi e a costi di mercato (quest’ultma voce è necessaria per non creare opportunità di concorrenza sleale).
ogni altra scelta è sbagliata.
Giusto! E in ogni caso vanno garantite pulizia,cura del verde,vigilanza.
ma quale lungomare, che e’ nnigghito di siepi alte 4 metri, DALLA FIERA IL MARE NON SI VEDE, ve ne sieti accorti o no