Le reazioni al disegno di legge del governo da parte del Movimento Cinquestelle e dei comitati No ponte. I commenti di Ialacqua e Sturniolo
MESSINA – Quali reazioni all’accelerazione sul ponte sullo Stretto? Mentre il Movimento Cinquestelle parla di “12 miliardi burla”, scrive il movimento No ponte – Capo Peloro: “Il governo nazionale ha approvato il disegno di legge sul bilancio che prevede la copertura a rate dei costi del progetto del ponte sullo stretto di Messina. E, nello stesso giorno, guarda caso, il governo regionale s’impegna a pagare il primo miliardo del ponte (in cambio di cosa?), saccheggiando i fondi per lo sviluppo e la coesione. Fondi che servono invece per rimuovere gli squilibri economici e sociali del Sud. Non ci sono soldi sufficienti per la sanità e la scuola, in Sicilia le reti idriche perdono il 50% dell’acqua, si esportano i rifiuti per mancanza d’impianti, incendi e dissesti distruggono il territorio. Ma i governi nazionale e regionale li trovano a rate per un’opera inutile, pericolosa e non prioritaria. Ora e sempre no al ponte”.
A sua volta, Daniele Ialacqua, ex assessore e ora nel Comitato No ponte Capo Peloro: “Ci manca dall’acqua fino al sale e la Regione siciliana decide di “puntare” un miliardo sulla “ruota” perdente del ponte sullo Stretto. Ma ci sono o ci fanno?”.
E, per Gino Sturniolo, altro esponente storico del movimento No ponte, “quello di utilizzare le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione per finanziare il ponte sullo Stretto è evidentemente un trucco. Quelle sono risorse che toccherebbero già al sud e si tratta, dunque solo di una partita di giro. Attenti, però, perché questa operazione viene fatta sistematicamente. È stata fatta, ad esempio, quando sono stati “salvati” i bilanci delle Città Metropolitane siciliane, così come quando è stata messa una pezza al bilancio del Comune di Catania che rischiava di fermare definitivamente il trasporto pubblico locale. Un trucco già usato, insomma. Detto questo, la sortita di Salvini ci dice di quanto siano disperati e di cosa siano disposti a fare pur di far partire la macchina distruttiva delle città dello Stretto. Questo è un elemento terribile di questo conflitti il livello mediocre degli avversari”.
Sul tema, intervengono, con una nota, i parlamentari del Movimento Cinquestelle delle commissioni Trasporti di Camera e Senato Antonino Iaria, Luciano Cantone, Roberto Traversi, Giorgio Fede, Gabriella Di Girolamo, Elena Sironi e Antonio Trevisi: “Nella manovra “bonsai” illustrata da Meloni e Giorgetti, con tagli e tagliettini in tutti gli ambiti, i 12 miliardi in tre anni stanziati per il ponte sullo Stretto sono una burla. Dai contorni tragici, visto che, al di là dei giochetti contabili della presidente, non ci saranno più soldi in busta paga per gli italiani, nulla per i pensionati, gli sgravi fiscali mediamente inesistenti e meno risorse per la sanità, se le si calcola in rapporto al Pil. Sul fronte trasporti, abbiamo un ministro che per sventolare il vessillo dell’inutile – e non si sa fino a che punto fattibile – ponte, ipoteca il futuro del Paese, compromettendo ogni nuovo investimento per il trasporto pubblico locale o per altre infrastrutture indifferibili. È la manovra del superfluo, in totale continuità con i disastri collezionati dal centrodestra negli ultimi dodici mesi” (fonte Agenparl.eu).
Nella foto, manifestazione No ponte Comitato Capo Peloro a Roma.
Pur di fare il ponte la Regione Sicilia per bocca del suo presidente Schifani, per non essere meno dei leghisti Giorgetti e Salvini, ci mette non di tasca sua ma dalla Regione Sicilia, che soldi ne ha a iosa, un miliardo. E, ai suoi concittadini, per strade acquedotti scuola zero.
Per fasi bella faccia per la costruzione distruttiva del ponte, Schifani Salvini e company, preferiscono far continuare a far soffrire la Sicilia con tutti i suoi abitanti togliendo le risorse destinate al suo miglioramento. Ribelliamoci seriamente una volta per tutte, Quando avvieranno i lavori nel gennaio 2024, come preventivato, comportiamoci come i dimostranti della No Tav di val si Susa, per far valere le proprie ragioni: